Leggiadra e vanesia come una signora, la nuova perequazione cantonale (Npc) non smette di far parlare di sé. Frutto di un compromesso politico trovato a Berna, poi sottomessa al voto popolare, la "leggiadra signora" dovrebbe entrare in vigore nel 2008. Dovrebbe. I botta e riposta a suo riguardo, fioccati a grappoli nelle scorse settimane sui nostri quotidiani ad opera di economisti, prima, e di politici e gente comune, poi, lascia infatti intendere che la Npc così come è stata concepita il Ticino proprio non riesce a digerirla. Andando oltre i problemi di calcolo strettamente mantematico – che solo pochi sono realmente in grado di comprendere – ricordiamo che il saldo finale che, quello, è chiaro a tutti mette infatti il Ticino tra i Cantoni ricchi, quelli che dovranno compensare i cuginetti meno fortunati, sborsando 27 milioni di franchi. Ricchi? Lo siamo davvero? E mentre si fa a gara sfoggiando calcolatrici ed estro per trovare l'inganno, c'è chi come l'Movimento per il socialismo (Mps), ha sollevato la questione di sapere che cosa hanno fatto i nostri deputati a Berna mentre la Npc veniva elaborata. Ne abbiamo discusso con Fabio Pedrina, consigliere nazionale Ps.

La perequazione finanziaria è un mezzo per creare una rete di solidarietà tra cantoni ricchi e cantoni poveri. Il primo passo da compiere è stabilire chi è ricco e chi, invece, è povero e dunque bisognoso. Il secondo passo consiste nel fissare la cifra che ognuno dà, rispettivamente riceve.
Due operazioni che vengono effettuate prendendo in considerazione i seguenti quattro pilastri: le persone fisiche; le persone giuridiche, la sostanza e l'imposta alla fonte.
La ricetta della perequazione, detta così, sembra piuttosto semplice e di facile riuscita anche al "cuoco" meno esperto. Ma forse, non è poi così semplice...
Nelle ultime settimane molto è stato scritto, riscritto e dibattuto per cercare di spiegare come mai, un cantone come il Ticino che inizialmente avrebbe dovuto ricevere 70 milioni, si trovi oggi a doverne sborsare 27 perché considerato "ricco" malgrado il contesto socioeconomico non così roseo. Pensiamo ad esempio al tasso di disoccupazione tra i più alti in Svizzera o gli insolventi della cassa malati.
Tra gli interrogativi emersi nel corso delle ultime settimane, vi è chi, come il Mps, oltre a mostrare sorpresa e rabbia nei confronti del nuovo saldo pesantemente negativo, si è chiesto come mai la deputazione ticinese a Berna non sia intervenuta durante la fase dei lavori e non abbia sollevato le critiche necessarie ad evitare la situazione nella quale oggi ci troviamo.
«La deputazione ticinese non è intervenuta semplicemente perché i dettagli di tutto il meccanismo verranno discussi soltanto nelle prossime settimane, dopo che un'apposita commissione avrà attentamente preso in esame tutti i dati, permettendo poi al Nazionale di affrontare apertamente la questione. Quello che è emerso fino ad oggi sono, invece, solo ipotesi fondate sulla proposta del Consiglio federale», risponde Fabio Pedrina conscio del fatto che la Npc sia un meccanismo assolutamente complesso, composto da "scatole e scatolette" che saranno chiamate a distribuire soldi in maniera compensativa.
«Purtroppo le cifre che hanno scandalizzato tutti, sono apparse soltanto da poche settimane: fino ad allora eravamo coscienti che una variazione del saldo fosse possibile, ma non in queste dimensioni. Se ne avessimo avuto anche il minimo sospetto, ci saremmo allarmati, tutti, a tempo debito», sostiene il deputato.
Ma ora è tardi e le cifre sono lì davanti ai nostri occhi, scaturendo non poche ire.
La domanda sorge spontanea: ma davvero non si poteva fare nulla per evitare tutto questo? Il deputato al nazionale ammette due limiti del comportamento ticinese avuto fino ad oggi «Il nostro Cantone, tutti coinvolti, può fare un esercizio di autocritica ammettendo di non essere sufficientemente presente e partecipe sul fronte bernese, a tutti i livelli –  sia di funzionari, sia di consiglieri –  in tutti i luoghi che contano nella presa di decisioni. Il che comporta una perdita di contatto con la realtà di Palazzo federale, importantissima».
Ma non è la sola autocritica fattibile in questo momento. Secondo Fabio Pedrina, infatti, non sono mai state fatte verifiche del sistema della Npc attraverso esercizi di simulazioni, provando a variare alcuni parametri così da osservare gli eventuali cambiamenti possibili nelle cifre. «Ma questo era compito di chi si occupava dietro le quinte della preparazione dei dettagli del meccanismo di perequazione», afferma Pedrina «Non dei deputati».
I test non sono stati fatti e così oggi siamo costretti a guardare in faccia alla realtà, amara, che ci si presenta.
Ma dove sta il problema?
Come tutti, anche Fabio Pedrina si è fatto una "sua" idea della situazione e delle cause che l'hanno potenzialmente generata. Tutto resta da verificare anche perché i dati a disposizione non sono completi, tuttavia «con gli elementi a mia disposizione credo che una buona influenza la possa aver avuta la politica dissennata di sgravi fiscali portata avanti da Marina Masoni. Secondo i primi calcoli effettuati, il Ticino avrebbe dovuto ricevere 70 milioni: la mia impressione è che la base dei dati presa in considerazione sia precedente agli sgravi.
Mi spiego. Nel momento dei primi calcoli, gli importi delle persone giuridiche erano bassi perché in quegli anni le banche avevano dichiarato il meno possibile sapendo che qualche anno dopo avrebbero potuto far ricomparire "il malloppo" intero. E i soldi sono effettivamente comparsi e, di conseguenza, tassati. ed entrati nel calcolo finale con l'effetto che tutti conosciamo. È un'ipotesi ma potrebbe anche trovare fondamento». 
Non tutto è perduto e potremo anche assistere a una rinormalizzazione degli indici nel momento in cui si farà l'aggiornamento. Ma se così non fosse saremmo veramente confrontati a un problema di fondo di tutto il meccanismo della Npc, lascia intendere il nostro interlocutore...
Ma stanare l'inghippo è possibile? «Stanare l'inghippo non solo deve essere possibile ma deve anche essere il primo passo da fare prima di iniziare la battaglia contro il sistema  della perequazione», commenta il deputato Ps. «In base al dato che emergerà ognuno dovrà assumersi la responsabilità che gli spetta».
«Dubito che basterà semplicemente modificare un solo parametro per risolvere la questione e dare al Ticino il posto che gli appartiene nella classifica dei cantoni. Inoltre, il meccanismo della Npc posa infatti su un compromesso di lungo corso trovato dai cantoni insieme ai direttori delle finanze dei vari cantoni….», conclude Pedrina.
Per il momento è più che mai auspicabile una verifica dei vari dati ed elementi in possesso dell'amministrazione in base a cui tentare di riproporre anche agli altri cantoni la questione di fondo.
La lotta che attualmente è stata lanciata da e su vari fronti non permette di vederci molto chiaro perché tutto è velato da una cortina di dubbi e domande. Le stesse basi didattiche non sono nitide. Politicamente non sarà facile stanare l'inghippo e, qualora sarà stanato, non sarà a quanto sembra comunque facile trovare il correttivo adeguato.

Pubblicato il 

02.02.07

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