Reintegro dei lavoratori licenziati, ripristino delle corse soppresse, impegno a studiare con le maestranze le strategie per dare un futuro alla Navigazione Lago Maggiore (Nlm). La lotta per salvare occupazione e turismo sul Verbano è stata finora un successo. Ne parliamo con uno dei protagonisti, Corrado Veneziano, capitano di battello e membro della commissione del personale.

Corrado Veneziano, qual è il suo bilancio complessivo di questi mesi di lotta a difesa dell'occupazione e del turismo sul Lago Maggiore?
È stato un periodo che ho vissuto con molta ansia. Lavoro da 30 anni per la Navigazione, come dipendente credo di essere uno di quelli con le migliori garanzie: eppure questa vicenda rivela che nessuno può dirsi del tutto al riparo da drastici cambiamenti nei prossimi anni. Questa lotta però è andata bene. Ci siamo mossi bene come personale e come sindacati: abbiamo lavorato tutti assieme non con l'obiettivo di cercare lo scontro con la direzione ma per trovare una soluzione praticabile. E questo anche perché siamo stati consigliati bene dai sindacati Sev, Unia e Ocst.
Lei è da poco entrato nella commissione del personale. Che cosa l'ha spinta a questo passo?
Sono entrato nell'imminenza della lotta. Vedevo che la situazione peggiorava e ci tenevo a portare la mia esperienza in seno alla Nlm.
Si è parlato anche di sciopero come possibile mezzo di lotta: eravate tutti uniti anche di fronte a questa opzione?
Sì, tutti eravamo d'accordo che se fosse stato necessario saremmo andati allo sciopero. Ed eravamo effettivamente pronti allo sciopero: perché se l'incontro del 9 maggio con la direzione non avesse permesso di verificare i segnali di apertura auspicati, sarebbe stato opportuno che il nostro sciopero coincidesse con quello dei colleghi di parte italiana, fissato per l'11 maggio. Così abbiamo dovuto preparare e organizzare tutto in precedenza, nel caso in cui l'ipotesi dello sciopero diventasse concreta. E anche in questo il lavoro di Sev, Unia e Ocst è stato impressionante.
Il non aver effettuato lo sciopero l'11 maggio ha però fatto mancare solidarietà ai colleghi del bacino italiano del Lago Maggiore.
È una questione che ci ha preoccupati molto. Anche loro come noi sono in lotta non contro la direzione della Nlm, ma contro il Gestore, cioè contro il governo italiano. Però dopo la riunione con la direzione del 9 maggio noi non potevamo più scendere in sciopero l'11. Loro in Italia non hanno trovato un accordo con la direzione e quindi hanno confermato lo sciopero. Noi ce l'abbiamo fatta anche perché con la Convenzione fra Italia e Svizzera che regola la navigazione sul bacino svizzero del lago il quadro giuridico è diverso. Il Gestore è infatti tenuto a rispettare un minimo di obblighi, e noi non facevamo altro che chiedere il rispetto di questi obblighi, segnatamente il ripristino delle corse soppresse e di conseguenza la riassunzione degli stagionali che erano stati lasciati a casa.
La vostra lotta ha raccolto molte simpatie fra la popolazione locale e i turisti.
È la cosa che più mi ha fatto piacere. Abbiamo raccolto oltre diecimila firme fuori stagione, dimostrando che la popolazione si interessa a questo problema. Anche perché abbiamo avanzato richieste sensate. La grossa delusione invece di questi mesi è stata la totale latitanza della Confederazione e la quasi totale latitanza della classe politica locale (tranne Fabio Abate) e degli enti turistici della regione. Sul piano istituzionale ci siamo sentiti soli, non abbiamo percepito una forza dietro di noi che spingesse con proposte, con progetti. E questo ci ha fatto male.
Sul medio termine volete che le idee del personale sulla gestione della Nlm vengano prese maggiormente in considerazione. In che modo?
Abbiamo chiesto un incontro con la direzione da tenersi prima della progettazione del nuovo orario 2013 proprio per avanzare le nostre proposte a sostegno del turismo. Per questo ora stiamo cercando di allacciare dei contatti per elaborare delle idee che possano essere effettivamente al servizio del turismo di tutta la regione. Vogliamo capire che cosa si aspettano gli ospiti del Locarnese ma anche la popolazione locale dalla Navigazione. Ma qui ci si deve anche ricordare che la Navigazione per decenni ha portato clienti e lavoro alle infrastrutture turistiche del Locarnese: mi sembra che lo si stia dimenticando un po' troppo facilmente. Forse è ora di aiutare anche la Navigazione sul bacino svizzero, magari dotandola di una nuova nave o riducendo sensibilmente il prezzo dei biglietti per esempio per chi pernotta negli alberghi della regione.
Quali sono i problemi e i rischi principali che vede per il futuro?
Ad esempio una parte della flotta avrebbe bisogno di un ammodernamento. E non vorrei che questo diventasse un pretesto per aprire la Concessione anche all'esercizio di privati, in concorrenza con la Nlm. È quanto già accade sul bacino italiano, dove i privati fanno una concorrenza anche sporca alla Navigazione sulle tratte economicamente più interessanti, con problemi anche per la sicurezza della navigazione. Se da noi i privati si assumessero il servizio per le Isole di Brissago, alla Nlm non rimarrebbero più i mezzi per garantire il servizio sul resto del lago.

Revocati tutti i licenziamenti

Riassunzione di tutta la decina di stagionali lasciati a casa dall'inizio di quest'anno, ripristino dell'orario previsto con tutte le corse e tutti gli scali fino al 14  ottobre, istituzione entro l'autunno di un tavolo tecnico per valutare, con la commissione del personale e le rappresentanze sindacali, le migliori strategie per rilanciare a partire dal 2013 la navigazione sul Lago Maggiore, nell'interesse sia dell'occupazione sia del turismo. È con soddisfazione e orgoglio che i dipendenti del bacino svizzero della società Navigazione Lago Maggiore (Nlm) hanno accolto la notizia che la direzione aveva di fatto accettato tutte le richieste formulate dalle maestranze (cfr. area del 4 maggio). Soltanto le corse dell'aliscafo mancano per ora all'appello, ma perché esse dipendono dalla parte italiana del lago, dove la vertenza è ancora aperta. I risultati della trattativa con la direzione, avvenuta il 9 maggio, sono stati resi noti il giorno successivo in una conferenza stampa congiunta di Unia, Sev e Ocst, i tre sindacati che sono stati sempre a fianco dei lavoratori. Molto rimane da fare, certo, ma quella ottenuta dai dipendenti della Nlm è una vittoria importante: la revoca di licenziamenti è un fatto decisamente molto raro.


Salvata la barca, ora si rema

Per Gianluca Bianchi di Unia il difficile viene adesso: «Al tavolo tecnico dovremo togliere argomenti a chi spinge per la privatizzazione»

Gianluca Bianchi, lei ha seguito la vertenza della Navigazione Lago Maggiore per conto di Unia. Qual è il suo bilancio dal punto di vista sindacale?
È buono. Anche se dei tre sindacati coinvolti nella vertenza Unia è il più tiepido nel valutare il risultato. Perché il difficile viene ora.
Però è pur sempre una vittoria.
Sicuramente, nella misura in cui ci siamo qualificati per il campionato. Abbiamo mobilitato la popolazione, abbiamo dettato l'agenda dei politici interessati, abbiamo salvato posti di lavoro, abbiamo garantito questa stagione fino alla fine ed abbiamo ottenuto il tavolo tecnico, che è il risultato più importante. Ma le partite decisive le dobbiamo ancora giocare. Il futuro incomincia il 14 ottobre, con la fine della stagione: entro allora dovremo aver messo sul tavolo le nostre proposte. D'altro canto la parte italiana non ha ancora risolto la sua situazione: per cui la vittoria è solo a metà.
Che funzione dovrà avere il tavolo tecnico?
La percezione chiara di che cosa funziona e di che cosa va invece corretto e di dove siano i potenziali di nuove entrate, rispettivamente di risparmio, questa percezione ce l'hanno i lavoratori. Per cui il nostro compito sarà quello di sostenerli affinché alla fine siano loro ad elaborare un progetto per il futuro da sottoporre alla direzione. L'obiettivo è impedire che ci sia una resa della società di navigazione, dunque che vinca la strategia di chi spinge per una privatizzazione.
Com'è stata la collaborazione fra i tre sindacati presenti sulla vertenza, Unia, Sev e Ocst?
È stata buona perché passo per passo le differenze venivano messe sul tavolo ed affrontate. Inoltre vista la situazione si doveva essere pragmatici. Infine, e soprattutto, ogni mossa veniva discussa e approvata dall'assemblea. Per decisione dei lavoratori ci siamo quindi sempre presentati come tre sindacati uniti, e questo è stato pagante. Del resto è stata Unia ad insistere che si creasse un logo della lotta a difesa della Navigazione, in modo da togliere di mezzo le bandiere delle varie sigle sindacali. Aver avuto una sola bandiera ha anche aiutato a dare l'idea di un fronte unito.
L'11 giugno però i lavoratori del bacino italiano del Lago Maggiore si sono ritrovati soli a scioperare: non è questa una macchia nell'insieme di una mobilitazione comunque positiva?
La presenza di Unia l'11 giugno ad Intra in occasione dello sciopero è stata molto apprezzata: il calore si è fatto sentire e il messaggio è passato. Sarebbe stato positivo se si fosse giunti ad uno sciopero di solidarietà. Se n'è discusso. Il timore era che la cosa però non sarebbe stata capita. Purtroppo nel movimento operaio non si è più in grado di pensare a scioperi di solidarietà. D'altro canto è vero che fra lavoratori italiani e lavoratori svizzeri, pur all'interno della stessa azienda, c'è una netta divisione, su cui la direzione nel corso degli anni ha anche giocato. I primi passi nella giusta direzione li stiamo comunque facendo.   

Pubblicato il 

24.05.12

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