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Migrazione & giustizia

Bunker Camorino, indagato un collaboratore della Croce Rossa

di

Francesco Bonsaver

Non c’è pace al bunker di Camorino. Dopo il caso Argo 1, un’inchiesta che dura ormai da due anni sul responsabile dell’agenzia sicurezza e tre poliziotti della Cantonale per aver ammanettato per ore un ragazzo minorenne al tubo della doccia, un nuovo procedimento penale è stato aperto per appropriazione indebita nei confronti di un collaboratore della Croce Rossa Ticino, responsabile della gestione del Centro richiedenti l’asilo sotterraneo. Il Ministero pubblico ha confermato l’apertura di un procedimento per reati patrimoniali nei confronti dell’addetto della Croce Rossa, specificando che «i reati presunti non riguardano i cittadini stranieri presenti nella struttura».Non è dunque chiaro al momento se la presunta appropriazione indebita sarebbe stata effettuata ai danni dello Stato o della Croce Rossa. Contattata da area, quest’ultima preferisce non commentare.

 

Nella prossima edizione di area di venerdì 22 marzo, usciremo con un approfondimento sulla situazione dei richiedenti nei bunker gestiti dalla Sem e dal Cantone, sulla decisione della Sem di chiuderli dopo la raccomandazione della Commissione nazionale per la prevenzione della tortura e la richiesta di trasferire immediatamente in strutture sopra la terra i richiedenti asilo “per ragioni mediche”, come afferma una sessantina di medici ticinesi che ha sottoscritto la petizione promossa dal Collettivo R-Esistiamo.

 

Pubblicato

Mercoledì 20 Marzo 2019

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Immigrazione & dintorni
12.09.2018

di 

Raffaella Brignoni

Che il viaggio sarebbe stato duro, lo sapevi. Eppure, non si è mai pronti davvero alla carneficina del vivere. Supplizio crudele: prima, durante e, incredibilmente provante, anche dopo. Adesso. Sei sopravvissuto. Sei in Svizzera. Però ti hanno portato sottoterra. No, non sei morto. Toccati, sei vivo. Non le senti le cimici, che ti mangiano? “Basta! Ciò è indegno per queste persone, ma anche per il nostro paese: chiudete i bunker!”. Lo chiede il neonato collettivo R-Esistiamo, che in Ticino sta sollevando il problema delle fosse di cemento per i richiedenti l’asilo.

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