L’Italia non si fa mancare nulla

Sì, l'Italia non si fa proprio mancare nulla. Infatti, a mia memoria, in questo paese è accaduto di tutto e di più. Terremoti di varia intensità, tra cui quello del Belice in Sicilia, del Friuli, della Campania/Basilicata, dell'Umbria, dell'Aquila e l'ultimo, in ordine cronologico, dell'Emilia Romagna che sembra non finire più.
Esondazioni di fiumi o canali, tra cui quelle terribili del Polesine o di Sarno in Campania, senza dimenticare quelle più recenti del Serchio in Lucchesia, oppure della Lunigiana e delle Cinque Terre. Esondazioni di dighe, come quella micidiale del Vajont.
Le stragi e gli omicidi ricorrenti della mafia, della 'ndrangheta, della camorra oppure della sacra corona unita, tra cui il vile attentato del 20 maggio scorso alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi dove è stata uccisa una studentessa e sono stati feriti altri suoi coetanei. Un attentato, quest'ultimo, la cui matrice è ancora sconosciuta ma probabilmente riconducibile ad una vendetta mafiosa essendo la scuola intitolata al giudice Falcone e a sua moglie e ricorrendo proprio in quei giorni il ventennale della strage mafiosa di Capaci in cui entrambi perirono insieme con alcuni uomini della loro scorta.
Le stragi dei cosiddetti "servizi deviati" dello Stato delle quali, a decenni di distanza, quasi mai la giustizia è arrivata ad individuare, se non gli esecutori, i mandanti.
Gli omicidi e la gambizzazione di rappresentanti delle istituzioni, di giornalisti, di giuslavoristi e di dirigenti aziendali (l'ultimo quello recente del dirigente dell'Ansaldo di Genova), tutti ad opera di varie organizzazioni rivoluzionarie (sic) di destra e di sinistra.
L'attentato di Piazza San Pietro al Papa Giovanni Paolo II tuttora senza mandanti benché fosse stato assicurato alla giustizia il suo esecutore materiale. La scomparsa di bambine e di giovani fanciulle, tra cui la più nota quella di Manuela Orlandi, cittadina della Stato del Vaticano.
E qui la memoria mi tradisce perché avrò certamente dimenticato qualche altro drammatico fatto che ha vissuto l'Italia negli ultimi decenni. Comunque ce n'è già a sufficienza per capire come sia difficile, molto difficile, vivere tranquilli e sereni in un paese come l'Italia e per le istituzioni, ovvero per chi le rappresenta, riuscire a governarlo decorosamente dando ai giovani delle prospettive per un futuro più o meno roseo. Anche perché per non farsi mancare proprio nulla, l'Italia è pure il paese dove l'evasione fiscale più che un'eccezione è la regola; che, secondo una classifica elaborata da Transparency International, è il Paese tra i più corrotti al mondo (perfino più dell'Uganda) ed anche il paese con i costi della politica tra i più alti nell'Unione Europea.
Tutto questo complicherebbe la vita a qualunque nazione, già in un periodo di normalità economica e finanziaria, se poi viviamo come oggi in tempi di grande crisi, in cui si sta raschiando il barile per trovare risorse per salvare l'Italia dal fallimento, tutto diventa ancor più difficile e complicato. Anche per questo è incomprensibile come da parte del parlamento italiano non si capisca la gravità del momento e si stia ancora a perdere tempo per difendere leggi ad personam invece di provvedere, con la celerità che si attende il paese, a ridurre drasticamente i costi della politica (comuni, province, regioni, parlamento ed enti di varia natura) e a modificare questa sconcezza di legge elettorale ancor prima di tornare alle urne per rinnovare il parlamento.
Nel frattempo, mentre quelli tentennano, come dimostrano le ultime elezioni amministrative cresce a dismisura l'astensionismo degli elettori ed il voto di protesta a favore degli ultimi fustigatori dei partiti tradizionali e cioè dei cosiddetti "Grillini" che sembrano aver raccolto il testimone dalla Lega Nord in grande crisi per le note vicende in cui sono stati coinvolti sia il suo fondatore Umberto Bossi sia alcuni suoi familiari e i componenti dell'ormai famoso "cerchio magico" che circondava il Senatur da qualche anno.

Pubblicato il

08.06.2012 12:30
Dino Nardi
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