Il 7 settembre, il Consiglio federale ha preso le decisioni di principio riguardo alla revisione della Legge sull'alcool. Decisioni criticate da Dipendenze info Svizzera, fondazione attiva a livello nazionale nella prevenzione di problemi legati all'alcool e alle dipendenze.

Con la nuova Legge sull'alcool, il Consiglio federale dice di «voler adeguare alla realtà economica e sociale del ventunesimo secolo un sistema giuridico obsoleto», questo attraverso misure volte ad agevolare la produzione e la vendita di alcool. Ed è proprio quest'aspetto ad essere fortemente criticato da Dipendenze info Svizzera, secondo cui, con il progetto di Legge, il Consiglio federale «ha perso un'occasione per trattare i problemi legati al consumo di alcool come una problematica di salute pubblica».
I principali cambiamenti previsti dal Governo sono: meno ostacoli alla produzione di alcool; agevolazioni fiscali mirate per il settore; nessuna tassa sull'alcool utilizzato per produrre alimenti solidi (ad esempio fondue e cioccolatini al kirsch); allentamento delle prescrizioni in materia di pubblicità per i liquori; nessuna misura di aumento dei prezzi. Al contempo, il Consiglio federale pone due priorità: maggiore efficacia nella tutela della gioventù e l'introduzione di un regime notturno per la vendita di alcool.
Per dare maggiore rilievo alla tutela della gioventù, il Consiglio federale ha confermato diverse misure già proposte nella procedura di consultazione, come la definizione di un'età minima legale per la consegna di bevande alcoliche (18 anni in generale, 16 per birra e vino) in combinazione con la creazione di una base legale per eseguire i test d'acquisto e il divieto di cedere bevande alcoliche ai minorenni. A ciò si aggiunge l'armonizzazione, a livello federale, del cosiddetto "articolo dello sciroppo", che obbliga le mense a offrire almeno tre bevande analcoliche a un prezzo più basso di quella alcolica meno cara. Infine, le degustazioni, le consegne gratuite e la vendita da distributori automatici dev'essere ammessa solo se è garantita la tutela della gioventù.
Inoltre, per limitare il consumo di alcool nelle ore notturne, il Governo ha proposto due misure: dalle 22 alle 6 di mattina non deve più essere possibile acquistare alcool nei negozi al dettaglio e devono essere vietate le offerte civetta nelle mense. Secondo chi lotta contro i problemi legati all'alcool, si tratta però di misure insufficienti: il Governo darebbe così la priorità alla libertà economica invece che alla protezione della salute pubblica. «È un progetto che manca di coerenza. Questa Legge non dev'essere scritta per preservare gli interessi economici di oggi, ma per garantire la salute della popolazione anche in futuro», si legge nel comunicato di Dipendenze info Svizzera. Il Consiglio federale vuole vietare la vendita di alcool nelle ore notturne, ma al contempo autorizza gli "Happy Hours" fino alle 22 per tutte le bevande alcoliche: «questo contraddice in pieno i suoi obiettivi. Dal punto di vista della prevenzione è incomprensibile e inaccettabile che l'offerta di bevande alcoliche a prezzi promozionali non venga limitata. È scientificamente provato che le azioni e le promozioni aumentano il consumo di alcool e incoraggiano gli eccessi».

I giovani bevono di più

Se è vero che negli ultimi vent'anni il consumo di alcool pro capite in Svizzera è diminuito (ragione con la quale il Consiglio federale giustifica un mancato aumento dei prezzi, vedi articolo sopra), quello dell'eccessivo consumo resta un problema per il paese. Infatti, nonostante un calo generale, il consumo di alcool da parte di alcuni gruppi ritenuti "a rischio" (tra i quali i giovani) tende invece ad aumentare.
Secondo i criteri dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), un consumo giornaliero di più di 20 grammi di alcool puro per una donna (pari a due dosi standard) e di più di 40 grammi per un uomo (4 dosi standard), aumenta significativamente i rischi per la salute. La maggioranza della popolazione svizzera, secondo l'ultima inchiesta sulla salute fatta nel 2007, ha un consumo di alcool che non supera queste quantità.
Gli uomini sono più bevitori delle donne, ma tra il '97 e il 2007 sono diminuiti coloro che hanno un consumo ritenuto "a rischio". Non si può dire lo stesso per le donne, che sono invece rimaste stabili nelle quantità consumate. Ma, se nello stesso periodo ('97-2007) il consumo a rischio è diminuito per tutte le fasce d'età, non lo è per i giovani tra i 15 e i 24 anni, che hanno invece visto aumentare la proporzione di questo tipo di consumatori.
I giovani, quindi, bevono di più rispetto a una decina di anni fa e, secondo alcune inchieste pubblicate nel 2011, iniziano a bere già in adolescenza, tra gli 11 e i 15 anni. Infatti, secondo i dati del 2010, il 13 per cento delle ragazze e il 27 per cento dei ragazzi quindicenni beve una bibita alcolica almeno una volta a settimana. Il consumo di alcool, per Legge, è però vietato fino a 18 anni (in molti Cantoni il limite è fissato a 16 anni per birra, sidro e vino). Ad inquietare è soprattutto l'aumento del consumo di liquori, che dal 2006 ad oggi è raddoppiato tra i quindicenni.
A questo si aggiungono i dati dell'inchiesta del 2007 sui ricoveri per intossicazione da alcool: circa 1'700 adolescenti e giovani adulti sono stati ospedalizzati per questo motivo, per una media di quasi cinque al giorno. Tra il 2005 e il 2007, il numero di giovani finiti all'ospedale per un'intossicazione acuta da alcool è aumentato del 16 per cento, aumento che riguarda in particolare le ragazze (il cui consumo resta però inferiore a quello dei ragazzi).
Sempre nel 2007, a circa 600 ragazzi e ragazze è stata diagnosticata, in ospedale, una dipendenza dall'alcool, per una media di circa 1,7 casi diagnosticati ogni giorno. Dal 2005 al 2007, l'aumento è stato del 18 per cento e ha interessato principalmente le ragazze. L'aspetto più preoccupante è che i primi casi di dipendenza sono stati diagnosticati già a 14-15 anni. Queste statistiche tengono conto solo dei casi ospedalizzati, verosimilmente si tratta quindi unicamente della punta dell'iceberg di un fenomeno più ampio.
Se i dati sul consumo globale di alcool non preoccupano le autorità al punto da giustificare un aumento dei prezzi o l'introduzione di norme più restrittive in materia (anzi, la diminuzione del consumo rassicura), non si può comunque affermare che la situazione sia sotto controllo, in particolare per quanto riguarda i giovani. Inoltre, si calcola che i costi sociali legati al consumo di alcool ammontino a circa 6,7 miliardi di franchi all'anno, spese che pesano sulla collettività.
Queste spese non comprendono solo i costi diretti dati dai medicamenti, dagli ospedali, dalle spese per la prevenzione e quant'altro, ma anche costi indiretti (stimati a circa 1,5 miliardi di franchi) e costi immateriali (per circa 4,4 miliardi).
Per questo la fondazione Dipendenze info Svizzera si dice delusa dal progetto di Legge del Governo (vedi articolo sopra) che, dice, «ha deciso di non mettere in atto proprio le misure più efficaci in materia di prevenzione».

Pubblicato il 

23.09.11

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