Dick Marty: in gioco le nostre libertà

Per l’Udc (ma è l’unica a sostenerlo), approvando l’iniziativa “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri” faremmo un favore alla democrazia diretta e aumenteremmo le nostre libertà. Una proposta allettante, non fosse che una vastissima alleanza raccomanda di respingere l’iniziativa proprio per non perdere le nostre libertà e la garanzia dei nostri diritti fondamentali.

 

Il 25 novembre saremo chiamati a votare sull’iniziativa promossa dall’Udc “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri” (detta anche “Iniziativa per l’autodeterminazione”). In sintesi questa chiede che il diritto nazionale sia superiore rispetto a quello internazionale. Se venisse accettata dal popolo, in caso di conflitto tra la Costituzione e il diritto internazionale, la Svizzera dovrebbe modificare o disdire i trattati internazionali e per i tribunali sarebbero quindi determinanti solo quelli sottoposti a votazione federale in Svizzera. Abbiamo discusso con l’ex procuratore pubblico Dick Marty sulle ripercussioni che questo avrebbe per chi vive in Svizzera.

 

Signor Marty, l’iniziativa per l’autodeterminazione attacca il diritto internazionale, ritenendolo un ostacolo all’attuazione della democrazia in Svizzera. Cosa ne pensa?
La prima osservazione che vorrei fare è che questa iniziativa non doveva nemmeno essere accettata dal Parlamento, il quale ha la facoltà di dire che un’iniziativa non è proponibile quando non c’è unità nella materia o quando non è comprensibile, come nel caso di questa. In realtà l’autodeterminazione non promuove nulla, semmai non fa che aggravare l’isolamento della Svizzera in un contesto internazionale, e questo isolamento condurrà necessariamente a un restringimento notevolissimo delle possibilità di agire del nostro Paese e della sua economia. Dunque è l’autodeterminazione di togliersi parecchie libertà.
Detto ciò, i trattati internazionali fanno parte del diritto svizzero: se accettati con il voto delle due Camere ed eventualmente con un voto implicito o esplicito del popolo, diventano automaticamente diritto svizzero. Se abbiamo votato a favore lo abbiamo fatto per nostra libera scelta e perché era nel nostro interesse farlo. Questa iniziativa è in realtà molto perniciosa e fa esattamente il contrario di quello che proclama di voler fare.

 

In che modo gli accordi internazionali sarebbero colpiti?
Oggi, grazie ai contatti e agli accordi che abbiamo con il resto del mondo, godiamo di una notevole libertà, ad esempio il libero scambio, che dà la possibilità alla Svizzera di vendere liberamente i suoi prodotti. Se dovesse passare l’iniziativa, tutti questi accordi di libero scambio, e non si parla solo di Europa, rischiano necessariamente di cadere perché diventeremmo uno Stato non più credibile.

Ci sono molti aspetti economici in ballo, tanto è vero che anche economiesuisse e l’Unione delle arti e mestieri sono decisamente contro questa iniziativa, perché comprometterebbe la piazza economica svizzera.

 

Uno dei bersagli di questa iniziativa è la Corte europea dei diritti dell’Uomo (Cedu), cosa potrebbe accadere se il popolo desse ragione all’Udc il 25 novembre?
Se dovesse essere accettata l’iniziativa per l’autodeterminazione, quasi certamente dovremmo uscire dal Consiglio d’Europa e dunque dal meccanismo della Corte europea dei diritti dell’uomo. Credo che ancora in pochi abbiano veramente capito che la Corte di Strasburgo (Cedu) in fondo è l’ultimo baluardo di protezione delle nostre libertà. Perché la Svizzera non ha una Corte costituzionale e dunque i Tribunali si attengono alle leggi, anche quando queste non rispettano i principi fondamentali dei diritti dell’uomo. Dopo aver passato le diverse istanze giudiziarie e dopo il giudizio (di regola) del Tribunale federale, ogni cittadino svizzero, come altri 800 milioni di europei, ha la possibilità di rivolgersi alla Corte europea di Strasburgo. Questa interviene in modo molto oculato e con molta riservatezza: la Svizzera ha circa tre o quattro casi all’anno esaminati dalla Corte, perché la maggior parte viene eliminata già al primo esame in quanto manifestamente non fondata.

 

E quali sarebbero le conseguenze di un’uscita dalla Cedu?
Ci sono alcuni esempi che dimostrano l’importanza della Cedu e come questa concerne ogni cittadino che domani potrebbe esserne personalmente e direttamente interessato. Il diritto svizzero, ad esempio, prevedeva che gli eredi che si ritrovavano nell’eredità un patrimonio non dichiarato, in caso di dichiarazione erano tenuti a pagare le imposte arretrate fino al termine di prescrizione (e questo è giusto ed è un debito dell’eredità), ma anche una multa per evasione fiscale. Questa legge venne applicata dal Tribunale federale finché qualcuno pensò bene di andare alla Cedu, la quale ritenne che non potesse essere data una multa agli eredi, in quanto questi non avevano commesso nessuna colpa: la colpa non è infatti ereditaria. Una sentenza che interessa ogni svizzero.
C’è un caso molto più recente che concerne le malattie sul lavoro e in particolare chi ha lavorato a contatto con l’amianto: la legge svizzera prevede un termine di 10 anni per far valere i danni alla salute causati dal lavoro, se non che con l’amianto c’è un cancro particolarmente grave che si manifesta solo dopo 12 o anche 18 anni. E dunque il risultato è che in Svizzera nessun malato di “cancro dell’amianto”, chiamiamolo così, ha potuto fino ad ora far valere il danno subito presso il suo datore di lavoro o la sua assicurazione. La Corte di Strasburgo ha però detto: signori svizzeri, così facendo private tutti i vostri cittadini di un loro diritto fondamentale. Questo avrebbe potuto dirlo anche il Tribunale federale, se fosse stata Corte costituzionale, ma non abbiamo una Corte costituzionale e dunque il Tribunale federale non ha fatto che applicare la legge federale sulla responsabilità civile che prevede un termine di 10 anni. Mentre la Corte di Strasburgo giudica se un diritto fondamentale, così come descritto nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo, è stato violato o meno.
Dunque, gli iniziativisti ci vogliono far credere che la Cedu è qui solo per difendere i delinquenti stranieri, ma non è assolutamente vero: protegge anche quelli quando i loro diritti sono gravemente violati, ma protegge pure i suoi, i miei e quelli di tutti coloro che vivono in Svizzera. Abolire questa garanzia di protezione dei diritti e delle libertà fondamentali è qualcosa di assolutamente inconcepibile secondo me. E credo che già solo per questo l’iniziativa dovrebbe essere clamorosamente bocciata

Pubblicato il

08.11.2018 16:42
Veronica Galster
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