Italiani all'estero, a Roma s'insedia il nuovo Consiglio generale

Il nuovo Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (Cgie), che rappresenta i 4 milioni di cittadini italiani ed i 60 milioni di italofoni residenti all’estero nei confronti dello Stato italiano e presso tutti gli organismi che pongono in essere politiche che interessano le comunità italiane all’estero, è stato eletto lo scorso 27 giugno dagli emigrati di ogni continente. Per la Svizzera ne fanno parte, oltre che il sottoscritto, Claudio Micheloni e Franco Narducci (tutti e tre riconfermati), anche due new entry e cioè Anna Rüdeberg-Pompei e Michele Schiavone. Il nuovo Cgie si è ufficialmente insediato a Roma alla fine dello scorso mese di luglio e resterà in carica per i prossimi cinque anni. Infatti i suoi 94 membri, di cui ben 47 di nuova nomina, in questa prima riunione hanno provveduto ad eleggere i propri organi dirigenti per la legislatura appena iniziata. Alla Segreteria Generale del Consiglio è stato riconfermato lo “svizzero” Franco Narducci e, sempre tra i rappresentanti della delegazione elvetica, il sottoscritto è stato eletto nel Comitato di Presidenza, mentre Claudio Micheloni ha assunto la presidenza della Commissione Stato-Regioni nella quale è entrato a far parte anche Michele Schiavone. Anna Rüdeberg-Pompei ha assunto, invece, il compito di coordinare il gruppo delle donne. Esauriti gli impegni elettorali per dotare il nuovo Cgie dei suoi organi dirigenti, i lavori dell’assemblea plenaria sono poi proseguiti riaffrontando le questioni vecchie e nuove che riguardano le collettività italiane all’estero. Dalle questioni inerenti l’informazione, sia quella dall’Italia per le comunità all’estero che quella cosiddetta “di ritorno” della quale si discute da anni ed anni senza però riuscire a farla concretizzare dai media italiani. Ai problemi socio-previdenziali (assegno sociale per gli indigenti, assistenza sanitaria, pensioni, ecc.). Per finire a quelli della difesa e promozione della lingua e cultura italiana ed a quelli di carattere fiscale per i residenti all’estero che sono proprietari di un bene immobile in Italia, tra cui il problema del riconoscimento di “prima casa”, con tutte le agevolazioni fiscali che ne conseguono, anche per queste abitazioni. Un problema quest’ultimo che interessa in particolare proprio gli emigrati italiani in Svizzera che molto spesso possiedono un’abitazione nel paese d’origine che viene utilizzata per le ferie ed in prospettiva di un eventuale rimpatrio. Ma dopo le recenti elezioni dei Comites, avvenute per la prima volta con la nuova legge del voto per corrispondenza, molti consiglieri, nel corso dell’assemblea plenaria, hanno lamentato anche l’incompletezza delle anagrafi Aire che ha impedito a moltissimi emigrati di poter votare. Critiche che sono state rivolte pure al sistema elettorale di secondo grado utilizzato per il Cgie per cui è stata forte la richiesta di rivederne, nell’ambito della sua legge di riforma, il sistema di votazione attuale sollecitando anche per il Cgie lo stesso metodo di elezione applicato per i Comites. All’assemblea plenaria sono, poi, intervenuti per il Governo sia il Ministro per gli Affari Esteri, Franco Frattini, che quello per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia. Ma entrambi i ministri sono stati criticati sia per la loro fugace presenza ai lavori del Consiglio, in pratica solo il tempo del loro intervento di saluto, che per non aver dato alcuna risposta positiva ad uno dei tanti problemi sollevati da tempo nella precedente legislatura del Cgie. Pertanto grande amarezza per i vecchi e grande delusione per i nuovi consiglieri che hanno fatto conoscenza con la dura realtà “romana” dove, purtroppo, si discute molto ma si concretizza poco a causa dello scarso interesse del governo e del parlamento per le problematiche degli italiani all’estero!

Pubblicato il

27.08.2004 14:00
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