Avs, si realizzi la promessa

È ora di realizzare le promesse. Nel mese di aprile del 1990 il Consiglio federale, nel messaggio di accompagnamento alla decima revisione dell'Avs, scrisse: «Nel corso degli ultimi anni, il postulato dell'introduzione di un limite di età flessibile ha incontrato un crescente riscontro. Ora ci si aspetta dal Consiglio federale, che si era impegnato ad esaminare la questione nel momento in cui avesse dovuto esprimersi sull'iniziativa popolare che mira ad abbassare l'età di pensionamento a 62 anni per gli uomini e a 60 anni per le donne, che compia un passo decisivo verso la realizzazione dell'anticipazione della rendita». La decima revisione, che innalzò l'età di pensionamento delle donne senza fare passi concreti verso una vera flessibilità dell'età di pensionamento per tutti, fu accolta e quell'iniziativa fu respinta in cambio della promessa che l'undicesima revisione sarebbe stata quella buona. E la stessa promessa fu decisiva nelle votazioni sull'Avs del 1998 e del 2000. Ma quello che uscì dal parlamento fu un modello di pensionamento flessibile che penalizzava i bassi redditi e le donne: inevitabile il referendum, e l'undicesima revisione fu respinta dal 68 per cento dei votanti.
Il segnale era chiaro: il popolo è stufo di vane promesse, ora vuole fatti concreti. L'occasione è data con l'iniziativa popolare per un pensionamento flessibile per tutti, sulla quale si vota il 30 novembre. Essa, in cambio di un prelievo medio sui salari di 6 franchi e 50 al mese, consentirà a tutti e a tutte, in particolare a coloro che oggi non possono smettere di lavorare perché percepiscono un salario troppo basso, di decidere di andare in pensione a partire dai 62 anni di età (l'età normale della pensione rimarrà fissata a 65 anni). Si tratta di un sistema che non graverà sulle casse dell'Avs, per altro oggi decisamente floride e in grado di garantire da diversi anni utili compresi fra uno e due miliardi di franchi all'anno.
Eppure è proprio quello della presunta impossibilità di finanziarlo il principale argomento degli avversari dell'iniziativa. Un argomento smentito anche dall'ex direttore dell'Ufficio federale delle assicurazioni sociali Otto Piller. Egli osserva che il sistema dei prelievi dei contributi Avs, ovvero una percentuale sul salario senza limiti verso l'alto, e del calcolo delle rendite, che mediamente sono piuttosto contenute e hanno un tetto massimo relativamente basso, garantirà anche nel futuro un'Avs sana e finanziariamente equilibrata. Ma d'altra parte, già quando fu introdotta, nel 1947, i suoi avversari sostenevano che l'Avs non sarebbe stata finanziabile. La storia ha dimostrato che essa è la nostra assicurazione sociale più solida. E che ha tutte le carte in regola per esserlo anche in futuro.
È quindi il momento di aiutare il Consiglio federale a mantenere le sue promesse. Sono ormai quasi vent'anni che si aspetta un Sì al pensionamento flessibile per tutti. E se la classe politica non è in grado di realizzare le sue promesse, tocca al popolo agire.

Pubblicato il

21.11.2008 00:30
Gianfranco Helbling
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