Lontani dalla terra che trema

Il terremoto che ha colpito l'Abruzzo, in particolare nella zona del capoluogo L'Aquila, ha prodotto una grande mobilitazione anche all'estero, dove sono ovviamente impegnati in prima linea gli abruzzesi emigrati. Non fanno eccezione i corregionali residenti nel nostro Paese, che hanno dato vita a numerose iniziative per raccogliere denaro, donazioni di sangue, offerte di farmaci, cibo e bevande, prestazioni di volontariato, offerte di alloggio, offerte di coperte e vestiario, e quant'altro possa essere utile.

Ma come vive questo dramma la comunità degli abruzzesi in Svizzera? «Gli abruzzesi emigrati, come tutti gli italiani quando succedono tali disgrazie, sono chiaramente molto vicini alle popolazioni colpite», afferma Arturo D'Angelo, vicepresidente della Federazione degli abruzzesi in Svizzera e presidente dell'Associazione abruzzese di Zurigo. «Facciamo tutto il possibile per dare il nostro aiuto, in un modo o nell'altro. Però veniamo da molte brutte esperienze, come il terremoto dell'Irpinia, dove i soldi non arrivavano e le merci ritardavano. Per questo noi, già in occasione del terremoto dell'Umbria del 1997, abbiamo cominciato a muoverci con lo scopo di organizzare la raccolta di fondi e di portare direttamente il denaro da investire in progetti concreti. La stessa cosa stiamo facendo adesso».
L'impegno è esteso e coinvolge tutti gli abruzzesi in tutta la Svizzera. Sabato 18 aprile, per esempio, l'associazione di Biel è scesa in piazza per una colletta pubblica e in poche ore ha raccolto dai passanti 3'500 franchi. Ma ci si sta adoperando anche per far pervenire nell'immediato alle popolazioni colpite delle merci, vale a dire – spiega ancora D'Angelo – beni di uso quotidiano (come le stoviglie "usa e getta", per esempio) che sono estremamente utili e semplificano l'esistenza a chi vive in tenda. «Più in là magari servirà di più inviare vestiti, scarpe e altro».
Le 14 associazioni abruzzesi in Svizzera sono tutte mobilitate in questo sforzo, coordinato dalla loro Federazione che è in contatto con le autorità dell'Abruzzo. Ma ci sono anche altri afflussi di denaro che occorre gestire ed indirizzare. Si tratta dello slancio di generosità di cui molti italiani in Svizzera stanno dando prova. I friulani, in particolare, ma anche i veneti (specialmente i bellunesi) e tante altre associazioni di emigrati provenienti da ogni angolo della Penisola, le quali si rivolgono naturalmente alla Federazione degli abruzzesi per indirizzare le loro donazioni. D'Angelo fa l'esempio anche di gruppi piccolissimi, come la "Gente Camuna" (gli immigrati della Val Camonica). E non mancano le organizzazioni che fanno da sé e che chiedono alla Federazione degli abruzzesi soprattutto informazioni. Tra queste D'Angelo cita le raccolte promosse dai Comites (Comitati degli italiani all'estero, che sono organi elettivi delle circoscrizioni consolari) e dalle Missioni cattoliche italiane, nonché le «diverse telefonate giunte dal Ticino».
Ferruccio D'Ignazio, segretario dell'Associazione abruzzese di Zurigo ed amministratore dello stabile del Centro cattolico di Zurigo, parla di un vivo interessamento anche da parte svizzera. Ne ha diretta esperienza in base alle domande che gli rivolgono i frequentatori del Centro, anche di quelli occasionali, come i tecnici di diversi cantieri edili aperti nella zona che vi si recano per riunioni di lavoro e d'aggiornamento. E naturalmente poi ci sono le organizzazioni umanitarie svizzere (come la Catena della solidarietà) che raccolgono denaro tra la popolazione.
Proprio nei giorni scorsi D'Ignazio è stato al suo paese, Silvi, una località turistica sulla costa in provincia di Teramo. Racconta di una «grande partecipazione» di solidarietà, uno slancio di generosità «indescrivibile». E aggiunge: «Per chi sta qui in Svizzera, forse è anche difficile capire tutta questa partecipazione». In base alle informazioni da lui raccolte, a Silvi sono 2'600 gli sfollati alloggiati negli alberghi, un numero altrettanto grande in case di vacanza, più altri ancora ospitati da amici. «Si calcola che dalla zona dell'Aquila vi si siano trasferiti circa 8 mila nuclei familiari» (intesi come unità domestiche, anche di una sola persona).
D'Angelo è invece di Casacanditella, un paesino di 1'300 abitanti in provincia di Chieti. «Ho messo a disposizione la mia casa», dice rapidamente. E conferma che gli emigrati abruzzesi a Zurigo sono per la maggior parte chietini, cioè originari della provincia di Chieti. Di aquilani, provenienti cioè dalle zone che più hanno subito danni dal terremoto, ce ne sarebbero pochissimi. Si calcola che le famiglie provenienti dalla provincia dell'Aquila non siano in tutta la Svizzera più di 150.


Il numero del conto postale aperto in Svizzera dalla Federazione degli abruzzesi per la raccolta di fondi, è: 25-3856-3. Garanti sono i presidenti delle associazioni abruzzesi in Svizzera. 

Pubblicato il

01.05.2009 02:00
Silvano De Pietro
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