Aiuti speciali coronavirus

Come è ben noto, allo scoppio della pandemia, la Catena della Solidarietà (CdS) ha attivato una raccolta fondi per aiutare le persone residenti nel nostro Paese a far fronte alle problematiche causate dal virus e a sostenere le misure messe in atto dalle Autorità. La risposta di migliaia di donatori è stata molto generosa: la CdS ha quindi sollecitato le grandi organizzazioni umanitarie attive sul territorio nazionale, tra cui Sos Svizzera, a sottoporre dei progetti che perseguissero lo scopo della raccolta. Sos Ticino ha aderito all’iniziativa e si è subito attivato su diversi fronti.


Sostegno nell’uso del digitale a disoccupati e giovani migranti: un percorso formativo per migliorare le proprie competenze così da riuscire più facilmente ad entrare in un mercato del lavoro che sempre più comunica tramite vettori digitali (ad esempio per l’annuncio di posti vacanti o per elaborare le candidature) anche in quei settori che fino a prima della pandemia lo facevano con metodi più «classici». Con i fondi del progetto sono stati anche acquistati dei Pc per la formazione e l’allenamento all’uso dei mezzi informatici ed è stata tradotta in italiano una piattaforma di e-learning creata dal Sos di Lucerna, che a giorni verrà messa a disposizione dei nostri utenti.


Misure a favore delle persone in cerca d’impiego: un job coaching individualizzato per persone senza diritto alla Ladi (sulla falsa riga di quanto offriamo già ai giovani con il progetto CT2), l’adozione di un software per imparare o allenarsi nella gestione informatica del magazzino e della vendita di articoli nei nostri atelier, e la progettazione di un supporto mirato per utenti over 50.


Sostegno finanziario a lavoratori in situazione precaria: viene fornito a nostri utenti regolari o ad ogni cittadino residente in Ticino che ce ne fa richiesta; ad oggi abbiamo potuto far fronte a una settantina di domande, da singoli o famiglie, e ne hanno quindi beneficiato circa 200 persone. Le difficoltà finanziarie sono state riscontrate sia da cittadini svizzeri che da cittadini stranieri.

 

Una parte di essi sono lavoratori indipendenti senza diritto alle Ipg, o insufficienti per far fronte alle spese indispensabili, altri sono lavoratori dipendenti a lavoro e salario ridotto, o con contratto su chiamata (quindi senza diritto al lavoro ridotto), o con un salario appena sufficiente al minimo vitale da non riuscire a far fronte alle spese a causa della pandemia. Gli aiuti sono stati erogati tramite buoni acquisto (alimentari e prodotti di prima necessità) o con il pagamento diretto di fatture (affitto, elettricità, riscaldamento, cassa malati, spese mediche ecc.). Sono stati sostenuti anche dei rimpatri, verso l’estero per cittadini stranieri o verso la Svizzera per residenti.


Il progetto sarebbe dovuto terminare a fine anno ma, considerato che le necessità di aiuto permangono, abbiamo chiesto alla CdS un prolungo fino alla primavera 2021 e – notizia di questi giorni – ci è stato concesso.

Pubblicato il

17.12.2020 10:13
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