Ecopop: un passo avanti, due indietro

La rete nazionale di Soccorso operaio svizzero si oppone al testo dell’iniziativa Ecopop, che sarà sottoposto in votazione popolare il prossimo 30 novembre.


Che cosa propone l’iniziativa “Stop alla sovrapopolazione – Sì alla conservazione delle basi naturali della vita”? Vuole iscrivere nella Costituzione federale i seguenti punti:
• Una limitazione rigida dell’immigrazione in Svizzera allo 0,2 % annuo della popolazione residente su una media di tre anni. Ciò corrisponde a 16.000 persone all’anno.
• La Confederazione deve investire in provvedimenti volti a promuovere la pianificazione familiare volontaria almeno il 10 % dei mezzi destinati alla cooperazione internazionale allo sviluppo.
• I trattati internazionali che contravvengono a queste disposizioni devono essere modificati al più presto, ma al massimo entro un termine di quattro anni. Se necessario, essi dovranno essere disdetti.
Rispetto a questa iniziativa, vorrei soffermarmi sostanzialmente su due punti che toccano molto da vicino le persone che si rivolgono alla nostra associazione.


Il primo aspetto è legato alla restrizione radicale dell’immigrazione e della crescita demografica. L’iniziativa identifica nei migranti il capro espiatorio per i problemi ambientali e alimenta la discriminazione nei confronti delle persone non in possesso di un passaporto svizzero. Un sì all’iniziativa contribuirebbe sicuramente a peggiorare le condizioni di vita e lavorative delle persone residenti. L’iniziativa chiede la radicale limitazione della popolazione residente (permessi B e C). In questo contingente non rientrano i frontalieri e i dimoranti temporanei. Potremmo registrare un netto aumento dei permessi di dimora temporanea e di conseguenza assistere a un’ulteriore pressione sui salari e al peggioramento delle condizioni di lavoro già di per sé difficili. Inoltre – altro aspetto da non sottovalutare – i dimoranti temporanei potrebbero ulteriormente venir discriminati. Infatti con la caduta dell’Accordo sulla libera circolazione il ricongiungimento familiare non sarebbe più possibile. Torneremmo così a qualcosa di simile al vecchio statuto di stagionale. Vogliamo fare come i gamberi: un passo avanti e due indietro?


Il secondo punto che mi sembra molto pericoloso è legato all’utilizzo del 10% dei mezzi destinati alla cooperazione internazionale allo sviluppo per promuovere una politica famigliare volontaria, cercando di convincere la popolazione nei Paesi poveri a rinunciare a procreare figli. Un alto tasso di natalità è la conseguenza e non la causa della povertà. Nel 21° secolo avanzare una proposta simile è a dir poco vergognoso e scandaloso! Lo sanno anche i sassi che tanto migliori sono le condizioni di vita, maggiore è il reddito, tanto migliore sarà la posizione sociale delle donne. È per questo che è importante investire le risorse nella formazione, nella sanità e nella promozione del ruolo delle donne nei paesi più poveri.

Pubblicato il

06.11.2014 10:45
Tatiana Lurati
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