Salute

In Ticino dobbiamo far tesoro di quanto accade nel resto del Paese

area ha intervistato Annette Biegger, responsabile area infermieristica dell’Ente Ospedaliero cantonale (Eoc),  per avere una sua valutazione del modello introdotto all'Ospedale di Wetzikon, dove il tempo di lavoro delle infermiere è passato da 42 a 37.8 ore settimanali a parità di paga.

 

In Ticino la problematica della carenza di personale sembra essere meno pesante del resto del Paese, rassicura Annette Biegger, responsabile area infermieristica dell’Ente Ospedaliero cantonale (Eoc). «In Ticino non notiamo ancora una forte carenza di personale. È chiaro però che guardiamo con una certa apprensione a quanto avviene in Svizzera tedesca, solitamente anticipatore di quanto poi accadrà da noi. Il fattore anticipo dovrebbe consentirci di adottare delle misure che ci consentano di trovarci preparati al meglio quando il problema si presenterà alle nostre latitudini».


Come valuta la riduzione oraria intrapresa a Wetzikon?
È certamente interessante, poiché risponde alle richieste di maggior tempo da dedicare alla vita privata che arrivano soprattutto dalle nuove generazioni. Naturalmente ha un impatto sui costi, dovendo creare 26 posti di lavoro supplementari in un territorio dove già esiste carenza di personale. Le nuove assunzioni saranno state infermiere che probabilmente arrivano da altri istituti. È un fatto da tener presente, poiché c’è il rischio che singole misure per accaparrarsi personale causino poi delle dinamiche negative sull’insieme delle strutture del territorio. Come ente ospedaliero, avendo un peso importante sul territorio, abbiamo anche una responsabilità da tener presente. Alla fine dei conti, bisogna ricordarsi che il nostro compito è curare i pazienti, i cittadini di un territorio.


Lei ha accennato al costo dell’operazione di Wetzikon. Secondo i vertici dell’ospedale zurighese, l’operazione consente loro di risparmiare sul medio-lungo termine, poiché non dovrebbero più ricorrere a personale interinale, molto costoso, per sopperire alla mancanza di personale.
In Ticino siamo fortunati a non avere importanti tipologie di agenzie interinali. Attualmente come Eoc possiamo ancora rifiutarci di farne ricorso. E senza un attore importante qual è l’Eoc, il mercato diventa poco interessante.


A Wetzikon si sottolinea anche il mancato riconoscimento finanziario dell’importanza del settore infermieristico, per esempio nel tariffario.
Quello del tariffario è un problema comune a tutti gli istituti ospedalieri. Con le attuali tariffe, per gli ospedali diventa difficile intervenire come vorrebbero per migliorare le condizioni d’impiego dei collaboratori.

 

Il modello Wetzikon, al di là dell’impatto sulle dinamiche territoriali, lo considera un investimento o un costo?

Certamente un investimento. Dal punto di vista finanziario, è indubbio che per un ospedale costi di più chiudere dei letti per carenza di personale (come successo a Berna) che investire nel personale migliorando le loro condizioni affinché non abbandoni la struttura o il mestiere. Dobbiamo dunque investire nel personale per scongiurarne la carenza, non c’è dubbio. Ogni istituto deve cercare di rispondere ai bisogni del personale, favorendo anche piccole misure. Quando però si adottano misure importanti, va valutato l’impatto sull’intero sistema sanitario regionale e nazionale.
Voi cosa fate per evitare abbandoni e penuria di personale?
Con l’ultimo rinnovo del Ccl di due anni fa, abbiamo fatto dei passi verso il miglioramento delle condizioni di lavoro, quali l’aumento del congedo maternità e paternità, o le cinque settimane di vacanza per i collaboratori da cinque anni nel nostro istituto e abbiamo migliorato le retribuzioni negli scatti salariali.   


Per concludere, le chiedo una sua valutazione sull’attuazione dell’iniziativa “Per cure infermieristiche forti”.
La prima tappa, che mirava a potenziare la formazione infermieristica, ritengo sia stata realizzata in modo esemplare a livello cantonale. Di sicuro, siamo stati uno dei primi cantoni ad avere un piano e attuato, con tanto di somma stanziata per lo stage negli istituti. Purtroppo si osserva un calo nel numero di studenti infermieri e medico-tecnici, il che è un fattore di preoccupazione. Mentre con la seconda tappa, che dovrebbe concentrarsi sulle condizioni di lavoro, a livello federale qualcosa di concreto dovrebbe vedersi nel 2025. Potrebbe sembrare vicino, ma in realtà in diciotto mesi il contesto cambia rapidamente. È impressionante osservare come le cose cambino di mese in mese. Nel nostro cantone la situazione non è ancora così grave, ma dovremmo evitare quanto accade in Svizzera tedesca, anticipando le soluzioni.

Pubblicato il

07.01.2023 11:33
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