Allora. In Libia prima o poi dobbiamo tornarci perché il nostro presidente della Confederazione ha perso la faccia lì, tra quelle dune insidiose. E diciamolo subito, non sarà facile recuperarla in un habitat confortevole per serpi e scorpioni. D'altra parte non è accettabile per un uomo andarsene in giro così, inespressivo, senza che nessuno possa stabilire con certezza se dorme o se è sveglio, facendosi riconoscere soltanto dalle sue cravatte. I casi sono due: o ritrova la dignità di una faccia, o comincia a indossare lo shador così avere un volto diventa un optional. Anche perché se la ritrova per primo Muammar Gheddafi è capace che con le sopracciglia si fa una decorazione sulle spalline della divisa. Non sia mai.
Il problema naturalmente è il seguente: come si fa? Manu militari, evidentemente, come suggerivano acute teste pensanti ticinesi. A nord delle Alpi se li sognano questi lampi di genio. Un'ipotesi proponibilissima, d'altronde, se ci sono riusciti quegli svagati di italiani a inizio secolo, perché dovremmo fallire noi svizzeri così organizzati ed efficienti? E poi abbiamo tutto un arsenale militare che anela ad essere finalmente utilizzato. Il nostro esercito è stufo di vane esercitazioni su pascoli e alpeggi. Il nostro nemico non è la mucca ma il cammello. Vogliamo finalmente dare un sano impulso alla nostra economia con nuove, importanti spese militari? È talmente evidente: ci serve una guerra! Il momento è propizio, sappiamo anche contro chi combattere e dove trovarlo.
Credo che se andiamo lì ben equipaggiati e con le idee in chiaro non dovremmo metterci troppo ad aver ragione di quattro beduini attendati nel deserto libico. Anche Gheddafi, imbolsito e delirante, non pare un avversario temibile e in quanto colonnello sarà più facile discuterci a pistolettate che a codici e leggi.
Inoltre non sarebbe male avere una "Suisse mediterranée", altro che Ticino, lì sì che c'è sempre il sole. L'amico confederato di sicuro apprezzerà le vacanze in un rustico vista dune. Basta mettere un campanaccio ai cammelli e passa anche quel filo di nostalgia di casa. Già la vedo l'allegra fondue con gli amici sotto le palme, 40 gradi all'ombra, non c'è neppure bisogno di scaldare il pentolino tanto il formaggio esiste solo allo stato liquido. Porteremo noi anche il vino bianco. È probabile che i musulmani non bevano alcol semplicemente perché non hanno cantine fresche. Le costruiremo noi, è una questione di civiltà e democrazia.
Non penso che gli faremmo danno, in fondo il colonnello pur non bevendo le spara comunque grosse mica male. Ve la ricordate quella di proporre all'Onu di smembrare la Svizzera facendone tre distretti da attaccare ai rispettivi paesi confinanti? Credo non sia possibile oltraggio peggiore. Praticamente un incubo. Però ci fa capire una cosa: dobbiamo agire e dobbiamo agire in fretta. Perché se Maometto non va alla montagna (per restituirci 'sti misteriosi ostaggi), saranno le Alpi ad andare dai maomettani.

Pubblicato il 

25.09.09

Edizione cartacea

Nessun articolo correlato