Donne ed elettori? Gioie ma soprattutto dolori. Bisogna essere chiari su questo punto: la politica non è un affare per signorine. Figuriamoci se lo è per le signore, con tutti gli impegni che – si suppone – hanno. In Svizzera alle donne è già stato concesso il diritto di voto da un lunghissimo trentennio. Cosa pretendono adesso? Vogliono anche mettersi in lista e magari essere elette? C'è davvero da mangiarsi le dita a pensare che in questo paese avevamo resistito tanto a lungo prima di cedere ai piagnistei delle femmine, aizzate da qualche suffragetta sfaccendata. Pazienza, è inutile piangere sul voto concesso, ormai il pasticcio è stato fatto.
Solo che mi viene la malinconia a pensare a tutti quei fornelli sguarniti. Ai bimbi innocenti trascurati per preparare i discorsi da pronunciare in Parlamento. Ma quali discorsi vogliono fare alla Nazione? Questo paese non è un albergo? Mettiamo una tassa sui calzini sporchi? Una legge per stabilire chi lo cambia adesso il bambino, chi lo porta al corso di scherma? È chiaro, la presenza delle donne in politica porta a una banalizzazione del dibattito anche se adesso le lasciamo persino studiare. D'altra parte l'università fa bene la parte del sensale favorendo ottimi matrimoni con futuri affermati professionisti.
Le donne porterebbero nella discussione politica un'ipotetica sensibilità femminile? È soltanto una chimera che riempie le pagine delle loro riviste ma che concretamente si traduce in scene isteriche e pianti. Eh, si sa, sono emotive. Ma per piacere! Volete mettere una bella scazzottata? Quella sì che è risolutiva quando le parole non servono più. Ma sono cose per chi non ha paura di scheggiarsi le unghie.
In definitiva la quota rosa è solo una quota erosa a chi il mestiere del politico lo sa fare, cioè l'uomo. Peggio, le donne non solo non aiutano i più competenti colleghi maschi, addirittura li intralciano. In un consesso solo virile c'è più tranquillità. Appena si affaccia una donna si crea lo scompiglio. L'uomo è cacciatore (non solo di voti) e di fronte a una potenziale preda fatalmente smette di pensare al paese, si concentra più sulle donne che sui buoi, anche se aggiogati in pariglia ma il settore primario non lo interesserà più. Insomma avete capito.
Non stupisce dunque che al solito siano le sinistre a far più danni spalancando le proprie liste alle donne come se si trattasse di iscriversi a un corso di merletti col tombolo. Ma loro se ne fregano del disordine che quelle portano in politica. Tanto i comunisti sono per le coppie di fatto, per l'amore libero. Tutto quello che contribuisce a disgregare la famiglia tradizionale, loro lo fanno. Anche allontanare le donne dai loro doveri principali: accudire mariti e figli.  
Un applauso alle destre dunque che non partecipano a questo scempio: pochissime donne in lista cosicché prima o poi lo capiranno che il loro posto è altrove. Bisogna scoraggiarle. Finché capiranno da sole che gli unici partiti che devono interessare alle donne sono quelli buoni da sposare.

Pubblicato il 

09.02.07

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