Colui che volle un'altra Migros

È un personaggio mitico in Svizzera Gottlieb Duttweiler, il fondatore della Migros. Detestato da ampie frange del potere economico, fu molto amato dalla popolazione. Alla sua figura è dedicato il documentario "Duttweiler – Mister Migros" del regista Martin Witz, da oggi in distribuzione nei cinema ticinesi in versione italiana (Lugano Cinestar, Locarno Rialto, Bellinzona Forum e Mendrisio Teatro). Un film molto utile soprattutto per ritornare alle origini della Cooperativa Migros, al pensiero sociale di Duttweiler, e per capire di riflesso quanto oggi il gigante arancione si stia sempre più allontanando da quegli ideali, in particolare nel rapporto fra datore di lavoro e personale. Peccato che proprio questo confronto con l'oggi Martin Witz abbia deciso di evitarlo, forse per non inimicarsi la Migros, che alla realizzazione del film ha ampiamente contribuito. "Duttweiler – Mister Migros" rimane comunque un documentario molto interessante su un pezzo centrale della storia politica, sociale ed economica svizzera, costruito attingendo ad un'ampia mole di materiali d'archivio, ben ritmato e articolato. area offre ai suoi lettori 4 biglietti validi in tutte le sale del Ticino (cfr. riquadrato).

Martin Witz, secondo lei Gottlieb Duttweiler era un populista?
Era certamente molto popolare. Era una personalità straordinaria, forte, quasi mitologica. Con populista oggi si intende qualcosa di negativo, come se chi lo è perseguisse qualche secondo fine che non può confessare nel suo contatto diretto con la popolazione. Se questo si intende con populista, Duttweiler non lo era.
Nel suo film si dice poco del rapporto di Duttweiler con i dipendenti della Migros. Si dice che era per una riduzione del tempo di lavoro, ma con loro come si comportava?
È una questione complessa. Da una parte si celebra come il "buon padrone" che è responsabile per un'impresa sociale funzionante. È però anche contro i sindacati che ritiene inutili, dato che lui è appunto un "buon padrone" e questo può bastare. Allo stesso modo è tuttavia contro gli imprenditori e i capitalisti che sfruttano la manodopera. Credo che avere lui come capo fosse complicato e scomodo, perché anteponeva a tutto l'efficienza e il progresso. Non aveva dei veri collaboratori nel senso di persone che davvero prendeva sul serio, ma li conduceva con fermezza in base ai suoi obiettivi commerciali e politici. Si dice che avesse un cattivo feeling per le persone, che non si attorniasse dei collaboratori migliori perché li sceglieva unicamente in funzione dei suoi obiettivi.
La Migros progressivamente s'è distaccata dal patrimonio ideale che le aveva lasciato Duttweiler. Quando iniziò questo processo?
Quanto si sia staccata la Migros da questo patrimonio ideale è un grosso dibattito che a giusto titolo viene condotto da tempo e continuerà ad essere condotto anche in futuro. "Duttweiler – Mister Migros" non tratta questo complesso di problemi perché il tema del film è Duttweiler e non Migros. È già stato abbastanza difficile ridurre la vita di Duttweiler a 93 minuti, sarebbe stato impossibile metterci anche il dibattito su Migros.
Il film ha dimostrato di funzionare bene: con Duttweiler come eroe positivo se l'aspettava, o no?
Non lo si può mai davvero prevedere. È vero che Duttweiler è un eroe positivo e anch'io ho fatto il possibile per rappresentarlo come un eroe. Avevo dei dubbi sull'umorismo molto particolare di Duttweiler, non ero sicuro che funzionasse: e con piacere ho constatato che al pubblico l'atmosfera che si crea attorno al personaggio piace.
Rappresentando Duttweiler come un eroe positivo non teme di rappresentarlo migliore di quel che era?
Dopo quel che ha fatto, e con i principi in base ai quali lo ha fatto, meritava che la sua opera fosse ricordata.

Pubblicato il

18.04.2008 03:30
Gianfranco Helbling
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