L’emozione dell’illegalità

Sanzionato per la seconda volta in poco tempo il governo cantonale per aver concesso aperture straordinarie senza base legale.

Perseverare è umano, ma qui si sfiora il diabolico. Nell'arco di pochi mesi, una decina, il governo cantonale è stato sconfessato due volte dal Tribunale cantonale amministrativo (Tram) per aver concesso delle aperture straordinarie dei negozi senza averne la base legale.
La prima riguardava l'apertura del 19 marzo dello scorso anno, in occasione della festività di San Giuseppe. In un primo tempo, il dipartimento competente diretto da Laura Sadis si era opposto perché riteneva insufficiente la base legale per autorizzare le aperture dei commerci. Ma l'alleanza tra i ministri Marco Borradori (Lega) e Luigi Pedrazzini (Ppd) in governo ribaltò la decisione dipartimentale, autorizzando l'apertura che soddisfava gli interessi di Federcommercio. Chiamato ad esprimersi, il Tram definì in extremis illegittima la decisione politica imponendo il suo annullamento. E le venditrici e venditori poterono passare coi propri cari la festa del papà.
È di pochi giorni fa invece la seconda sconfessione per il governo. Le aperture domenicali del 3 e 31 ottobre 2010 sotto il titolo di «Emozioni Ticino» non potevano essere concesse. Erano illegittime. Lo ha sentenziato ancora una volta il Tram, entrando nel merito sul tema grazie al ricorso inoltrato da due privati cittadini.
La legge, hanno ricordato i giudici, permette di autorizzare l'apertura dei commerci solo in caso di eventi speciali e in precise località. Per fare un esempio, la Sagra dell'uva di Mendrisio. Mentre Emozioni Ticino, rilevano i giudici, non aveva nulla di speciale se non l'apertura dei negozi. «Come già indicato dal Tribunale federale (Tf), accordare un'apertura straordinaria ai commerci di ogni genere su tutto il territorio senza altra giustificazione che l'interesse economico dei commercianti, è una decisione priva di base legale» ricorda il Tram, citando la sentenza del 2006 del Tf, chiamato a esprimersi su un ricorso di Unia Ticino sullo stesso tema.
Riassumiamo. La grande distribuzione chiede più aperture straordinarie. L'Ente ticinese del turismo organizza una promozione turistica sommando una serie di attività culturali che tradizionalmente hanno luogo in quel periodo in varie località del cantone e le raggruppa sotto il nome di "Emozioni Ticino" per dare loro un tocco di novità. Sotto questo cappello, il governo s'illude di avere la base legale per soddisfare gli interessi della grande distribuzione concedendo le aperture. Ma il gioco non regge alla prova dei tribunali. Le conseguenze per la condotta illegittima? Nessuna. Il governo (o i suoi membri) non subiranno alcuna sanzione per aver preso per due volte decisioni illegali. Decisioni grazie alle quali migliaia di persone sono state private di due giorni di riposo da trascorrere coi propri cari. Solo i cittadini con diritto di voto potrebbero punirli, non rieleggendoli. Ma questa sarà forse musica d'altri tempi.
Per restare sulle sentenze favorevoli al sindacato, abbiamo chiesto un commento a Enrico Borelli, responsabile del settore terziario e neosegretario cantonale Unia Ticino.
Borelli, oltre alla soddisfazione di veder riconosciuto sul piano giuridico quanto il sindacato va dicendo da anni sulle aperture straordinarie, quale giudizio si può esprimere sul governo cantonale?
È grave, nella logica di chi è chiamato a governare, far finta che le cose da un punto di vista giuridico non siano chiare, nel tentativo di forzare la mano. Già la sentenza del Tribunale federale del 2006 fissa il quadro in maniera inequivocabile. Cambiano i governi o la loro composizione, ma rimane lo stesso problema: un esecutivo ostaggio della grande distribuzione che agisce con colpi di mano senza rispettare il quadro legale.
Che cosa succederà alla luce di questa sentenza?
A breve presenteremo all'Ispettorato del lavoro una nostra presa di posizione formale sulle richieste di deroghe 2012. Oggi non si può far finta che queste sentenze non esistano. Noi chiediamo che siano applicate in modo restrittivo. Il riferimento è ovviamente a San Giuseppe e all'edizione «Emozioni ticino» del 2012 per le quali auspichiamo una decisione su base legale. Sul tema generale delle aperture straordinarie, vorrei aggiungere un aspetto che per noi è fondamentale: i controlli. Recentemente il Dipartimento delle finanze e dell'economia ticinese ha risposto all'interpellanza di Saverio Lurati sui risultati dei controlli ai commerci in occasione delle aperture straordinarie degli ultimi anni. La responsabile del Dfe, la consigliera di Stato Laura Sadis, nella risposta ha eluso l'aspetto centrale . Che cosa è successo alle aziende che hanno ripetutamente negli anni violato la legge? Sono state deferite al Ministero pubblico? Le sono state negate le deroghe ad altre aperture straordinarie? Come sindacato non siamo più disposti a tollerare controlli senza effetti deterrenti. Auspichiamo quindi una maggiore coerenza verso chi viola i diritti dei lavoratori della vendita. 

Pubblicato il

27.01.2012 03:00
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