Da inizio anno la lotta contro il Covid-19 ha fatto un immenso passo in avanti con le campagne di vaccinazione avviate in numerosi paesi, Svizzera inclusa. Il vaccino offre una possibilità tangibile di mettere fine alla pandemia che ha stravolto le vite di noi tutti.
 

Non è tutto rose e fiori, però. Pur rappresentando solo il 16% della popolazione mondiale i paesi ricchi, tra i quali la Svizzera, hanno acquistato oltre la metà delle forniture di vaccino disponibili. A metà febbraio tre quarti delle dosi disponibili al mondo si trovavano in dieci soli paesi, e oltre il 94% dei paesi che hanno avviato una campagna vaccinale erano paesi ricchi.

Un “nazionalismo vaccinale” esacerbato da una produzione mondiale insufficiente a causa dei monopoli, che minaccia gli sforzi globali di garantire una disponibilità sufficiente e un’equa distribuzione dei vaccini a livello mondiale. Una situazione figlia di un sistema che privilegia l’esclusività della fabbricazione da parte dei grandi gruppi farmaceutici, invece di una produzione decentralizzata e moltiplicata. 
 

Una deroga temporanea alle regole sulla proprietà intellettuale permetterebbe di accelerare la produzione decentralizzata delle cure e arrestare la pandemia. Più di 100 paesi sostengono già la richiesta di una deroga temporanea ad alcune regolamentazioni internazionali sui brevetti, sottoposta da India e Africa del Sud all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Un gruppo di paesi – tra i quali la Svizzera – si oppone però a una deroga dell’Accordo Trips (Accordo sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio), che garantisce alle aziende farmaceutiche diritti di protezione della proprietà intellettuale ampliati.    

A fine gennaio Amnesty International e Public Eye hanno scritto al Consiglio federale, chiedendo che riveda la propria posizione sulla deroga temporanea ai brevetti. L’appello è rimasto inascoltato. Per fare pressione sul Consiglio federale affinché la Svizzera faccia un passo importante in favore dell’accesso universale alle cure per il Covid-19, martedì 16 marzo abbiamo quindi lanciato una nuova petizione (cliccare qui per firmare).
 

Public Eye e Amnesty International chiedono inoltre alle autorità di agire affinché i molti gruppi farmaceutici presenti in Svizzera aderiscano al pool di accesso alle tecnologie Covid-19 (C-Tap), voluto dall’Oms per raggruppare dati e conoscenze sul virus, al quale ad oggi nessuna impresa farmaceutica ha aderito.


I governi e le industrie farmaceutiche hanno l’obbligo di far sì che tutti i paesi al mondo possano condividere i benefici della ricerca scientifica e accedere a prodotti e cure mediche necessari per la lotta al Covid-19. Sostenere la deroga ai brevetti e favorire lo scambio di conoscenze sono tappe essenziali per, finalmente, riuscire a voltare la pagina “pandemia” e ripartire.

Pubblicato il 

17.03.21
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