Il 20 giugno si celebra nel mondo la Giornata del Rifugiato, con la quale si vuole sensibilizzare l'opinione pubblica internazionale sul diritto, universalmente riconosciuto e sancito dall'articolo 14 della Dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo del 10 dicembre 1948, di fuggire dalla propria terra natia per trovare ospitalità in un altro paese a causa di guerre, persecuzioni, minacce, violenze di ogni genere.
Nel 2008 tale destino ha riguardato 67 milioni di esseri umani (rifugiati e sfollati interni), dei quali un piccolissimo numero (per la precisione 16'606 persone) è giunto in Svizzera a inoltrare domanda d'asilo.
Ogni paese, a seconda delle rispettive problematiche che riguardano il tema dell'asilo, dedica la Giornata a un argomento specifico. Nel 2009 l'OSAR ha deciso di richiamare l'attenzione in Svizzera sui numerosi pregiudizi e luoghi comuni di cui sono vittime i richiedenti l'asilo e gli stranieri in genere. Ormai non siamo davanti solo a discorsi da bar ma a un fenomeno che si sta diffondendo in modo preoccupante anche in quella parte della popolazione che fino a qualche anno fa ne era immune. Al posto della disponibilità al dialogo e alla conoscenza reciproca troviamo atteggiamenti di chiusura privi di qualsivoglia riflessione sulle cause che portano milioni di persone ad abbandonare la loro terra natia e a trovare spesso rifugio dalle persecuzioni a migliaia di chilometri di distanza.
I rifugiati si attendono dalla Svizzera e dagli svizzeri molto di più di giudizi frettolosi e sommari che gettano discredito su interi gruppi sociali invece di condannare i comportamenti criminali di singole persone. Il ricorso ai pregiudizi libera dalla riflessione approfondita e fa torto ai tanti che sono giunti in Svizzera non per commettere azioni delittuose ma per scampare alla morte o all'oppressione. Marchiarli con i nostri luoghi comuni significa condannarli ancora una volta all'emarginazione e contribuire alla diffusione di una campagna fatta di intolleranza e razzismo.
Tanti pregiudizi e chiusure nascono dalla mancanza di conoscenza e soprattutto di incontro diretto con gli immigrati.
Per questa ragione occorre più che mai sviluppare politiche su più livelli (informativo, educativo, istituzionale) che portino all'educazione e alla convivenza. La reciproca conoscenza ci permette di eliminare paure ingiustificate e vedere lo straniero non come una minaccia ma come un'opportunità di crescita e progresso civile.
La Giornata del rifugiato che si celebra in Ticino sabato 20 giugno nell'ambito del festival musicale Festate a Chiasso vuole riaffermare con forza la difesa del diritto d'asilo e rilanciare il dibattito sul rispetto e il riconoscimento dei diritti umani. Si tratta di un percorso che deve portarci a guardare queste persone con altri occhi poiché una società che guarda con diffidenza gli stranieri è meno libera e democratica.

Pubblicato il 

19.06.09

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