Io vorrei tornare sulla polemica che giustamente ha suscitato la campagna pubblicitaria di Amnesty International per prendersela con i – a parer loro – continuni inasprimenti alla legge sui diritti all'asilo. Lo voglio dire anche dalle colonne di questo giornale: è uno scandalo! Cosa gli è saltato in mente a questi sedicenti paladini dei diritti umani di calare con dei puerili fotomontaggi illustri esponenti dell'unione democratica di centro (e non solo) nei panni di richiedenti l'asilo?! Lo ripeto: è uno scandalo! Un'assurdità! Proviamo a fare l'esercizio contrario.
Partiamo dall'ottimo Christoph Blocher per l'occasione ridipinto di nero. Proprio lui che poverino non ha assolutamente il tempo di abbronzarsi con tutti gli impegni che ha tra imprese e politica. Ma che vuole sapere un rifugiato somalo che ciondola tutto il giorno godendosi la sua vacanza perpetua? Che ci provi veramente a mettersi nei panni (scomodi) di uno stressato milionario svizzero continuamente bersagliato dai suoi numerosissimi e invidiosissimi nemici.
E Ueli Maurer in versione pigmea? Per Maurer sarebbe un sogno avere la statura di un somalo. Il nostro consigliere federale ormai degradato al ruolo di nano nel giardino del governo nazionale. Neanche padrone di decidere l'acquisto di qualche gingillo per il nostro glorioso esercito che tutti gli saltano addosso. C'è per contro qualcuno che fa i conti in tasca al somalo?
Non possiamo certamente tacere poi il fulgido esempio di Christoph Mörgeli che davvero sta attraversando un periodo nero pece. Talmente nero che non susciterebe certo l'invidia di nessun curdo di Turchia. Basta un'occhiata distratta alla fotografia per capire che Mörgeli avrebbe tutto da guadagnare nell'arrocco con il rifugiato. Su quell'immagine sembra un aitante attore del cinema muto.
Oskar Freysinger si gioca invece la parte del profugo siriano. Quando sappiamo tutti che abbandonerebbe volentieri le grandi battaglie che conduce in patria per buttarsi a dirimere le piccole scaramucce in Siria.
Veniamo infine a Giuliano Bignasca nei panni del rifugiato eritreo. Anche lì vorrei vedere quale eritreo avrebbe il coraggio di cambiare la sua snella ed elegante figura con quella di un imbolsito politico ticinese. Lo stesso Bignasca ha dovuto ammettere che si è visto volentieri nei panni del tranquillo e pacifico rasta perché soffre moltissimo il suo essere tanto collerico e pieno di livore.
Questa è esattamente la spia che ci fa capire quanto la campagna di Amnesty International sia stata insensata. Assurda perché non difende l'umanità intera ma soltanto una parte sola. Invece se consideriamo le cose da un altro punto di vista, cioè facciamolo fino in fondo l'esercizio di immedesimazione! Capiamo che tutti hanno dei problemi. L'importante è che ognuno si gestisca i propri problemi nel proprio paese. Dopo di che vedrete che Amnesty International potrà risparmiarsi i soldi per inutili campagne.

Pubblicato il 

12.10.12

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