L'editoriale

Chi legge area con assiduità ricorderà la vicenda. Adecco, il gigante dell’interinale, stilava un primo contratto con la paga versata all’operaio, mentre un secondo con la retribuzione maggiorata era destinato all’autorità cantonale per il rilascio del permesso. Sul piano civile Adecco è stata condannata a versare la differenza agli operai tutelati dal sindacato. Sul piano penale, la procura è stata obbligata ad aprire un’inchiesta. Pochi mesi dopo, la procuratrice Francesca Lanz ha emesso un decreto d’abbandono. Lunedì la Corte dei reclami penali ha accolto parzialmente il ricorso dei legali di Unia contro l’abbandono. La Corte non ravvisa gli estremi per il reato di falsità in documenti, mentre conferma la sussistenza delle ipotesi dei reati dell’inganno nei confronti delle autorità e dell’usura. Ergo, l’abbandono è annullato e bisogna riaprire l’inchiesta. Non solo. La Corte esprime giudizi piuttosto duri sull’operato del magistrato.


«È manifesto che quanto esposto dalla magistratura inquirente per negare l’adempimento del reato di usura sia lacunoso e carente» si legge, per poi proseguire «senza minimamente spiegare perché dagli interrogatori (dei lavoratori affiliati) sarebbe emersa l’assenza di elementi soggettivi e perché le informazioni (quali?), la documentazione (quale?) e le audizioni assunte in seguito avrebbero escluso l’esistenza degli elementi oggettivi di reato». Ci limitiamo a questa citazione. Interrogatori insufficienti, nessun approfondimento (“imprescindibile” annota la Corte) in cosa potesse consistere l’indebito profitto di Adecco e dei suoi clienti, valutazioni errate su reati civili invece di penali, sono una sintesi delle carenze segnalate. La Corte invita anche a verificare il ruolo dell’Ufficio stranieri che avrebbe consigliato all’Adecco di redigere contratti di durata indeterminata, non veritieri, affinché potessero concedere i permessi. Un aspetto mai considerato dalla Procuratrice.


A nostro parere, un’inchiesta condotta, nella migliore delle ipotesi, con superficialità invece del rigore necessario. Adecco è un attore di primo piano nell’influenzare il mercato del lavoro globale. E il precariato interinale ha delle importanti ricadute negative sulla società. Gestire un’inchiesta sul delicato tema con questi risultati, mina fortemente la credibilità della magistratura ticinese nel suo insieme. Salvo rari casi positivi, la Procura si è rivelata sovente inadeguata nell’affrontare le inchieste nel mondo del lavoro. Sia per competenze sia per sensibilità del magistrato inquirente. Non abbiamo ricette pronte, ma l’elezione dei magistrati per preponderanti meriti partitici, più che professionali, influisce di certo sullo stato attuale.
Il disastrato mondo del lavoro odierno merita e necessita (anche) di una magistratura di qualità. La giustizia è uguale per tutti, non deve essere un semplice e comodo slogan. Lavoratori, interinali compresi, meritano rispetto.

Pubblicato il 

05.11.15
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