La sinistra che non sa vincere

I socialisti si trovano in ottima posizione in vista delle prossime elezioni del parlamento federale. O si trovavano? Sembra proprio che i socialisti non siano nati per vincere. La loro presidente, Christiane Brunner, ha detto ripetutamente che non importase l’Udc, il partito di Christoph Blocher e di Ueli Maurer, piuttosto che il Ppd ha due seggi in Consiglio federale. Mettere sullo stesso livello il Ppd e l’Udc quale forza governativa significa per esempio che il Pss non si ribella alla continua denigrazione del governo,del parlamentoe dei partiti da parte dell’Udc. E a che cosa serviva il manifesto di quest’estate contro Deiss? I socialisti hanno bisogno di alleati per creare delle maggioranze, allora perché dare uno schiaffo a quel partito con il cui sostegno si sono tessute in passato parecchie alleanze vincenti? Questi atteggiamenti creano scompiglio tra i potenziali elettori. Gli effetti non si sono fatti attendere: i barometri elettorali danno i socialisti in perdita di velocità. Che i socialisti si oppongano alle idee del consigliere federale liberale Pascal Couchepin circa l’Avs e l’aumento dell’età di pensionamento a 67 anni è evidente. Mi sembra tuttavia eccessivo che il Ps ticinese designi il suo partito – che qui è il Plrt – quale principale avversario. A Sud delle alpi i liberali sono un po’ diversi dal Freisinn economico di molti cantoni svizzero tedeschi, somigliano di più ai radicali romandi. In Gran consiglio i socialisti possono incidere sulla politica se riescono a convincere deputati di altri partiti della qualità delle loro proposte. Vale allora la pena urtare futuri allealti e spaventare gli elettori corteggiati? Non mi si fraintenda, la critica a proposte sballate di esponenti liberali non si deve smorzare, ma sarà più pagante censurare vigorosamente con argomenti delle proposte anziché un partito. Quando poi i socialisti sono vincitori, non ne sanno approfittare. L’ultimo esempio: i parlamentari del Ps hanno svolto un ruolo decisivo nel migliorare la legge sulla Banca dello Stato che pochi giorni fa è stata approvata dal popolo. Invece di mettersi in evidenza nel comitato interpartitico, i socialisti ne hanno creato uno per conto loro. Non volevano mischiarsi con persone che in un primo tempo erano stati favorevoli al messaggio molto liberista del governo. Come detto, i socialisti, con il sostegno di liberali e pipidini, sono riusciti a migliorare la legge nel senso da loro voluto. Aderire al comitato interpartitico con la presenza dei socialisti avrebbe semmai potuto essere imbarazzante per certi esponenti borghesi che inizialmente ambivano alla privatizzazione. Per vincere le elezioni non serve tanto biasimare i concorrenti, i voti arrivano più facilmente se si fanno delle proposte che colgono l’interesse di buona parte delle elettrici e degli elettori. I socialisti sono ancora in tempo per giocare qualche carta forte.

Pubblicato il

19.09.2003 14:30
Beat Allenbach
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