Dolce casa

Da mesi il tasso di alloggi sfitti sale in Svizzera e in particolare in Ticino. La grande frenesia nell’edificare ha prodotto un’offerta superiore alla domanda. Si è costruito troppo, ma soprattutto non si è costruito soddisfacendo e tenendo in debita considerazione i veri bisogni degli inquilini.


Si potrebbe essere indotti a pensare che stanno cambiando i tempi: finalmente un po’ di tregua e di rilassamento nel mondo immobiliare. Purtroppo così non è, chi cerca un alloggio fatica oggi come ieri a trovarne uno che sia confacente ai suoi bisogni, ma soprattutto alle sue disponibilità finanziarie.


Ma com’è possibile questo? È presto detto: nel tasso di alloggi sfitti sono compresi anche quelli che sono destinati alla vendita e dunque non a disposizione dell’inquilino. Inoltre, una buona parte dello sfitto è composto da appartamenti con pigioni elevate, che non possono essere locati da chi ha un reddito medio. Un’altra fetta è costituita da appartamenti che non hanno più una proporzione fra qualità e costo.


Da tempo diciamo che vogliamo statistiche più mirate, che diano la reale situazione del mercato dell’alloggio. Ad esempio che dicano quanti sono gli alloggi sfitti a seconda dell’ammontare della pigione. Si potrebbe così sapere quanti sono gli appartamenti vuoti con una pigione sostenibile. Ma anche dove sono situati questi alloggi, in città o nelle periferie discoste, dove le spese per i trasporti e i servizi inesistenti pesano sul bilancio familiare? Si dovrebbe conoscere il costo degli appartamenti per rapporto al numero dei locali.


Senza avere a disposizione questi e altri elementi che caratterizzano il tasso di sfitto, si fa presto a dire che non c’è più penuria di abitazioni. Gli alloggi ci sono, ma per chi?

Pubblicato il 

18.10.18

Rubrica

Nessun articolo correlato