Inverno senza asilo

L’autunno svizzero, al di là delle bizze meteorologiche, sarà caldo sul fronte del dibattito politico e sociale. Oltre ai tre temi in votazione il prossimo 26 settembre, argomento di accese discussioni saranno le “sparate” del consigliere federale Christoph Blocher in materia d’asilo e di politica degli stranieri. Ne abbiamo già avuti parecchi assaggi nelle ultime settimane. E c’è da temere che l’onorevole Udc abbia trascorso una pessima estate, tutt’altro che riposante per il fisico e rigenerante per lo spirito! A considerare i risultati delle sue “pensate” (inviare l’esercito a gestire i campi per i rifugiati negli stati in guerra è solo l’ultima), da lui stesso pubblicizzati soprattutto sulla stampa domenicale, si può legittimamente ritenere che, invece di farsi un bel viaggio all’estero (ha mai visitato una zona di crisi?), sia rimasto rinchiuso nella sua fortezza grigionese a macinare idee ed analizzare statistiche. Al di fuori della metafora, c’è motivo di supporre che Blocher abbia cercato conferme sulle sue certezze (leggi: pregiudizi e luoghi comuni) circa gli immigrati sfruttatori, bugiardi ed approfittatori. Così egli giustifica l’esigenza di “lottare efficacemente contro gli abusi” nell’ambito dell’asilo. È come se i funzionari degli uffici statali competenti e le autorità di polizia federali e cantonali, finora, non siano stati in grado di far fronte con determinazione a quelli che lui considera una piaga (la presenza di rifugiati politici e di stranieri alla ricerca di condizioni di vita più dignitose) e un pericolo per la nazione (la compassione verso quanti soffrono persecuzione e sono costretti, per mille motivi, ad abbandonare i loro paesi d’origine). D’altronde, non facciamoci illusioni: il lupo perde il pelo e non il vizio. Nonostante il principio della collegialità nel Consiglio federale e della concertazione tra i partiti di governo, Blocher continua ad essere “l’enfant terrible” della politica elvetica. I suoi toni sono forse diventati più moderati, ma la sostanza del discorso non è cambiata. È peccato che il fatto di averlo eletto ai vertici dello Stato, con un atto di fiducia personale oltre che di abilità dei “manovratori di Palazzo”, non gli abbia ancora consentito di diventare “adulte” nel suo modo di gestire la cosa pubblica. In realtà, lo stile politico blocheriano è sintomo di una mentalità diffusa e radicata tra molti confederati. Urge quindi individuarne i contorni ed isolarne le radici. Poiché essi si trovano nei cuori e nelle menti di ognuno di noi, è indispensabile prendere coscienza delle paure recondite, che si esprimono con regolarità tra la popolazione verso i forestieri, specie se in cerca di rifugio. Ma vogliamo davvero che, di questa stregua, in inverno siano chiusi tutti i centri per richiedenti l’asilo in Svizzera?

Pubblicato il

03.09.2004 12:30
Martino Dotta
Editore

Sindacato Unia

Direzione

Claudio Carrer

Redazione

Federica Bassi

Francesco Bonsaver

Raffaella Brignoni

Federico Franchini

Mattia Lento

Indirizzo
Redazione area
Via Canonica 3
CP 1344
CH-6901 Lugano
Contatto
info@areaonline.ch

Inserzioni pubblicitarie

Tariffe pubblicitarie

T. +4191 912 33 88
info@areaonline.ch

Abbonamenti

T. +4191 912 33 80
Formulario online

INFO

Impressum

Privacy Policy

Cookies Policy

 

 

© Copyright 2023