In questi giorni il comitato dei promotori dell'iniziativa "per una cassa malati unica e sociale" presenterà in Internet un calcolatore premi, che dovrebbe consentire al pubblico di farsi un'idea abbastanza precisa su come cambierebbero i premi individuali di assicurazione malattia se l'iniziativa per la cassa malati unica venisse approvata il prossimo 11 marzo. È una svolta, poiché finora i sostenitori, e in prima linea il Pss, avevano rifiutato di farsi coinvolgere in questa guerra delle cifre. Il motivo che ha indotto Pss e Verdi a raccogliere la sfida di calcoli ancora prematuri e forse inattendibili, è stato il fatto che "comparis.ch" abbia presentato un proprio calcolatore premi basandosi unicamente sui dati forniti da Santésuisse, l'associazione mantello delle casse malati.

Sembra ormai chiaro che l'argomento decisivo della campagna per la votazione sulla cassa malati unica sarà il costo dei premi individuali per l'assicurazione malattia obbligatoria. I vantaggi della cassa unica sono in realtà parecchi, come per esempio la cessazione della pseudoconcorrenza tra casse malati, che in realtà si traduce soltanto in una caccia ai cosiddetti "buoni rischi". Oppure la garanzia che tutta la popolazione possa accedere allo stesso tipo di medicina di qualità. O ancora la possibilità di avere più trasparenza ed un maggiore controllo sull'impiego dei premi versati. Ma sono argomenti che vanno spiegati e capiti o, per gli oppositori, contestati.
Le cifre relative ai premi, invece, vengono capite da tutti e sembrano di per sé convincenti. Da qui l'insistenza, da parte di Santésuisse, nel voler dimostrare che, se l'iniziativa dovesse passare, a pagare di più non sarebbero soltanto i ricchi, ma anche la classe media.
In realtà una previsione attendibile non si può fare per diversi motivi, come spiega nell'intervista qui a fianco il consigliere nazionale del Pss, Franco Cavalli . Un tentativo di replicare a questa evidente "strategia della confusione" messa in atto da Santésuisse (e dal consigliere federale Pascal Couchepin) è stato fatto da Pierre-Yves Maillard, vicepresidente del Pss e direttore della sanità del canton Vaud. Santésuisse ne ha però approfittato per sostenere che tutti i redditi imponibili superiori ai 100 mila franchi pagherebbero un'imposta sulla salute dell'otto per cento costante. Ma sostenere questo significa non tener conto del limite massimo all'ammontare dei premi che invece i promotori dell'iniziativa hanno dichiarato di accettare.
Insomma, anche se c'erano dei buoni motivi per non proporre un incerto modello del sistema dei premi della cassa malati unica, queste trappole della propaganda degli oppositori costringono il Pss e i Verdi a farlo. E anche a difendersi da insinuazioni e distorsioni che sembrano diffuse apposta per seminare dubbi tra la gente e discordia tra i sostenitori della cassa unica. Quest'ultimi, tra l'altro, sono aumentati: un sondaggio interno ha mostrato che la maggioranza dei medici di famiglia è favorevole alla cassa malati unica, mentre la Federazione dei medici svizzeri (Fmh) lascia ai suoi membri libertà di voto.


Cavalli: "è cresciuto il consenso"

Franco Cavalli, è vero quanto è stato pubblicato di recente, secondo cui lei non vorrebbe più impegnarsi tanto nella campagna per l'iniziativa sulla cassa malati unica?
Non è vero. Mi sto impegnando. Il partito ha messo in giro centomila lettere con la mia foto per raccogliere soldi e mobilitare i simpatizzanti socialisti, partecipo ai dibattiti televisivi, mi reco in diverse località… Quell'articolo aveva esagerato: quello che ho detto è che io attualmente non ho tantissimo tempo, perché ho una serie d'impegni professionali e a partire da giugno sarò obbligato ad andare parzialmente in pensione, il che mi obbliga a riorganizzare molte cose. E mentre qui un Ticino m'impegno a fondo, non ho molto tempo per andare a nord delle Alpi e quindi non posso partecipare a molti dibattiti e confronti. Oltretutto, essendo questo un anno elettorale, il fatto che io abbia poco tempo spinge tanti altri a prendere il mio posto.
Quell'articolo dava anche l'impressione che lei criticasse il Partito perché non s'impegnerebbe più come una volta…
Era una citazione presa da una mia intervista al settimanale Woz di sei mesi fa. In realtà, sulla cassa malati unica non ho fatto nessuna critica al partito, anzi ho detto che il partito si sta impegnando di più che non quattro anni fa sulla nostra iniziativa ["La salute a prezzi accessibili" respinta dal popolo il 18 maggio 2003, ndr]. Certo, ci sono alcune pecore nere, come Simonetta Sommaruga, o alcuni di Zurigo, come Koni Loepfe, che sparano contro questa iniziativa, ma globalmente il partito si sta impegnando sicuramente di più rispetto a quattro anni fa.
Ma perché il Pss non ha contestato subito, cifre alla mano, le valutazioni sul presunto aumento dei premi della cassa malati unica diffuse da Santésuisse e riprese da "comparis.ch"?
Secondo me, la decisione del partito era giusta perché l'iniziativa dice che sarà poi il Parlamento a dover decidere come strutturare i premi di questa cassa malati unica, con il vincolo di mantenere la proporzionalità rispetto alla forza economica del singolo. Quindi, se si fanno dei modelli, questi valgono molto poco perché tutto dipende dalla decisione che prenderà il Parlamento. Oltretutto, l'esperienza di quattro anni fa ci ha mostrato che,  essendoci esposti con modelli molto precisi calcolati cantone per cantone, Santésuisse è venuta fuori dicendo che questo modello è sbagliato, che quest'altro è giusto, che Couchepin diceva un'altra cosa… In altre parole, diffondere insicurezza rispetto a quello che poi capiterà è la tattica  di coloro che non vogliono cambiare nulla: creano confusione perché sanno che quando la gente è confusa vota "no". Perciò ci siamo detti: non prepariamo nessun modello, ma facciamo una discussione di principio sul fatto che ci vuole la cassa malati unica perché fa risparmiare molti dei soldi buttati via dalle quasi cento casse malati con i loro grandi stipendi e le somme spese per la pubblicità. E d'altra parte, siccome si accetta il principio che i premi sono proporzionali alla forza economica di ciascuno, è evidente che la maggioranza degli assicurati pagherà di meno, visto che oggi il 10 per cento dei più ricchi qui da noi paga migliaia di volte meno di quello che pagherebbe se vivesse in Italia o in Germania.
Ora il comitato dell'iniziativa ha deciso di accettare la sfida e presenterà un proprio calcolatore dei premi. La presidente Therese Frösch ha però aggiunto che far pagare i ricchi in proporzione ai loro redditi è una questione complessa e polticamente rischiosa…
Quattro anni fa, in vista della votazione sull'iniziativa socialista, avevamo  messo a punto un modello che era totalmente proporzionale, ed effettivamente veniva fuori che uno come Blocher, uno come Ospel, ecc., avrebbero dovuto pagare somme estremamente alte che potevano superare il milione. Allora ci era stato rimproverato di non aver posto un limite: un'obiezione che ad ogni modo questa volta accettiamo. Ci avevano ridicolizzato dicendo: è impossibile che Ospel o Blocher paghino due milioni all'anno, perché se ne andranno all'estero. Perciò questa volta abbiamo detto che c'è una proporzionalità, però ci sarà anche un tetto, un po' come per l'Avs. Non abbiamo proposto un modello perché, tra l'altro, i premi non saranno unici, ma saranno per cantone, ed anche questo rende difficile fare calcoli. Quindi, il limite di reddito al di sopra del quale si pagherà di più e al di sotto del quale si pagherà di meno, dipenderà anche dai cantoni.
Come commenta il fatto che i medici di famiglia sono in maggioranza favorevoli alla cassa malati unica, mentre la Federazione dei medici svizzeri (Fmh) lascia ai suoi membri libertà di voto?

È già molto interessante che in tutti i cantoni romandi i medici abbiano partecipato ad una consultazione di base, e la loro maggioranza (a Ginevra, per esempio, il 75 per cento) ha detto sì alla cassa malati unica. Però nella Svizzera tedesca la maggioranza dei medici, o almeno degli specialisti, è contraria. Quindi, le posizioni si sono un po' neutralizzate. Per questo la Fmh ha scelto la libertà di voto, che è già un passo avanti rispetto a quattro anni fa, quando sulla nostra iniziativa la Fmh si era battuta a fondo per il no. Questa volta abbiamo a favore i medici di famiglia, i capiclinica, gli assistenti, le infermiere, i medici della Svizzera romanda, mentre gli altri sono almeno per la libertà di voto.
Allora lei è ottimista?

Le iniziative sono sempre difficili. Tutto sommato, penso ottimisticamente che faremo un risultato migliore rispetto all'iniziativa di quattro anni fa: ci saranno diversi cantoni dove quella attuale verrà accettata; e questo, in fondo, sarà un segnale quasi sufficiente.

Pubblicato il 

02.02.07

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