Losanna espelle i poveri dal centro

Anche Losanna vuole cacciare i poveri dalle vie del centro città: seguendo i brutti esempi di Ginevra, Friburgo, Neuchâtel, Basilea, Zurigo e Lucerna, le autorità stanno per introdurre un sostanziale divieto di chiedere l'elemosina su suolo pubblico: la decisione del Consiglio comunale cadrà  solo in gennaio, ma i giochi ormai sembrano fatti. Colpisce che la proposta giunga da un esecutivo a maggioranza di sinistra e che essa ricalchi quasi per intero i contenuti di un'iniziativa popolare della destra. Purtroppo è così che vanno le cose nell'era dell'ossessione "securitaria".

La nuova politica del Municipio rosso-rosa-verde della capitale vodese è una forma di criminalizzazione mascherata della mendicità: a differenza della citata iniziativa promossa dal Partito liberale radicale (Plr) e che probabilmente verrà ritirata, essa non prevede formalmente un divieto totale. Ma basta leggere i previsti adeguamenti della Legge di polizia per rendersi conto dove vuole andare a parare la maggioranza, in perfetta intesa con Plr e Udc e in rotta con la sinistra radicale.


Il testo del Municipio indica in modo esplicito una lista di situazioni in cui la mendicità è vietata: se praticata in maniera insistente, deambulando o chiamando a sé dei passanti sui trasporti pubblici, alle fermate dei bus e del metrò, nei mercati, all'interno dei negozi, dei cinema, dei teatri, dei musei, degli edifici della pubblica amministrazione, così come nelle immediate vicinanze dei rispettivi ingressi. Sarà proibito chiedere l'elemosina anche a meno di cinque metri dai distributori automatici di denaro e di quelli dei biglietti per i servizi pubblici, nei giardini pubblici, nei parchi giochi, così come nei cimiteri (!) e nei luoghi di culto. Al di fuori di queste zone proibite saranno tollerati i mendicanti ma solo se "passivi" nei confronti dei passanti: questo significa che un povero potrà stare per esempio seduto a terra su un marciapiede ma non potrà compiere alcun gesto per attirare l'attenzione della gente e tantomeno interpellarla. I contravventori di queste regole (volute per far fronte «alle paure e alle inquietudini della popolazione», scrive l'esecutivo) rischiano un'ammenda fino a 500 franchi e fino a 1.000 in caso di recidiva.


«Sanzioni scandalose», replica l'avvocato e consigliere comunale del movimento SolidaritéS Jean-Michel Dolivo, sottolineando quanto vergognoso sia «andare a prendere i soldi, oltretutto frutto di un dono, a persone che vivono in condizioni di estrema povertà». «Provate a mettervi nei panni di un mendicante – scrive lo stesso Dolivo nel rapporto commissionale di minoranza all'indirizzo dei colleghi del Consiglio –. Si deve restare fuori al freddo o al caldo per ore, in una posizione scomoda e ci si deve umiliare di fronte alla gente per raccogliere 10 o 15 franchi al giorno».


Le misure che stanno per essere adottate hanno lo scopo manifesto di reprimere in modo specifico i Rom, una popolazione molto esigua (a Losanna se ne contano una cinquantina) ma molto visibile a causa dell'attenzione dei media. Si tratta di persone provenienti perlopiù dall'Europa dell'Est, dove nei loro confronti esistono gravi discriminazioni. Discriminazioni che talvolta sono addirittura iscritte nella legge e che impediscono loro di avere accesso all'educazione, ad un alloggio decente, a un lavoro e alle cure. Ricorrono dunque alla soluzione estrema della mendicità per tentare di soddisfare i bisogni più elementari e per cercare di uscire dalla miseria nera in cui si trovano.


Penalizzando queste persone, commenta Dolivo, «le autorità comunali calpestano valori come la libertà, il dovere di accoglienza e il rispetto della dignità umana. Una società rispettosa dei diritti fondamentali non può sanzionare una persona solo perché è povera e chiede  la carità. Ma il Municipio espellendo di fatto questa popolazione dai punti più frequentati del centro città non fa che farla ulteriormente sprofondare nella povertà». E poi, in questo modo, aggiunge l'avvocato losannese, «si veicola un messaggio d'intolleranza alla popolazione».


Una popolazione oltretutto non deve sentirsi al riparo da certe norme discriminatorie: «Se questa politica volta a reprimere la mendicità oggi colpisce i Rom, un giorno potrebbe toccare altri esclusi dalla tutela sociale, invalidi, disoccupati, senzatetto e migranti poveri in gene-
rale», ammonisce Dolivo.


Le norme previste pongono infine anche un serio problema a livello di applicazione: che cosa significa esattamente "chiamare a sé i passanti"? Tre Rom che bevono un caffè possono essere sospettati di mendicità? La polizia disporrà di un ampio margine di apprezzamento e il rischio di arbitrio è dietro l'angolo.

Pubblicato il

21.12.2012 01:30
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