Le stranezze della vicenda Pantani

La versione della consigliera nazionale non convince

La Costruzioni pavimentazioni asfalti (Cpa) ha ricevuto 10mila franchi di multa e sarà esclusa dalle commesse pubbliche per tre mesi. Lo ha deciso il Consiglio di stato ticinese, che l’ha ritenuta colpevole di violazione della Legge sulle commesse pubbliche per aver affidato un subappalto non autorizzato per la posa di selciati a Carasso messo a concorso dalle aziende municipali bellinzonesi. La notizia, resa pubblica dal Corriere del Ticino, assume una rilevanza politica, essendo l’amministratice unica della Cpa la consigliera nazionale e municipale di Chiasso, Roberta Pantani. Una leghista doc, che non si era mai risparmiata nello scagliarsi contro gli invasori italiani nel nome della difesa dell’economia locale.

 

«La nostra impresa aveva chiesto una mano a una ditta svizzera per ultimare il lavoro», si è giustificata al giornalista la consigliera nazionale Roberta Pantani, interpellata sulla questione. Più che chiedere una mano, la ditta di cui la signora Pantani è amministratice unica, secondo quanto appurato dalle autorità, ha sottoscritto in data 13 aprile 2012 un contratto di subappalto con una Società anonima di Balerna.

 

La consigliera nazionale è invece al corrente dell’esistenza del contratto di subappalto con la ditta del Mendrisiotto. Nel tentativo di giustificare alle autorità la vicenda, Pantani aveva negato la validità del contratto perché sottoscritto unicamente dal direttore della sua azienda. La sola firma del direttore della Cpa su un contratto non è valida perché quest’ultimo possiede solo la procura collettiva a due. Suona quindi bizzarra la difesa della municipale di Chiasso: «non ne sapevamo nulla», ribadito anche sulla sua pagina di Facebook.

 

Altro dettaglio singolare nella vicenda è che la ditta di Balerna non ha dipendenti per la posa diretta e si avvale di aziende terze per le maestranze, come ci ha confermato al telefono uno dei titolari. Singolare che la Cpa, come sostenuto dalla signora Pantani, chieda manodopera in prestito a una ditta che non ha dipendenti.

 

Vi sono altri dettagli curiosi nella versione della consigliera nazionale. Stando a registro di commercio lo scopo della ditta di Balerna a cui la Pantani avrebbe chiesto «una mano» è la compravendita d’immobili e «attività di vendita di materiale edile in genere e specifico, pavimentazioni e murature per esterni». Vendita, non posa di granito come avvenuto a Carasso. Se questa ditta svolgesse lavori di posa di selciatura, dovrebbe sottostare alle norme del ccl di settore nazionale (obbligatorie) e sarebbe controllata dalla commissione paritetica cantonale delle pavimentazioni. Così non è.

 

Come detto, la ditta del Mendrisiotto ci ha confermato di non avere dipendenti per la pavimentazione. Infatti, sul cantiere di Carasso, gli ispettori dell’Aic avevano trovato un direttore dell’azienda di Balerna, un titolare di una ditta italiana specializzata nella posa di selciati insieme a due suoi operai, entrambi residenti in Italia. Secondo le autorità si sarebbe trattato di un subappalto del subappalto.

 

«E poi sul cantiere gli operai non autorizzati non hanno svolto nessuno lavoro perché non hanno avuto il tempo» afferma la rappresentante dei ticinesi a Berna perché «proprio quel giorno è arrivato il controllo». Quando si dice che la sfortuna...

 

Ma su quel cantiere la Cpa della Pantani è incorsa in altre sfortunate coincidenze, di cui ne abbiamo scritto qualche mese fa (si veda l’articolo correlato «La granitica incoerenza»).

 

Ora la Consigliera nazionale e municipale chiassese ha annunciato ricorso contro la decisione governativa.

Pubblicato il

11.06.2013 16:02
Francesco Bonsaver

La granitica incoerenza

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