Lo sciopero porta il piano sociale

Dopo tre settimane di mobilitazione, gli ex dipendenti ginevrini della logistica Xpo ottengono soddisfazione

Ci sono volute tre settimane di sciopero, ma alla fine il piano sociale è stato ottenuto. Lo scorso maggio, la multinazionale americana Xpo (leader mondiale nella logistica coi suoi 10mila impiegati), ha licenziato tutti i 32 dipendenti della filiale ginevrina dopo aver beneficiato nei due mesi precedenti dell’indennità pubblica del lavoro ridotto a causa della pandemia.

 

Su mandato dei dipendenti, Unia aveva chiesto all'azienda un incontro per intavolare una discussione sul piano sociale per attenuare i danni economici dei licenziamenti. La multinazionale ha opposto un doppio rifiuto: Xpo non riconosce il sindacato ed esclude il piano sociale per mancanza di fondi. Proprio in quei giorni diventa pubblica la richiesta del Ceo di Xpo inoltrata agli azionisti di concedergli un bonus straordinario di 25 milioni di dollari.

 

«Dopo aver dato la disdetta del rapporto di lavoro ai suoi collaboratori, Xpo si è opposta al prolungamento del termine di consultazione per i dipendenti sul licenziamento collettivo e si è rifiutata di riconoscere il sindacato quale rappresentante dei lavoratori» spiega Umberto Bandiera, responsabile Unia del Dipartimento di costruzione sindacale. Vista l’attitudine aziendale, il 29 giugno i dipendenti decidono di iniziare uno sciopero ad oltranza, picchettando la filiale di Satigny e chiedendo l’intervento dell’autorità cantonale ginevrina per risolvere la questione e richiamare l’azienda ai suoi obblighi.

 

Oggi, 20 luglio, il Dipartimento della sicurezza, l’impiego e la salute del Canton Ginevra ha annunciato la fine dei negoziati. Dopo tre settimane di sciopero, è stato convenuto tra le parti un piano sociale per gli ex dipendenti e il mantenimento dell’impiego per alcuni di loro. «Abbiamo ottenuto le risposte che aspettavamo da mesi. La solidarietà tra colleghi è stata forte e solo lo sciopero ci ha permesso di avvanzare nel conflitto» ha dichiarato Junior, uno dei delegati del personale.

 

Una mobilitazione eccezionale per intensità e durata mai vista nella logistica in Svizzera che ha dato i suoi frutti, evidenziando al contempo le debolezze del sistema giuridico elvetico a tutela dei lavoratori. «Il dispositivo legale è oggi insufficiente, soprattutto in questi tempi di crisi economica. È imperativo abbassare la soglia minima dei 250 impiegati che obbliga legalmente un’azienda a negoziare un piano sociale» ha commentato il sindacalista, aggiungendo che «Unia chiede con urgenza l’avvio di una riflessione seria sul sistema d’attribuzione delle indennità per lavoro ridotto. Xpo Logistic ne ha largamente beneficiato durante la pandemia. Eppure l’obiettivo della misura federale è chiaro: il lavoro ridotto è finalizzato a preservare gli impieghi, non perché le imprese possano risparmiare sui salari» conclude Bandiera.

 

Pubblicato il

26.06.2020 16:06
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