Badanti

Al via dal prossimo autunno un progetto pilota in Ticino: in autunno partiranno i corsi per ottenere il diploma cantonale di badante. Il percorso formativo, sui cui stanno lavorando Ecap, Scuola medico-tecnica e Croce Rossa, è una “prima” in Svizzera.

La storia la conosciamo. È la storia di donne che hanno fatto fagotto, stipando in valigia passato e speranze, e sono partite. Per un altro dove, chiamato Ticino. Per lavorare, guadagnarsi la pagnotta, assistendo degli “stranieri”, i ticinesi.


Alcune sono salite su un treno, certe hanno percorso un viaggio senza fine sedute dentro madidi pullman e altre ancora hanno respirato l’aria condizionata di un volo low cost. E sono arrivate con un biglietto di carta dentro la borsetta con scritto a mano l’indirizzo della loro nuova vita. Tutte si sono imbarcate nella stessa avventura il cui esito è strettamente legato a quella della popolazione residente. Già, perché  questa è una storia collettiva che riguarda non solo loro, ma anche “noi”, in quanto fruitori del servizio.


La storia delle badanti polacche in Ticino, che si è contraddistinta per un forte impegno sindacale, si arricchisce di un nuovo tassello. Quello della formazione. Perché certe storie sono in continuo movimento ed evoluzione.


Il prossimo obiettivo è professionalizzare il settore. Il mestiere della badante non è definito da regole precise, confini chiari: non solo perché non è in vigore un contratto collettivo cantonale, ma anche perché è un lavoro che non si impara a scuola nei percorsi tradizionali. Ecco, ora – constatata l’esplosione del settore e verificata la necessità di poter contare su personale altamente qualificato – in Ticino prenderà il via un progetto pilota di qualifica professionale. Un corso – realizzato grazie a Ecap, la   Scuola superiore medico-tecnica di Lugano e in collaborazione con la Croce Rossa – partirà il prossimo autunno. Il piano di studi permetterà di ottenere il “Diploma cantonale di badante”, titolo che sarà un riferimento per gli operatori del ramo, circostanziando con precisione i compiti di questa figura professionale. 

 

È un attestato con un valore che non si ferma all’aspetto formale, ma si trasforma in base per la generazioni dei professionisti del settore che verranno.  
«In Svizzera non esiste ancora una formazione specifica per il rilascio di questo titolo professionale. In Italia invece, dove la presenza di badanti è ancorata storicamente da più tempo, è in fase di attuazione in Piemonte un progetto di formazione nell’ambito di Interreg (Programma di cooperazione transfrontaliera). Il progetto ticinese sarà dunque una prima nazionale per un ramo professionale che, in crescita, va regolato e salvaguardato per garantire la qualità delle prestazioni erogate» spiega Giacomo Viviani, fra i curatori del nuovo modulo formativo.  


Partite dall’Europa orientale, le badanti polacche sono giunte da noi. Silenziose sono entrate nelle famiglie locali per accudire anziani o persone non più autosufficienti, finché ci siamo accorti della loro esistenza. Una presenza che si sta rivelando indispensabile per il mantenimento a domicilio di parte della popolazione più vulnerabile che altrimenti sarebbe destinata a istituti di cura.


Figura, quella della badante,  decisamente sempre più indispensabile nella configurazione dei bisogni emergenti di una società fortemente confrontata con l’invecchiamento della popolazione. La professionalità diventa un presupposto da cui non si può prescindere, mentre le condizioni e l’ambiente di lavoro devono essere rispettose delle badanti. Ed è appunto sul doppio binario che si sta lavorando: da una parte il rispetto del quadro contrattuale e dall’altra la formazione. Il sindacato Unia dopo avere raccolto la dura testimonianza di decine di donne che denunciavano una serie di violazioni (casi di sfruttamento e di maltrattamento) da parte dei datori di lavoro, e avere intrapreso la sindacalizzazione del settore, ora appoggia l’iniziativa formativa.


«Le prime classi saranno organizzate per il tardo autunno 2013 in un ciclo di studio che prevederà un impegno personale fra le 200 e le 250 ore, snodate in un percorso lungo un anno e mezzo» evidenzia Viviani. L’offerta ha già raccolto l’attenzione di parecchie badanti che si sono preannunciate per partecipare al corso. «L’interesse dimostrato alla proposta formativa in fase di concretizzazione è eccezionale e dimostra ancora una volta la serietà di questa categoria professionale che si è già distinta per propositività e impegno sindacale. Il mestiere della badante è impegnativo e faticoso anche perché lascia poco spazio privato alle lavoratrici. Sorprende in positivo che tante operatrici del ramo  siano disposte a impiegare le poche ore libere per investirle nella formazione» annota Enrico Borelli, segretario regionale di Unia Ticino.


In effetti, la maggior parte delle badanti di tempo ne ha poco, come sottolineano le testimonianze e gli studi sui ritmi di lavoro che in moltissimi casi sono totalizzanti e quindi insostenibili.
La formazione, per conciliare studio e lavoro, si pensa di farla coincidere con il sabato. «Oltre alla parte teorica in aula, alle prove pratiche in spazi adeguati, si punterà molto anche sull’autoapprendimento. Molte di queste donne sono già altamente formate nei loro paesi e hanno maturato un’esperienza professionale in alcuni casi di molti anni. Un capitale che verrà riconosciuto con un bilancio iniziale puntiglioso e approfondito per verificare le conoscenze e le capacità effettive» continua Viviani, che vanta una grande competenza nella formazione degli adulti, essendo stato esperto cantonale per la formazione degli adulti e direttore del Centro professionale e sociale di Gerra Piano.   


Il ciclo, che porterà al conseguimento del titolo cantonale («in un secondo tempo sarebbe interessante estenderlo a livello federale»), sarà suddiviso, a larghi tratti, in quattro parti. La prima, «estremamente importante», verterà sulla focalizzazione del sapere e del fare della candidata per il riconoscimento dei capitali iniziali.


«Per le principianti invece il primo modulo coinciderà con i contenuti del corso che la Croce Rossa organizza da qualche anno per le badanti. Il ciclo sarà suddiviso in approfondimenti in aula, a cui si vuole affiancare anche una formazione a distanza. Visto il background di molte badanti, contiamo sulla loro capacità di autoapprendimento. Se i numeri delle preiscrizioni saranno confermati, si partirà subito con due o tre classi di allievi» conclude Giacomo Viviani.


Il percorso di qualificazione e di formazione al ruolo di badante si inserisce nella volontà di sviluppare forme di organizzazione sociale più efficienti. La formazione si trasforma pure in uno strumento prezioso di cittadinanza inclusiva, partendo dalla condizione attuale di tendenziale esclusione e non integrazione.

Pubblicato il 

22.05.14
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