La penuria di alloggi a prezzi accessibili tocca tutte le regioni del nostro paese. È il motivo per il quale un anno fa è stata lanciata l’iniziativa che chiede alla Confederazione ai Cantoni e ai Comuni di promuovere misure efficaci per incrementare il parco alloggi a pigione moderata e colmare il crescente bisogno. In un anno tutte le associazioni inquilini cantonali sono riuscite a raccogliere globalmente 124.500 firme depositate il 18 ottobre scorso alla Cancelleria federale. Un successo dovuto al grande interesse verso questo tema dimostrato soprattutto nelle città.


Parallelamente a questa grande mobilitazione degli inquilini, e dimostrando scarsa sensibilità alle loro richieste, sia il Consiglio degli Stati sia il Consiglio nazionale hanno rifiutato la proposta del Consiglio federale di introdurre il formulario ufficiale ad inizio locazione. Una sconfitta bruciante per tutti gli inquilini, che si son visti negare una possibilità semplice e facilmente applicabile di controllo degli aumenti al cambio di locatario. L’Associazione inquilini di Basilea città ha reagito a questa provocazione lanciando un’iniziativa cantonale per l’introduzione del formulario ufficiale, che ricordiamo è una realtà in altri Cantoni. In Ticino da anni chiediamo che il Governo si doti di questa efficace misura, ma ad oggi nulla si muove, sembra manchi il coraggio di introdurre normative che limitino i guadagni abusivi di taluni locatori. Si preferisce garantire loro il versamento dei canoni di locazione attraverso il sostegno ai cittadini meno fortunati, piuttosto che intervenire limitando i continui rialzi delle pigioni. Anche a Ginevra cooperative, associazioni di quartiere, associazioni inquilini e forze progressiste hanno reagito all’impennata degli affitti e hanno lanciato un’iniziativa per favorire nuovi alloggi locativi e aumentare la percentuale di alloggi sociali promossi dalle cooperative o sussidiati dal Cantone.


L’indifferenza verso i bisogni dei locatari o peggio l’opposizione a soluzioni che preservino il diritto all’alloggio non è merce rara neanche altrove. Nel canton Vaud l’ambiente immobiliare ha lanciato un referendum contro la legge appena votata, che controlla gli aumenti dovuti alle ristrutturazioni e favorisce la costruzione di alloggi sociali. Saranno i cittadini a decidere se sostenere le proposte o se lasciare la strada spianata agli speculatori, e auguriamoci che non siano i soliti a soccombere.
Insomma tempi duri per gli inquilini che devono sperare nella sensibilità di chi decide per loro, ma che contrariamente a loro il problema dell’alloggio lo conoscono solo per sentito dire.

Pubblicato il 

09.11.16

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