Conquistare cinque seggi e costituire così nella prossima legislatura un gruppo parlamentare della sinistra radicale. È l'obiettivo elettorale, ambizioso ma non impossibile, di due partitini che si collocano alla sinistra del Pss e che nell'ultimo quadriennio erano rappresentati in Consiglio nazionale da tre deputati: i vodesi Josef Zisyadis e Marianne Huguenin (entrambi del Partito del lavoro, Pdl) e il ginevrino Pierre Vanek (di SolidaritéS).

Nel 2003, non disponendo del numero legale minimo di cinque seggi per potersi costituire in gruppo parlamentare, decisero comunque di concedersi l'appellativo di "gruppo" per cercare di sfuggire all'anonimato a cui sono condannati i "senza partito" e darsi una certa visibilità mediatica. Nacque così "A gauche toute", sotto la cui etichetta, in occasione delle elezioni federali del prossimo 21 ottobre, sono confluite anche alcune liste alternative dell'area germanofona.
L'obiettivo minimo è la riconferma dei tre Consiglieri nazionali uscenti, ma vi sono delle chances di conquistare pure un seggio a Neuchâtel e uno a Zurigo. Paradossalmente la partita più delicata si giocherà però in Romandia, dove l'alto tasso di litigiosità tra Pdl e SolidaritéS potrebbe rivelarsi fatale.
Nel canton Vaud, dove nel 2003 il Pdl riuscì a mandare a Berna Josef Zisyadis (già consigliere di Stato) e Marianne Huguenin (sindaco di Renens) grazie all'apparentamento della lista con quella di SolidaritéS, i due partiti nelle ultime elezioni cantonali hanno raccolto un misero 5 per cento che alle federali non basterebbe nemmeno ad eleggere un deputato. In vista del 21 ottobre, SolidaritéS chiedeva una lista unica per poter avere la chance un giorno (in caso di dimissioni di uno degli eletti) di ottenere un seggio a Berna. Ma il Pdl non ne ha voluto sapere. Il conflitto tra le due piccole formazioni (0,7 per cento a livello nazionale per il Pdl e 0,5 per cento per SolidaritéS) ha così portato a due liste distinte addirittura anche per il Consiglio degli Stati: Zysiadis e Huguenin da una parte, il giurista losannese Jean-Michel Dolivo e Naima Topkiran (una giovane di origine curda) dall'altra.
Le lotte intestine alla sinistra minacciano pesantemente anche la riconferma di Pierre Vanek a Ginevra, visto che in questo cantone il Pdl ha deciso di correre da solo con i Comunisti costringendo SolidaritéS ad accontentarsi dell'alleanza con gli Indipendenti. E pensare che nelle cantonali del 2005 tutte e quattro le formazioni (pur avendo raccolto complessivamente il 14,8 per cento dei consensi) furono estromesse dal Gran Consiglio per non aver raggiunto il necessario quorum del 7 per cento.
Guardando a queste due situazioni, vien da chiedersi in che misura sia stato utile fondare "A gauche toute", che sin dall'inizio aveva come obiettivo quello di raggruppare sotto un unico tetto le formazioni minori della sinistra radicale. Abbiamo girato la domanda ai tre consiglieri nazionali uscenti, presenti a Berna per l'ultima sessione della legislatura. «La situazione nei due cantoni non è paragonabile – esordisce Marianne Huguenin – A Ginevra il Pdl si è distanziato dall'alleanza "A gauche toute" e questo lo trovo sbagliato, anche se si tratta del mio partito. Per quanto riguarda Vaud, la scelta della doppia lista è invece prevalentemente tattica». Il ginevrino di SolidaritéS Pierre Vanek le fa eco: «La decisione del Pdl nel nostro cantone è incomprensibile: la lezione delle cantonali evidentemente non è servita. Detto questo, l'esperienza "A gauche toute" qui a Berna è assolutamente positiva, anche se non spettacolare. Abbiamo lavorato insieme per la prima volta dopo tanti anni e abbiamo gettato le basi per poter costituire nella prossima legislatura un vero gruppo parlamentare».
Siete soddisfatti della visibilità ottenuta in parlamento e nei media durante questi quattro anni? Risponde Josef Zisyadis «L'estrema sinistra non ha mai avuto tanto spazio come in questi quattro anni». «Anche se non otteniamo vittorie parlamentari – aggiunge Huguenin – abbiamo potuto dire la nostra e giocare il nostro ruolo di gruppo alla sinistra della sinistra di sinistra, come dicono alcuni nostri compagni. In certi dibattiti (penso alle questioni della liberalizzazione del mercato elettrico, alla quinta revisione dell'Assicurazione invalidità e al finanziamento degli ospedali) abbiamo potuto marcare il territorio ed esercitare una certa pressione sulla sinistra del Pss». Come sono stati i rapporti con il Partito socialista e i Verdi? «Non ci sono stati», risponde Zisyadis: «Verdi e socialisti non ci considerano proprio, non hanno nessun interesse a dialogare con noi. Per loro è una questione di potere». «Non so se il problema è questo. – aggiunge Vanek– In ogni caso la situazione dimostra che c'è uno spazio di azione a sinistra del Partito socialista». In un comunicato avete annunciato che il 12 dicembre, in occasione dell'elezione del Consiglio federale, siete pronti a votare candidati borghesi pur di impedire la riconferma di Blocher. Come mai questa scelta?«Non vogliamo far mancare nemmeno un voto per far cadere Blocher, anche a costo di mandare in governo una persona che alla fine farà la stessa politica di Blocher», spiega Zisyadis. Votereste anche candidati dell'Udc? «Siamo disposti anche ad arrivare fino a lì» conclude Zisyadis.

Biografia di un comunista

Josef Zisyadis, nato a Istanbul 51 anni fa, di formazione teologo, è il più popolare tra i tre rappresentanti di "A gauche toute". Non solo per l'esperienza accumulata come parlamentare federale (è stato consigliere nazionale tra il 1991e il 1996 e poi di nuovo dal 1999) e come consigliere di Stato nel canton Vaud (tra il '96 e il '98), ma anche per il suo recente impegno in favore della giustizia fiscale.
Un impegno premiato con una vittoria davanti al Tribunale federale, che nel giugno scorso ha bocciato senza esitazioni il sistema d'imposizione regressivo per le persone con un reddito superiore a 300 mila franchi che era stato introdotto nel semicantone di Obvaldo.
Il ricorso da lui presentato, dopo essersi trasferito in fretta e furia da Losanna a Sarnen, è stato giudicato irricevibile, ma quello presentato da tre cittadini obvaldesi è stato accolto. Un'indubbia vittoria per Zisyadis, senza il quale nessuno in Obvaldo avrebbe avuto il coraggio, complice una serie di pubbliche minacce, di presentare ricorso.
Ed ha già annunciato l'intenzione di muoversi contro le imposte forfettarie che vengono concesse agli stranieri ricchi che vengono a vivere in Svizzera.
Nel mirino del deputato comunista ci sono circa 3 mila beneficiari (di cui 1'300 solo nel canton Vaud) che abitano in Vallese, a Zurigo, Berna e Svitto. Ma prima vuole attendere l'esito di un'iniziativa popolare lanciata dalla sinistra radicale zurighese contro i forfait fiscali.

Pubblicato il 

05.10.07

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