Il Ticino punta sulla formazione ma solo a parole

Nei giorni scorsi sono state presentate le misure di risparmio proposte dal Governo nell'ambito del Preventivo 2014 del Cantone. E ancora una volta, come sempre, si assiste al paradosso di veder toccata la scuola e la formazione nonostante i tanti declamatori discorsi fatti dai politici, direi in modo continuo, sull’importanza della formazione per il futuro del Paese. E il discorso è sempre lo stesso: si tratta di piccole misure assolutamente sopportabili e dunque certamente proponibili! In realtà invece siamo di fronte alla vecchia, ma sempre efficace, tecnica del salame grazie alla quale, fetta dopo fetta, si sono trasformati e si continuano a trasformare i diritti in spocchiose concessioni.


La scuola gratuita, la formazione per tutti indipendentemente dal reddito diventano così, anno dopo anno, preventivo dopo preventivo, sempre meno certezze, sempre meno diritti per tutti.
Per quest’anno la scelta è caduta, soprattutto nell’ambito delle misure che colpiscono la formazione, su capitoli che toccano alcuni punti nodali di questo settore. Il tutto in un momento in cui la grave disgregazione in atto nel mercato del lavoro ticinese richiederebbe invece misure opposte, basate sulla disponibilità di risorse e su una forte volontà e capacità progettuale.


E così diminuiscono i contributi a Usi e Supsi, aumenta la quota minima necessaria per veder riconosciuta la richiesta di borsa di studio, viene cancellato il contributo a fondo perso per le spese scolastiche di chi va a studiare all’estero, per fare solo alcuni esempi.


Ma vediamole meglio alcune di queste misure.
Borse di studio: per le formazioni di grado terziario verranno attribuiti gli assegni di studio solo se le spese sostenute risulteranno maggiori di 1.500 franchi (fino ad oggi era riconosciuto il finanziamento per una spesa superiore a 1.000). Ora per una famiglia con più figli agli studi o per persone indipendenti finanziariamente dalla famiglia, 500 franchi non sono poca cosa. E posso garantire che questo cambiamento, per alcuni tra coloro che erano in precedenza beneficiari di borse di studio, potrebbe diventare una ragione sufficiente per rinunciare ad una formazione. Come pure non è trascurabile il fatto di aver cancellato i finanziamenti a fondo perso per chi se ne va all’estero a studiare o a formarsi, perché se è vero che si tratta di una scelta comunque onerosa quella di una formazione all’estero, è anche vero che la ricaduta positiva  prodotta da queste scelte è certamente misurabile in termini di società, oltre che di individui.


Poter contare infatti su  persone che hanno conosciuto e vissuto altri mercati, altri sistemi e organizzazioni di produzione e del lavoro, che sono entrati in relazione con diverse mentalità e visioni in senso lato, meriterebbe certamente un riconoscimento sociale da parte dell’Ente pubblico. E invece no. Per la maggioranza dei politici ticinesi tutto ciò non merita alcun investimento a fondo perso!


Misure di risparmio ancora una volta taccagne, inefficaci sull’insieme della spesa, simbolicamente gravi e nel contempo assurde. Se infatti dovessimo tradurre queste misure in una visione, potremmo dire, senza timore di smentita, che nel Canton Ticino non si vogliono sostenere quei giovani che vogliono investire nella loro formazione in patria o all’estero.


Insomma mica male come progetto di società, in un Paese, oltre tutto, in cui la sola nostra vera ricchezza è la materia grigia. E allora diciamocelo: questa maggioranza politica non trova di meglio che “pitoccare” (non riesco a trovare un termine più appropriato!) sulla formazione dei suoi giovani per poi proporre (chi nell’immediato, chi in tempi più lunghi) sgravi fiscali assurdi e ormai anacronistici. Assurdi e anacronistici perché, come ricordava in un suo recente intervento Silvano Toppi, i teorici del liberismo e la Banca Mondiale (paladina degli stessi da sempre) invocano ormai un “ruolo primario dei poteri pubblici ... per creare un ambiente propizio … all’esercizio della responsabilità collettiva”.
E nel Canton Ticino? Come ormai sempre più spesso, aspiriamo ad arrivare buoni ultimi!

Pubblicato il

24.10.2013 10:53
Anna Biscossa
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