La crisi del turismo ticinese

Nel giorno di San Valentino, lunedì 14 febbraio, si terrà l'assemblea di Ticino Turismo, l'Ente turistico cantonale. Alla sua vigila, proponiamo una serie di articoli per capire lo stato di salute del turismo ticinese e dei suoi organi preposti alla realizzazione delle politica turistica di un ramo economico importante del cantone nel quale lavorano molte persone.

Il turismo ticinese naviga in cattive acque. Lo dicono le cifre, impietose, elaborate ogni mese dall'ufficio di statistica sul numero dei pernottamenti nei cantoni elvetici. Nell'anno appena trascorso, il cantone ha registrato 100mila pernottamenti in meno rispetto all'anno precedente. La conferma ufficiale arriverà a giorni, quando l'ufficio di statistica darà i risultati di dicembre e i dati complessivi del 2010. La nostra stima è comunque realistica, migliaio più, migliaio meno, avendo contabilizzato i dati mensili già pubblicati.
Centomila pernottamenti, in soldoni, equivalgono a 25 milioni di franchi in meno spesi dai turisti nello scorso anno, se stimiamo a 250 franchi il costo di vitto e alloggio. Un mancato introito non indifferente, che si aggrava ulteriormente risalendo a soli tre anni fa. Dal 2007 i pernottamenti sono calati di oltre 250mila unità, quando il totale annuo ammontava a 2 milioni e 755mila.
Sebbene negli ultimi anni ci sia stata un'accelerazione del declino, la parabola discendente non è recente. Che il malato sia grave da tempo, lo ha ben documentato l'economista Daniele Besomi in una serie di articoli apparsi sul quotidiano La Regione. Dall'apertura della galleria del Gottardo, inaugurata nell'autunno del 1980, nei dati indicati da Besomi si scopre che il turismo ticinese ha perso un milione e duecentomila pernottamenti (si veda articolo "l'analisi critica", p.7).
Se è pur vero che il mondo in trent'anni è cambiato e il modo di far turismo pure, è altrettanto vero che questo discorso vale per tutta la Svizzera e non solo per il cantone a sud delle alpi. Eppure, se le altre regioni turistiche nazionali sembrano aver reagito ottenendo dei risultati soddisfacenti (+ 1, 6 per cento dal 2000 al 2009), il Ticino arretra in un imbarazzante silenzio (-14,9 per cento nello stesso periodo).
La dirigenza Ett appare in difficoltà nell'individuare delle soluzioni per risalire la china. "Emozioni Ticino", la campagna pubblicitaria lanciata da Patrick Lardi, responsabile marketing di Ticino Turismo che doveva prolungare la stagione turistica estiva a autunno si è rilevata un buco nell'acqua.
Nel suo rendiconto del 2009, Lardi attribuisce un 9 per cento in più di pernottamenti in ottobre grazie a "Emozioni Ticino". Non un accenno al fatto che nell'ottobre 2008 era appena scoppiata la crisi mondiale, causando un calo drastico dei pernottamenti in quel mese. Sarebbe bastato paragonare i pernottamenti di ottobre 2007 a quelli del 2009 per capire che Emozioni Ticino non ha portato nulla al turismo in termini di occupazione di camere. Di certo ha riempito le casse dei grandi magazzini coi soldi dei ticinesi (stando alle dichiarazioni non verificabili della stessa grande distribuzione), oltre che far lavorare migliaia di persone nei giorni festivi. Per la cronaca, i pernottamenti durante "Emozioni Ticino" di quest'anno sono andati ancora peggio he nel 2008. Vendere come successo un insuccesso è difficile anche per un professionista di marketing.
Oltre che navigare in cattive acque, il turismo ticinese sembra navigare a vista. Ma nella bufera c'è anche chi fa carriera. Lo scorso dicembre, proprio il vicedirettore Lardi è stato nominato direttore aggiunto. Oltre al titolo, è lecito immaginare che sia aumentato anche lo stipendio. Qui si apre un altro capitolo "spinoso". Gli stipendi della dirigenza dell'Ett sono coperti dal segreto della privacy. Quel che sappiamo è che Ticino Turismo versa 2,6 milioni di franchi in salari per un organico di 25 unità, direttori compresi. L'ente locale del Locarnese ne spende altrettanti col doppio di personale. Aggiungiamo che la regione del Locarnese è l'unica che può vantare risultati positivi in termini di pernottamenti negli ultimi anni.  
Nell'Ett non siamo ai tempi del blindato e dorato contratto dell'ex direttore Giuseppe Stinca (poco meno di 4 milioni di franchi per 42 mesi), ma possiamo azzardare l'ipotesi che i dirigenti di Ticino Turismo godano di un buon stipendio, finanziati da soldi pubblici diretti o indiretti come le tasse. Ma se per Stinca si sollevò un polverone, giustificato anche dagli scarsi risultati ottenuti e dalla condanna per frode fiscale, sull'attuale dirigenza Ett sono poche le voci critiche.
Un semplice cittadino appassionato di turismo, Pietro Vanetti, insiste nel porre domande scomode sugli insuccessi di Ett, senza mai ottenere risposte. Nello scorso mese Vanetti ha perfino lanciato una petizione per chiedere le dimissioni di Marco Solari, presidente Cda Ett, del direttore Tiziano Gagliardi e del neo direttore aggiunto Patrick Lardi.
Se le associazioni di categoria GastroTicino e Hoteleriessuise Ticino fanno quadrato attorno alla dirigenza Ett, da alcuni albergatori si sono levate voci critiche, soprattutto dopo la decisione dell'aumento della tassa di soggiorno.
Le critiche, da dovunque esse arrivino, vengono liquidate come attacchi alle persone. Risulta però difficile criticare un ente senza riferirsi a chi lo gestisce.


Gli enti locali, questi sconosciuti

Il rialzo delle tasse turistiche e una loro diversa ripartizione farà confluire maggiori introiti nelle casse di Ticino Turismo e degli Enti turistici locali (Etl). Ma come sono regolamentati questi ultimi? Da un confronto tra i rendiconti economici degli undici Etl, emergono interessanti differenze.

Un'insolita larga maggioranza di gran consiglieri favorevoli all'aumento delle tasse (quelle pagate dai turisti e non dai cittadini elettori), farà confluire maggiori risorse economiche nelle casse dell'Ente turistico ticinese (Ett) e degli undici enti locali (Etl). Il parlamento ticinese ha approvato lo scorso autunno l'aumento della tassa di soggiorno proposto dal Dipartimento delle finanze e economia, voluto proprio per potenziare le risorse finanziarie destinate al turismo.
Un ipotetico potenziamento in realtà, almeno a corto termine. L'1,2 milione di franchi corrispondenti alle nuove risorse serviranno all'ente cantonale a coprire il "buco" causato dai minori introiti dalle case da gioco ticinesi, obbligate per legge a destinare una parte dei proventi al turismo. L'ha confermato a Radio fiume ticino Tiziano Gagliardi, direttore di Ett, ammettendo quindi che l'ente non avrà maggiori risorse economiche nell'im-
mediato futuro.
Più fortunati invece gli enti locali, perché avranno a disposizione ulteriori due milioni grazie all'aumento della tassa ai turisti. Gli undici enti gestiranno ogni anno 13,5 milioni di franchi, di cui almeno la metà finirà nelle casse dei due enti più importanti, Locarno e Lugano, mentre per quelli più piccoli l'aumento sarà di poche migliaia di franchi.
Cosa ne faranno di quei soldi? Abbiamo cercato di capire da vicino il funzionamento degli enti locali in ragione del fatto che prelevano tasse (quindi soldi pubblici) per importi milionari. Ingenuamente si potrebbe pensare che vi sia un controllo statale sull'impiego dei soldi pubblici. Così non è. Gli Etl rendono conto unicamente ai soci riuniti in assemblea una volta l'anno, dove vengono presentati conto economico e bilanci. Dei revisori contabili ne approvano i conti. Il controllo e la pubblicità della gestione dei soldi pubblici degli Etl finisce lì.
Il regolamento d'applicazione della Legge sul turismo indica la Sezione della promozione economica quale organo di "vigilanza sulla riscossione e sull'impiego delle tasse per il turismo da parte degli enti turistici". Arnoldo Coduri, responsabile della Divisione economia, spiega come i margini di controllo cantonali siano limitati, essendo gli Etl enti autonomi che rendono conto solo ai loro associati come prescritto dalla legge. Sull'impiego vero e proprio, non esiste quindi nessun controllo.
Area ha chiesto agli undici Etl i loro rendiconti per poterli confrontare. Tutti gli Etl si sono dimostrati molto disponibili, inviando la documentazione e rispondendo a domande su aspetti poco chiari. L'intento di confrontare i rendiconti degli Etl non è giudicare o meno il loro operato. L'impressione, ovviamente soggettiva, è che alcuni svolgano un eccellente lavoro e altri meno. Resta però una semplice impressione.
Dal confronto dei conti economici e bilanci invece si hanno dati oggettivi da paragonare. Da questi ultimi emergono delle differenze spiegabili solo con la forte autonomia di cui godono gli enti locali.
Ci limitiamo a due esempi per dimostrare le varietà di gestioni degli Etl. Un ente con 330 per cento di unità impiegate registra alla voce stipendi un'uscita di 480mila franchi. Un altro, con lo stesso numero di personale impiegato, spende 330mila franchi in stipendi. Un altro ente, con un 10 per cento in meno di tempo di lavoro, ne indica 280mila. La spiegazione delle differenze è che ogni ente fa quel che vuole. Negli enti turistici locali non si applica né il regolamento organico cantonale, né un contratto collettivo sul modello di quello in vigore all'Ente ospedaliero cantonale. Teoricamente, l'aumento delle tasse potrebbe finire in paghe, senza che qualcuno abbia legalmente qualcosa da dire.
Secondo esempio di differenza dal confronto tra gli enti. Lugano turismo nel suo conto economico 2009 indica 818mila franchi di stipendi. Un importo irrealistico, considerato il numero (teorico) di dipendenti. Alla nostra domanda se sia possibile conoscere la massa salariale e le unità alle dipendenze dell'Ente turistico di Lugano, Marco Sorgesa, direttore di Lugano Turismo, ha risposto negativamente. Avremmo dovuto rivolgerci ai servizi del personale del comune di Lugano, perché alcuni dipendenti di Lugano turismo sono retribuiti anche dal comune di Lugano per delle mansioni specifiche (ad esempio gestione del Palazzo dei congressi). Difficile valutare l'efficacia di un ente di cui non si conosce nemmeno il numero di dipendenti. Ma Lugano turismo ha altri problemi. Secondo quanto indicato da Jürg Schmid, direttore di Svizzera Turismo, Lugano continua a perdere turisti mentre le altre città del paese continuano a guadagnarne. In dieci anni, le venti principali località svizzere hanno aumentato i pernottamenti del 3,3 per cento, mentre Lugano ne ha persi il 10 per cento.
Per quanto riguarda l'unica regione che è riuscita a contenere l'emorragia di turisti (l'Ente turistico del Lago Maggiore), gli stipendi ammontano a 2,5 milioni di franchi  per circa 50 dipendenti a tempo pieno. La stessa cifra che spende Ticino Turismo per i suoi 25 collaboratori e direttori vari. Se la cifra del conto stipendi è la stessa, il numero d'impiegati e i risultati non lo sono.


Per Gagliardi c'è un problema strutturale

Tiziano Gagliardi, direttore di Ticino Turismo: centomila pernottamenti in meno lo scorso anno. Ticino Turismo deve fare autocritica?
Sicuramente l'autocritica è la base per essere propositivi per il futuro. Il dato preoccupa, anche se va rilevato che il turismo è sempre e solamente misurato sulla base dei pernottamenti alberghieri. Non rientrano nella statistica le residenze di vacanza e i campeggi. Solo quest'ultimi in Ticino contano 1,2 milioni di pernottamenti. Non vuole essere una scusa, ma la situazione deve essere letta nella sua globalità. È pur vero che i parametri statistici valgono per tutta la Svizzera. Quindi per tornare al calo dei pernottamenti bisogna ammettere che in Ticino esiste un problema strutturale: una parte degli alberghi di media bassa categoria necessitano infatti di rinnovamento.
Lei concorda quindi con l'analisi di Besomi, che individua nel problema strutturale le difficoltà del turismo ticinese dove il rapporto qualità prezzo non si giustifica rispetto ai concorrenti?
Che il problema è, anche in parte, strutturale lo diciamo da tempo. Il Gran Consiglio ha rinnovato il Credito quadro per il quadriennio indirizzando aiuti all'investimento turistico per 24 milioni di franchi. Queste risorse sono gestite dalla Spe (Sezione promovimento economico) e ricordo che sono solo sussidiari a iniziative private. Il nostro compito è di promuovere il prodotto esistente, senza poter intervenire direttamente sull'aspetto strutturale. Possiamo solo sensibilizzare. Negli ultimi tempi, va doverosamente rilevato, che importanti iniziative private si stanno concretizzando per il turismo.
Quindi il margine di manovra è ridotto...
Noi abbiamo un'ottima collaborazione col Dfe. Con loro e i partner si è avviato un percorso di riforma della politica turistica in 6 progetti che sono la sintesi dei famosi 12 cantieri da attuare (vedi articolo "Riforma in corso", p. 6, ndr.). L'osservatorio del turismo è uno di questi progetti , come lo è la carta turistica, solo per citarne alcuni.
Il 2007 Patrick Lardi è stato assunto dall'ente quale vicedirettore e responsabile del marketing per Ticino Turismo. Da allora i pernottamenti sono calati di 250mila unità. Lo scorso mese Lardi è stato promosso a direttore aggiunto. Si giustifica?
Rifiuto l'equazione: perdita di pernottamenti uguale solo colpa di Ticino Turismo. Vi è stata la crisi, il franco forte, l'imbuto del Gottardo è sempre più grave e sussistono molti altri fattori esogeni per i quali è perlomeno assurdo accusare Ticino Turismo. Per tornare alla promozione di Lardi, posso ribadire che è una conseguenza logica voluta, visto l'aumento delle competenze di marketing di Ticino Turismo decisi dal Parlamento relativamente all'aumento delle tasse di soggiorno. Ho nominato Patrick Lardi perché lo ritengo l'uomo giusto per questo compito.
Glielo chiedo perché si tratta comunque di soldi pubblici e i cittadini hanno diritto di capire queste nomine...
Una nomina interna all'Ett è di competenza del direttore e questo, va da sé, sempre nell'assoluto rispetto di chi finanzia la struttura di Ticino Turismo che, vorrei precisare, per il 35 per cento arriva dal cantone nell'ambito del credito quadro e per il 65 per cento dalle tasse definite dalla legge sul turismo e pagate direttamente dai datori d'alloggio, e da altri contributi versati da partner sempre privati.

Pubblicato il

11.02.2011 02:00
Francesco Bonsaver
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