Al Palace le manette han fatto clic

Alla fine il bubbone è scoppiato, inondando col suo liquido purulento l'immagine dell'intero settore dell'edilizia cantonale. Usura, estorsione e falsità in documenti nella gestione dell'impresa Ipi sono le ipotesi di reato su cui la Procura sta indagando da un paio di mesi. L'impresa stava eseguendo dei lavori in subappalto sul cantiere del Nuovo centro culturale (ex Palace) affidatigli dal consorzio EdimSuisse e dalla spagnola Comsa, i vincitori della gara d'appalto. Sul banco degli accusati: politica del minor prezzo, termini di consegna folli, subappalti. E il ritorno del caporalato.

Iniziamo col raccontare la storia partendo dai suoi protagonisti migliori. Operai edili italiani alla ricerca disperata di un lavoro perché nel loro paese l'edilizia è ferma al palo. Un conoscente gli propone un lavoro in Svizzera. La prassi è quella in vigore in Italia da qualche anno nella costruzione: busta paga fasulla e pagamenti in contanti d'importi ben inferiori ai minimi sindacali. La prassi esige anche che il conoscente procacciatore di lavoro intaschi una parte della paga quale provvigione. Una sorta di agenzia interinale illegale.
Una decina di questi operai, malgrado l'assoluta necessità di lavorare, rompono lo schema omertoso e testimoniano al procuratore generale John Noseda lo sfruttamento a cui sono sottoposti. A fare da collante tra la Procura e gli operai, i funzionari sindacali di Unia. Sempre presenti sul cantiere, dimostrando impegno e serietà negli interventi sindacali a tutela dei salariati, riescono a conquistare la fiducia degli edili appena giunti in Ticino. A poco a poco, gli operai sciolgono le riserve e rivelano il meccanismo di sfruttamento. Unia contatta la Procura per informarla di quanto scoperto. Il sindacato elogerà poi pubblicamente questi uomini, definendo il loro comportamento esemplare per aver dato una lezione di senso civico e coraggio a tutto il paese.
Le accuse contenute nelle numerose testimonianze rese sono pesanti. Ai primi posti figura la questione salariale: gli operai erano pagati, a dipendenza del compito sul cantiere, dagli 8 ai 13 euro l'ora. La paga minima legale in Ticino equivale circa a 22 euro. Anche il presunto caporale-intermediario, operaio attivo sul cantiere quale dipendente della Ipi, percepiva una paga simile. La differenza è che lui avrebbe arrotondato la sua paga con la "provvigione" prelevata dagli altri operai per avergli trovato lavoro.
La fetta più consistente l'avrebbe incassata il direttore della Ipi, Davide Tonetti, dopo essersi premunito di far firmare all'operaio la busta paga "regolare" mentre gli consegnava un importo di gran lunga inferiore a quanto scritto e legalmente previsto. Qualora il disegno fosse confermato dalla magistratura, il dettaglio delle buste firmate indica un salto di qualità nel disegno criminale del dumping salariale: occultare le prove dello sfruttamento nel caso qualcuno avanzi dei sospetti in tal senso. In questo modo sarebbero stati elusi i controlli della Commissione paritetica e dell'Ispettorato del lavoro.
Dopo la segnalazione, la Procura si muove celermente. Per due mesi indaga e cerca le prove di quanto affermato dagli operai. Sequestrerà la documentazione e i sistemi informatici della ditta, interrogando per ore il direttore. Acquisite le prove ritenute sufficienti, il Procuratore generale Noseda fa scattare le manette. Il presunto caporale viene arrestato, così come il direttore della Ipi. Le accuse sono pesanti: usura, estorsione e falsità in documenti. Sotto interrogatorio, il presunto caporale avrebbe ammesso il suo ruolo, affermando però che la mente del meccanismo era il direttore della Ipi. Quest'ultimo invece nega tutto, continuando a professarsi innocente. Il giudice competente convalida l'arresto del presunto caporale mentre lascia libero il direttore Ipi che rimane indagato.
Nel cantiere del Palace le infrazioni alle condizioni di lavoro sarebbero state numerose, con frequenti giornate lavorative oltre le dieci ore (e le ore supplementari naturalmente non erano retribuite come straordinarie). A questo si aggiunge il lavoro sotto la pioggia o la neve, con tutti i rischi connessi per la sicurezza e la salute degli operai. Sindacati e Commissione paritetica sono intervenuti più volte sul cantiere per le violazioni contrattuali. 
Da anni i sindacati denunciano il meccanismo perverso dei subappalti, meccanismo nel quale le responsabilità aziendali si diluiscono di passaggio in passaggio per poi dissolversi nell'aria. Denunce cadute nel vuoto. Anche i primi casi di caporalato resi pubblici da Unia negli scorsi anni non hanno prodotto, salvo qualche frase di circostanza, gli effetti sperati. Anzi, a volte il sindacato è stato deriso per le sue denunce pubbliche. Ora Unia ha modificato la sua strategia allertando direttamente la Procura. Una scelta, visti i risultati, pagante.
Altre ditte sono sospettate, sia sul cantiere Palace che in altri cantieri disseminati nel cantone, di praticare lo stesso giochetto. Ma la Procura indaga.

Le strane coincidenze della Ipi

Seppur breve, la storia della Ipi, la ditta incriminata nel caso Palace, è ricca di spunti. Emilio Bianchi, noto avvocato legato al Partito popolare democratico per conto del quale occupa cariche parapubbliche come la presidenza dell'aeroporto di Lugano, iscrive a registro di commercio nel giugno 2008 l'azienda Industrial plans investiments (Ipi). Scopo della ditta sono generiche attività di compravendita immobiliare. Per un confronto di date, ricordiamo che il consorzio Comsa-Edimsuisse ha vinto l'appalto Palace nell'aprile 2009. La cerimonia per la posa della prima pietra si è tenuta nel maggio 2010.
Torniamo alla Ipi. Nell'estate del 2010, nella conduzione della Ipi a Emilio Bianchi si aggiunge quale direttore Davide Tonetti, cittadino italiano residente in un comune del Varesotto. Tempo un mese, lo scopo aziendale è modificato due volte. Da immobiliare la Ipi passa a un'attività prettamente edile. Marzo di quest'anno, l'oggi indagato Davide Tonetti si trasferisce a vivere a Lugano, dove acquista un appartamento in una palazzina di recente costruzione. La sua impresa lavorerà nel cantiere del Nuovo centro culturale di Lugano grazie a un subappalto affidatole su mandato diretto dal consorzio composto dalla spagnola Comsa e la svizzera Edim Suisse. Oggi Tonetti è indagato dalla Procura per usura, estorsione e falsità in documenti.
È casuale la fortuna di Tonetti di prendere le redini di una ditta in  Svizzera e in pochissimi mesi trovare un subappalto nel cantiere del secolo, considerati gli importi in gioco? Tonetti è stato particolarmente abile nel farsi assegnare il subappalto o qualcuno l'ha chiamato? Domande che aspettano ancora delle risposte.


Pubblicato il

19.05.2011 01:30
Francesco Bonsaver
Editore

Sindacato Unia

Direzione

Claudio Carrer

Redazione

Francesco Bonsaver

Raffaella Brignoni

Federico Franchini

Mattia Lento

Indirizzo
Redazione area
Via Canonica 3
CP 1344
CH-6901 Lugano
Contatto
info@areaonline.ch

Inserzioni pubblicitarie

Tariffe pubblicitarie

T. +4191 912 33 88
info@areaonline.ch

Abbonamenti

T. +4191 912 33 80
Formulario online

INFO

Impressum

Privacy Policy

Cookies Policy

 

 

© Copyright 2023