«Fate retromarcia o sarà referendum»

Fabio Pedrina e il raddoppio della galleria

Con una consultazione popolare (petizione) lanciata in gennaio a Lucerna, l’Iniziativa delle Alpi vuole convincere il Consiglio federale e il Parlamento a rinunciare al raddoppio della galleria autostradale del San Gottardo. A suo avviso infatti un secondo tubo, oltre che anticostituzionale (la Costituzione svizzera vieta infatti l’aumento della capacità delle strade di transito attraverso le Alpi), sarebbe anche un errore dal punto di vista della politica dei trasporti e della politica finanziaria, visto che saboterebbe il trasferimento del traffico su rotaia e costerebbe di più di qualsiasi altra soluzione.
A metà aprile sono state consegnate alla Cancelleria federale le 68.000 firme raccolte. Quale sarà la prossima mossa? Area lo ha domandato a Fabio Pedrina, presidente dell’Iniziativa delle Alpi.

 

Fabio Pedrina, forti delle oltre 68.000 firme raccolte nella petizione contro il raddoppio del San Gottardo, che cosa vi aspettate ora dal Consiglio federale?
L’obiettivo della raccolta delle firme era mettere in pista l’organizzazione e mettere in rete tutte le altre associazioni che ci avevano sostenuto nella battaglia del 2004 contro l’iniziativa “Avanti”: collaudare quindi “l’attrezzatura di battaglia” nel caso in cui le cose dovessero diventare serie. In quel senso abbiamo raccolto l’appoggio delle varie organizzazioni e perciò l’obiettivo è stato raggiunto, non avevamo bisogno di dimostrare di essere in grado di raccogliere 50.000 firme. Con questa azione abbiamo cominciato ad estrarre il cartellino giallo all’indirizzo del Consiglio federale per dirgli: «Hai cambiato indirizzo nella politica di trasferimento dei trasporti, fai ancora in tempo a correggere il tiro, altrimenti la prossima tornata sarà cartellino rosso». La richiesta formale è che il Consiglio federale modifichi la sua posizione rinunciando a questo progetto e procedendo invece con un risanamento dell’odierna galleria.
E se Berna dovesse fare orecchie da mercante?
Se, come probabile, il Consiglio federale dovesse andare avanti su questa strada, allora ci batteremo a livello parlamentare per evitare che si arrivi ad avere una maggioranza sul progetto. Questa è una tematica sulla quale i successi avuti sia negli anni ’90 sia nell’ultimo decennio sono sempre arrivati grazie all’appoggio non soltanto dal fronte rosso-verde, ma trasversale ai partiti. Anche questa volta vogliamo fare in modo che ci sia questo sostegno con una concentrazione di forze che dia un contributo per impedire il raddoppio della galleria del San Gottardo. Nel caso in cui dovesse comunque esserci una maggioranza parlamentare favorevole, evidentemente lanceremmo subito un referendum.
Ma due tubi non sarebbero un vantaggio dal punto di vista della sicurezza?
Secondo uno studio dell’Upi la sicurezza migliorerebbe solo se l'intensità del traffico dovesse rimanere uguale ad ora, se invece dovesse aumentare anche solo di un minimo (5 per cento in più lungo l'intero asse) il bilancio sarebbe negativo. Non si può guardare solo alla sicurezza tra Faido e Göschenen, ma bisogna fare una valutazione globale, che tenga conto di tutto il tratto autostradale dell’A2, anche fuori dal tunnel.
Secondo il Consiglio federale però i due tubi verrebbero utilizzati solamente su una corsia ciascuno, perché non ci credete?
Perché bisognerebbe essere proprio ingenui per pensare che le cose vadano a finire così, non è un discorso credibile. Non vogliamo pensare che il Consiglio federale lo dica in mala fede, ma la realtà dei fatti ha dimostrato con altre esperienze che sull’asse del Gottardo le cose poi non vanno così. Come organizzazione citiamo volentieri il discorso d’apertura del 1980 dell’ex consigliere federale Hürlimann che diceva «questo non sarà mai un corridoio di transito per il traffico pesante», e invece siamo arrivati a veder passare più di un milione di camion ogni anno. Quindi presto o tardi con il raddoppio saremmo obbligati a cedere e i due tubi verrebbero utilizzati appieno.

Pubblicato il

02.05.2013 11:17
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