Il portaledi critica socialee del lavoro
di
Stephan Schmidheiny ha provocato consapevolmente un disastro ambientale che ha ucciso, sta uccidendo e continuerà a uccidere migliaia di persone che hanno respirato le polveri di amianto immesse negli ambienti di lavoro e di vita dalle sue fabbriche Eternit in Italia. Ma lui non va punito perché, con la chiusura degli stabilimenti nel 1985, ha smesso di delinquere e dunque «il reato è estinto per prescrizione maturata antecedentemente alla sentenza di primo grado». Così ha deciso mercoledì sera a Roma, chiudendo una giornata processuale drammatica, la prima sezione penale della Corte di cassazione. La condanna a 18 anni di carcere che era stata inflitta al magnate svizzero dal Tribunale d'Appello di Torino nel 2013 è così annullata e con essa tutti i risarcimenti alle vittime.
Sembra di essere tornati indietro nel tempo, quando nel film “Pane e cioccolata” un emigrante, interpretato da Nino Manfredi, si adatta a vivere in un pollaio pur di lavorare in Svizzera. Siamo nel 2014: a quattro chilometri dal confine con il Ticino, a Germignaga, in provincia di Luino, sono stati trovati stipati in un fatiscente capannone-lager 17 persone disposte anche a lasciarci le penne per andare in Ticino a guadagnarsi la pagnotta. In un sistema ignobile di sfruttamento.
Il loro destino era nelle mani del datore di lavoro, non avevano diritto a una vita famigliare e sociale, erano costretti ad alloggiare in baracche fatiscenti, e non potevano ammalarsi pena la perdita del posto. In queste condizioni hanno vissuto, anche per anni e anni, centinaia di migliaia di lavoratori stranieri in Svizzera ai tempi del cosiddetto “Statuto dello stagionale”, che tra il 1934 e il 2002 regolamentava la politica migratoria elvetica e che oggi l’Unione democratica di centro (Udc), forte dell’approvazione popolare lo scorso 9 febbraio dell’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”, vorrebbe ripristinare. Un’ipotesi scellerata che Unia combatte con una campagna di sensibilizzazione e informazione sul significato di quella tragica esperienza.
Ogni anno in Svizzera circa 30.000 persone senza lavoro esauriscono il diritto alle indennità di disoccupazione. Nei cinque anni successivi alla fine di tale diritto, la maggioranza di queste persone, cioè 7 su 10, ritrova comunque un lavoro. Anzi, quasi 5 sono già occupate nei primi dodici mesi. Delle restanti 3, solo una è ancora disoccupata dopo cinque anni, mentre le altre due si sono ritirate dal mercato del lavoro. A dirlo è uno studio dell’Ufficio federale di statistica (Ust) che aggiorna la precedente analisi su questo tema effettuata nel 2009 e conferma a grandi linee le tendenze osservate dall’inizio degli anni 2000, incluse le ripercussioni sui salari e sui redditi.
Sindacato Unia
Claudio Carrer
Francesco Bonsaver
Raffaella Brignoni
Federico Franchini
Mattia Lento
Tariffe pubblicitarie
T. +4191 912 33 88info@areaonline.ch
T. +4191 912 33 80Formulario online
Impressum
Privacy Policy
Cookies Policy
© Copyright 2023