La vittoria di Syriza

Con una storica vittoria il leader della sinistra radicale greca Alexis Tsipras è diventato in Europa il primo Primo ministro contro l’austerità, la Troika – l’organismo di controllo informale costituito da rappresentanti della Commissione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale – e i Memorandum nel paese che è stato usato come cavia di laboratorio dalla Germania e il neoliberismo per travolgere gli equilibri sociali postbellici nel vecchio continente. Tsipras ad Atene punta su nuove alleanze aspettando la vittoria di Podemos in Spagna e di Sinn Fein in Irlanda mentre dalla parte della socialdemocrazia europea e dai paesi governati da socialisti e democratici, come la Francia e l’Italia, alcuni di loro pensano di salire nel carro del vincitore.

 

Intanto Tsipras aspetta di incontrare Matteo Renzi nella riunione del prossimo Consiglio Europeo, dopo che l’Italia e la Grecia avranno eletto rispettivamente il loro nuovo presidente della Repubblica, e punta al sostegno del leader italiano nella battaglia contro l’austerità.


I greci hanno licenziato il governo di Antonis Samaras e Evangelos Venizelos, i leader del partito di centrodestra Nuova Democrazia e dei socialisti di Pasok, lasciando però Tsipras a due passi dalla maggioranza assoluta, visto che Syriza ha avuto 149 sui 300 seggi del parlamento greco.
La formazione del nuovo governo con il sostegno dei moderati Greci Indipendenti di Panagiotis Kammenos non ha sorpreso nessuno in Grecia. I Greci Indipendenti provengono da una scissione della Nuova Democrazia quando Samaras ha sposato le tesi dell’austerità imposta da Angela Merkel.


Tsipras fino all’ultimo giorno della campagna elettorale aveva dichiarato che non andava a governare con partiti o persone che avevano collaborato con la Troika e che voleva la maggioranza assoluta. Con coerenza ha seguito questa linea anche dopo il voto declinando le voci delle sirene che volevano vederlo governare con il Pasok o con i populisti di Potami (Fiume). Tsipras e Syriza hanno cercato, come hanno fatto anche prima delle elezioni, la collaborazione del Partito Comunista ortodosso Kke, che ha dichiarato però che voterà tutte le leggi che non saranno antipopolari.


Il leader della sinistra greca ha fatto il primo strappo con un giuramento laico, abbandonando la tradizionale Bibbia che in Grecia simboleggia per tanti la sottomissione dello stato alla chiesa ortodossa e il nazionalismo greco. Esempio che ha seguito il giorno dopo la maggior parte del suo governo, esclusi quattro ministri e i rappresentanti dei Greci Indipendenti, che con Kammenos come ministro della Difesa hanno avuto solo cinque incarichi tra ministri, viceministri e sottosegretari.


La verità è che il governo di Tsipras è fortemente un governo di sinistra, che va dal vicepresidente del governo, l’economista Giannis Dragasakis, fino ai “ragazzi della generazione di Genova”, dallo stesso Tsipras o dal portavoce del governo Gabriil Sakelaridis e il braccio destro del leader greco, Nikos Pappas.
Le aspettative dal governo di Tsipras in Grecia sono tante, come dimostra il quasi 10 per cento in più che ha avuto il suo partito rispetto alle elezioni per il Parlamento europeo del maggio scorso. Ci si aspetta che con le prime decisioni di Tsipras e dei suoi ministri che occupano i ministeri del Lavoro e dello Stato Sociale partirà una raffica di leggi che ripristinerà: il salario minimo a 751 euro (i livelli prima della crisi), i contratti collettivi e la contrattazione collettiva (abolita dalla Troika), l’entrata nel sistema sanitario nazionale di quasi un terzo della popolazione, che grazie ai Memorandum non ha diritto ad un medico e alle medicine.


Ma la partita più importante si giocherà con la Commissione Europea, la Troika e naturalmente Merkel. Il “partito dell’austerità”, con la cancelliera tedesca in testa, avvisa Tsipras che non ci saranno concessioni e si dovranno rispettare le firme e gli accordi con i precedenti governi.


Il chiaro messaggio dei cittadini greci contro l’austerità offre a Tsipras e Syriza la forza di insistere sui loro tre obiettivi più importanti per ricostruire il loro paese: una Conferenza Europea per il Debito, con la cancellazione della maggior parte dello stesso, l’abolizione del Patto di Stabilità e un New Deal europeo per la creazione dei posti di lavoro fisso attraverso gli interventi pubblici per far ripartire un’economia ecosostenibile.


Da parte sua Tsipras la lasciato un chiaro messaggio dopo il suo giuramento e prima di insediarsi nella residenza del primo ministro visitando il campo di tiro di Kaisariani a due passi dal centro di Atene lasciando dei fiori in memoria dei centinaia di partigiani e comunisti fucilati dai nazisti durante l’occupazione tedesca.

Pubblicato il 

29.01.15
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