E se provassimo a dar forza ai giovani?

Da parecchio tempo rifletto sulla necessità che il Sindacato torni ad essere uno strumento di militanza e di aggregazione sociale, capace di coinvolgere e  far sentire le lavoratrici e i lavoratori parte attiva e protagonista dell'azione sindacale e quindi non solo oggetti dell'attenzione da parte del sindacato stesso. Troppo spesso  infatti,  il sindacato è vissuto (ma a volte anche offerto ed è  questo soprattutto a preoccuparmi!) solo come un servizio a disposizione dei lavoratori in caso di necessità.
Intendiamoci: non dico che sia facile ottenere questo coinvolgimento attivo dei lavoratori, sprofondati in un tessuto economico frantumato come quello in cui stiamo vivendo. E questo anche mettendoci il massimo impegno!  Ma mi sembra che questo obbiettivo tenda sempre più  a diventare secondario e marginale per il sindacato stesso. E credo che si tratti di un errore fatale. Perché  offrirsi quasi esclusivamente come prestatori di servizi ritengo possa essere davvero l'inizio della fine. Un errore fatale, dicevo,  perché se muore anche quel piccolo barlume che ancora esiste  di sentirsi parte, come lavoratori, di qualcosa di più grande e di più forte, davvero non resta allora che la solitudine e   il ripiegamento sulla difesa egoistica, individuale,  dei propri diritti.
Ora, al di là di queste considerazioni  molto generali, ritengo possa essere utile calarsi più concretamente  nella realtà.
Da una settimana è ricominciata la scuola. E anche quest'anno, seppure  con una diminuzione di un centinaio di giovani, sono migliaia le ragazze e i ragazzi (e non solo!)  che hanno scelto un apprendistato.
Sono giovani e meno giovani  in formazione, non ancora dei lavoratori, è vero!
Ma sono giovani che cominciano a confrontarsi con il mondo del lavoro, con i suoi meriti e i suoi difetti.
Un confronto che personalmente ritengo utilissimo per la loro crescita e il loro sviluppo di cittadine e di cittadini consapevoli.
Un percorso che fanno con a fianco i servizi scolastici, l'ispettore di tirocinio, il maestro di tirocinio, ecc., ma anche con un grande assente: il sindacato.
Un sindacato che non dovrebbe offrirsi e soprattutto farsi percepire, quelle poche e rarissime volte che fa capolino nelle scuole,  come un  possibile accalappiatore di futuri affiliati o come un prestatore di servizi appunto. Un sindacato che dovrebbe avere una visione più coraggiosa, proponendosi  come un possibile ed efficace punto di aggregazione, di valorizzazione di sé e delle proprie esperienze, un'organizzazione capace di offrire l'occasione per fare "tribù".
E personalmente ritengo il concetto di "tribù" molto importante. Un'idea troppo spesso dimenticata dalla sinistra in generale (ma anche dal sindacato!) e invece ben  presente in modo continuo e martellante (e spesso pretestuoso!) nell'azione della destra.
Se ci pensiamo un attimo: quale potrebbe essere un'altra occasione per questi futuri lavoratori di sentirsi parte di un insieme più grande e più forte?
L'ho detto e lo ripeto: sono convinta che non sia né scontato  né facile fare tutto ciò in una società come la nostra.
Ma la mia domanda è un'altra:  qualcuno ci sta provando?

Pubblicato il

14.09.2012 13:00
Anna Biscossa
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