La Posta non è il mago Houdini

La Posta svizzera ha confermato il 31 ottobre la sua intenzione di mettere in pratica il progetto Ymago. Un progetto che cambierà in modo sostanziale gli uffici postali e i loro servizi da come li conosciamo ora. Stando ai manager del Gigante giallo, tutto ciò comporterà la soppressione di 400-500 posti di lavoro. Pochi giorni dopo La Posta ha annunciato pure un aumento dell'utile rispetto al 2005, ottenuto in tutti i comparti. I delegati del sindacato della Comunicazione hanno dichiarato battaglia al progetto Ymago perché, sostengono, «porterà a licenziamenti, tagli salariali, soppressioni di posti di lavoro e un peggioramento del servizio pubblico postale» (cfr. l'articolo a pag. 5). Per capire quale tipo di servizio pubblico vogliono offrirci i manager della Posta svizzera, abbiamo visitato gli uffici postali in Ticino sui quali sono stati testati i nuovi modelli previsti da Ymago. Un cantone dove la popolazione ha dimostrato il suo attaccamento alla Posta già in occasione della votazione sull'iniziativa "Servizi postali per tutti" del 2004 che ottenne il 68,8 per cento di voti favorevoli dagli elettori ticinesi.

«Scusi, mi sa dire dove si trova la posta ?». Ci troviamo nel paese di Carasso, frazione di Bellinzona. «Deve andare a Monte Carasso, il paese dopo», ci risponde garbato un signore a passeggio con il cane. «Ma qui non c'è l'ufficio postale?», insistiamo. «Sì, ma è nel negozietto di paese. E non so dirle come funziona. Io vado sempre a Monte Carasso dove c'è una posta vera…». In effetti, il vecchio ufficio postale di Carasso è stato chiuso. Al suo posto ora, per sbrigare le funzioni base della posta, si deve andare al negozietto del paese. È uno degli esperimenti del progetto Ymago, fortemente voluto dal management delle poste svizzere. Così, tra una comanda di un etto di prosciutto e del pane, si può ritirare le raccomandate, pesarsi le lettere o i pacchi, apporvi il francobollo per la tariffa indicata e spedirli consegnandoli alla commessa. È possibile anche fare dei pagamenti o prelievi in contanti, ma si deve possedere la postcard. Altrimenti niente da fare «Di certo non vado al negozietto a fare i miei pagamenti. Sarei obbligata ad avere la postcard, e così anche pagare i relativi costi di gestione della carta. Ma scherziamo?», ci confida una signora che passa in quel momento.
Il test di questo tipo di ufficio postale sito in un negozio ha già conosciuto degli insuccessi. A Cevio, in Valle Maggia, l'ufficio era stato trasferito in un negozio del paese. Tempo qualche mese, la Posta ha dovuto riprendere la gestione dell'ufficio rimettendolo nei locali dove già si trovava. Il motivo? La popolazione disertava il negozio-ufficio postale.
Secondo esempio del progetto pilota Ymago, la posta di Quartino, frazione del comune di Magadino, nel quale abitano 1'500 persone. In questo caso l'esperimento consiste nell'appaltare a terzi da parte della Posta le funzioni di un ufficio postale. A prima vista, non ci si accorge della differenza. Sembra essere un normale ufficio postale di paese. A dire il vero, all'interno si ha l'impressione di essere in un chiosco dove oltre a poter comperare merce di cartoleria o giocare la schedina del lotto, si possono anche fare delle operazioni postali. Ma già da qualche tempo gli uffici postali hanno abituato la clientela a questo ambiente. All'inizio vendevano solo i giornali, ma poi hanno, come si dice in gergo commerciale, «diversificato l'offerta» finendo per assomigliare sempre più ad un chiosco che a una posta. Il chiosco-ufficio postale di Quartino ha però una sua specificità. La persona che lavora per la Posta non è un suo dipendente. È un imprenditore postale. Ha un contratto con la Posta, la quale gli ha dato in appalto le funzioni classiche postali. Il resto del negozio lo gestisce autonomamente. «Sono molto contento», ci dice l'imprenditore postale. «Lavorava già per la Posta?», chiediamo. «Si, avevo dei contratti ad interim, ma svolgevo altre mansioni. Non ho mai fatto il buralista. Sono però molto soddisfatto di questa situazione. È una sfida essere imprenditore e quindi in sé è stimolante».
Angelo Zanetti del Sindacato della Comunicazione osserva: «Spesso l'indipendenza corrisponde ad una pia illusione. La Posta ha un potere contrattuale enorme rispetto a quanto può offrire il cosiddetto imprenditore autonomo. Se sei un imprenditore postale, devi accettare cosa ti propone la Posta. Se non accetti la Posta ti abbandona e tu da chi vai? Non puoi farne a meno.
O prendi o lasci. E se lasci, fallisci.» Non solo questa finta autonomia è negativa per la persona, ma lo è per tutta la categoria. Prosegue Zanetti: «Se la Posta lo avesse assunto [l'imprenditore postale, ndr.] per fare ciò che fa, avrebbe dovuto rispettare il Contratto collettivo di lavoro (Ccl). Invece, cambiando la relazione di lavoro da dipendente a indipendente, non è tenuta a rispettare il Ccl. Di fatto, il Ccl viene aggirato e così vanificato.»
Ultimo esperimento del progetto Ymago è l'introduzione di due categorie di uffici postali, quelli principali e le succursali. Con questa riorganizzazione, prevista entro la fine del 2008, in Ticino ci saranno 13 uffici principali, 6 agenzie e i restanti circa 160 attuali uffici postali saranno declassati a uffici secondari. Ai primi spetteranno compiti di pianificazione e l'attività amministrativa, mentre ai secondi saranno affidate la vendita e il servizio agli sportelli. Questo modello in Ticino è stato testato nel Mendrisiotto, dal febbraio 2005, quando l'ufficio postale della stazione di Mendrisio è diventato la sede principale che controlla le succursali del centro di Mendrisio, di Genestrerio, di Stabio e di Coldrerio. In questo caso la paura sindacale è che le persone che finora ricoprivano il ruolo di responsabile di un ufficio postale, il giorno che questo diventerà secondario avranno anche una riduzione di paga e di statuto. Una paura peraltro confermata dal responsabile Rete postale e vendita Karl Kern che, durante la conferenza stampa di presentazione di Ymago, ha affermato che a livello nazionale «rimarrebbero circa 750 responsabili degli uffici postali che dovrebbero subire una riduzione dello stipendio, attualmente non quantificabile».
Se queste son le premesse, non stupisce la reazione dei delegati postali che hanno dato luce verde ad azioni sindacali per dar battaglia ad Ymago minacciando anche di ricorrere all'ultima arma dei lavoratori, lo sciopero.

Personale e clienti uniti per dire No

Angelo Zanetti, come agirà in Ticino il Sindacato della Comunicazione per contrastare Ymago?
Dal 27 novembre agiremo con azioni di protesta settimanali, previste ogni lunedì. Azioni nelle quali verrà coinvolto il personale in riunioni informative sulle pesanti ricadute del progetto Ymago e la necessità di contrastarlo. Durante queste azioni coinvolgeremo anche l'opinione pubblica per fare capire che anche i ticinesi, in quanto utenti, saranno colpiti da questa ristrutturazione della Posta.
L'opinione pubblica ticinese aveva approvato con grande maggioranza (68,8 per cento) l'iniziativa "Sevizi postali per tutti".
Infatti contiamo molto sul sostegno dell'opinione pubblica. La Posta tenta di vendere Ymago come una ristrutturazione senza conseguenze per l'utenza. E questo non è vero. Per questo abbiamo lanciato la costituzione di un comitato in Ticino che si batta contro Ymago. Come sindacato ci mobilitiamo contro gli attacchi al personale, mentre la popolazione, giustamente, rivendica un servizio di qualità dalla Posta. Queste due rivendicazioni confluiscono in un unico No ad Ymago.
Lo sciopero alla Posta è una possibilità concreta?
Sì, perchè i lavoratori sono molto preoccupati. Hanno di fronte gli esempi di una serie di ristrutturazioni e sanno a cosa vanno incontro. Lo sciopero resta l'arma più preziosa per i lavoratori. I dipendenti sono pronti ad usarlo se costretti, noi segretari regionali anche lo siamo. L'augurio è che anche la direzione centrale del sindacato sia altrettanto convinta. Il solo fatto di prevedere lo sciopero, per una istituzione come La Posta, comunque dimostra quanto i dipendenti abbiano raggiunto il grado massimo di sopportazione.

Pubblicato il

10.11.2006 03:30
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