All’estero in cerca di unità

«Questo “affare Telekom Serbia” è una montatura; non c’è stato e non c’è nessuno scandalo che coinvolga un uomo politico italiano; c’è stata una trattativa commerciale tra Telecom Italia e Telekom Serbia svolta sette anni fa secondo le modalità tipiche delle relazioni commerciali tra due aziende. La politica non c’entra niente. La destra ha cercato di montare un caso che non esiste». È cominciata con questa affermazione, del resto già ripetuta in altre occasioni, l’incontro che il segretario dei Democratici di Sinistra (Ds) ha avuto domenica scorsa con la comunità italiana di Zurigo. Il caso Telekom Serbia è un po’ un tormentone che perseguita ovviamente tutti i personaggi che vi sono a ragione o a torto implicati. E anche Piero Fassino (poveretto, verrebbe da dire) non può sottrarsi a domande su questo caso. Liquidata la “pendenza”, il segretario dei Ds è passato ad affrontare l’argomento politico che l’ha portato a Zurigo: promuovere anche tra gli emigrati italiani che militano nei vari partiti della sinistra la costituzione di un coordinamento dell’Ulivo. «Stiamo lavorando per un centrosinistra più unito, perché l’unità ci consente di essere più credibili; ed a questo sforzo le comunità italiane all’estero possono dare un grande contributo», ha detto Fassino. Un incontro, quindi, di carattere strettamente politico, sottolineato anche dalla partecipazione all’affollata assemblea della capogruppo socialista alle camere federali, Hildegard Fässler, e dall’ex-sindaco di Zurigo e candidato al Consiglio degli Stati, Josef Estermann. Ambedue gli ospiti svizzeri hanno tenuto il loro intervento in italiano. La signora Fässler ha sottolineato come il Pss sia l’unico partito elvetico a sostenere apertamente l’adesione della Svizzera all’Unione Europea, senza trascurare di fare un accenno alla problematica delle naturalizzazioni ed ai rapporti del Pss con i Ds italiani. Estermann ha invece avuto parole critiche verso la destra italiana: «La nostra amicizia per l’Italia ne soffre», ha detto riferendosi in particolare al fatto che per la maggioranza berlusconiana «la legge è diventata trastullo del potere». E l’ex-sindaco di Zurigo ha voluto trarne una lezione: «Anche la sinistra può imparare dalla storia: spesso nel nostro campo le rivalità personali hanno spianato la strada alla destra». La parte centrale del discorso tenuto dal segretario dei Ds è stata dedicata ovviamente alla politica italiana. Fassino (vedasi anche box) ha ricordato che l’obiettivo della sua visita a Zurigo era quello di «fare il punto su cosa succede in Italia e rendere chiaro qual è il giudizio dell’Ulivo sulla situazione; e soprattutto come noi intendiamo muoverci, che cosa vogliamo fare per dare una prospettiva diversa al nostro paese, e anche per dare soddisfazione alle esigenze e ai bisogni delle nostre comunità». Per fare un bilancio dei due anni e mezzo di governo del centrodestra, il segretario dei Ds ha ricordato che l’economia italiana oggi registra una crescita zero per la prima volta da 25 anni. La destra – ha aggiunto Fassino – ha ridotto le risorse per il Mezzogiorno; l’inflazione vera viaggia tra il 5 e il 6 per cento: il doppio di quanto riconosca il governo; salari e stipendi conoscono una riduzione del potere d’acquisto; e la capacità di spesa delle famiglie si va assottigliando: anche in Italia si sta verificando il fenomeno dei “working poor”, i lavoratori poveri. E ciò succede perché, anche se diminuisce la disoccupazione, in realtà aumenta il lavoro precario, con i contratti a termine che rendono il sistema produttivo più flessibile ma stagnante. «La differenza tra Visco e Tremonti (il precedente e l’attuale ministro italiano delle finanze, ndr) è che guardando Visco gli italiani sapevano di dover pagare le tasse, guardando Tremonti sanno che possono non pagarle», ha detto Fassino citando una frase di Romano Prodi in riferimento ai ripetuti condoni che l’attuale governo italiano sta attuando. Il leader dei Ds ha quindi accennato alla situazione sociale: scuola, sanità, pensioni, tutti settori in cui il governo impone dei tagli, producendo insicurezza e precarietà nel paese. Lo stesso si può dire nei campi della giustizia e dell’informazione, dove più che altro la destra al governo sta facendo fare brutte figure all’Italia. Ma adesso i cittadini cominciano a percepire la situazione, ha affermato Fassino. Lo dimostra l’indicazione unica scaturita dalle urne in occasione delle elezioni amministrative di quattro mesi fa, che hanno procurato la prima sconfitta elettorale della destra dalle ultime elezioni legislative. Per dimostrarlo, Fassino ha ricordato che per esempio in Sicilia Forza Italia ha perso 600 mila voti e Alleanza nazionale 200 mila. La destra sarebbe insomma in caduta di consensi e di credibilità. La verifica potrebbe esserci già a maggio del prossimo anno, con le elezioni amministrative nella maggior parte dei comuni e delle province d’Italia. Per riuscire a mettere in crisi la destra – ha detto il segretario dei Ds – «dobbiamo fare due cose: primo, accelerare la costruzione di un programma che dica come vogliamo governare l’Italia, come vogliamo rilanciare l’economia, affrontare i problemi sociali, fare una politica fiscale giusta. Come, cioè, dare all’Italia quella politica di crescita e di sviluppo che la destra non le ha dato. Secondo, abbiamo bisogno di presentarci uniti, perché la più grande debolezza del centrosinistra in questi anni è stata la sua scarsa unità». In questa strategia di ricompattamento «ci stanno anche gli italiani all’estero», ha concluso Fassino. E a dimostrarlo ci sarebbe il fatto che l’Ulivo si batte per un’integrazione piena, obiettivo di ogni cittadino straniero in un altro paese; perché gli italiani all’estero abbiano gli strumenti per vivere la propria italianità e quindi mantenere i rapporti con il proprio paese; perché possano esercitare liberamente (quindi informandosi e facendo propaganda) il diritto di eleggere i propri rappresentanti nel parlamento italiano; perché le comunità italiane all’estero non siano più considerate un problema, ma «una grande risorsa dell’Italia».

Pubblicato il

03.10.2003 02:00
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