L'editoriale

La chiusura anticipata nel 2019 della centrale nucleare di Mühleberg, annunciata settimana scorsa dal consiglio di amministrazione delle Forze Motrici Bernesi BKW (gestore dell’impianto) sarà anche un fatto storico, ma soprattutto inquietante se si tiene conto che abbiamo a che fare con un impianto vetusto, con importanti lacune in materia di sicurezza.

 

Lacune che per essere risolte richiederebbero investimenti giudicati troppo onerosi da BKW, la quale ha dunque optato per una serie di interventi minimi volti a garantire il mantenimento in esercizio della centrale ancora per alcuni anni. Insomma per tirare in là un po’ di tempo, per spremere il limone finché è possibile. Ma così si scherza col fuoco e si espone la popolazione a un rischio incalcolabile.


Situato a una ventina di chilometri dal centro di Berna, il reattore di Mühleberg suscita preoccupazione sin dall’inizio degli anni Novanta, quando apparvero le prime crepe nell’involucro del nucleo (causate dalla corrosione indotta dall’acqua di raffreddamento). Ma è solo dopo il disastro nucleare di Fukushima del marzo 2011 (che tra l’altro ha interessato un impianto dello stesso tipo e della stessa generazione) che l’autorità di controllo è intervenuta con apparente fermezza. L’Ispettorato federale della sicurezza nucleare (IFSN) l’anno scorso ha imposto una serie di interventi immediati e subordinato il mantenimento in esercizio della centrale oltre il 2017 all’adozione di «vaste misure di riequipaggiamento» che consentano di «ripristinare un livello di sicurezza corrispondente allo stato attuale della tecnica».


Oggi sappiamo che BKW rinuncia a tali investimenti (troppo onerosi) e scopriamo pure che l’IFSN, a conferma dei dubbi sulla sua reale indipendenza dall’industria atomica, è di fatto disposto a chiudere un occhio per due anni supplementari, fino al 2019. O forse anche oltre, visto che la chiusura di Mühleberg è per ora solo stata annunciata da BKW.


Una centrale nucleare giudicata insicura da più punti di vista (oltre al citato problema dell’involucro, l’IFSN ha per esempio rilevato la necessità di un impianto di raffreddamento indipendente dal vicino fiume Aare e l’adozione di misure anti-sismiche) andrebbe chiusa immediatamente. Punto e basta. Perché la sicurezza non è trattabile: le conseguenze di un incidente in un paese piccolo come la Svizzera sarebbero catastrofiche per le persone e per l’intera economia.


La decisione di mantenere Mühleberg in esercizio per ancora sei anni è semplicemente una follia. Una follia che tra l’altro rischia di ripetersi anche con gli impianti di Beznau (tra i più vecchi al mondo!) che sono confrontati con carenze simili a quelle di Mühleberg.

 

Nella speranza che non capiti nulla...

 

Pubblicato il 

06.11.13

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