L’appuntamento è nel quartiere basilese di Matthäus in una fredda sera di qualche settimana fa. Ci ritroviamo come ospiti-stampa nella cantina dell’abitazione di Rocco Burdino – per decenni militante del Pci e delle Colonie libere in Svizzera – adibita a sala riunioni. Insieme a lui ci sono una dozzina di persone, tutte quante con un lungo passato di attivismo politico nell’ambito della comunità italiana in Svizzera. Tra queste persone c’è anche Dario Mordasini, militante tra le fila dei pensionati Unia, che coordina questo gruppo informale chiamato “5 dicembre”. Il tema della serata è un’iniziativa che potrebbe provocare un terremoto nel sistema scolastico basilese e fare da apripista per riforme simili in altri cantoni. Si chiama Förderklassen-Initiative (Iniziativa per classi di sostegno) e chiede sostanzialmente di tornare indietro di qualche anno nell’ambito dell’organizzazione del sistema scolastico locale, ovvero di ripristinare delle classi separate e a numero ridotto per una parte degli scolari con difficoltà di apprendimento e di socializzazione. L’iniziativa in sé non stupisce – sappiamo che alcune fasce della popolazione di orientamento borghese sono molto critiche nei confronti della scuola inclusiva – ma il fatto che a proporla siano gli insegnanti stessi attraverso l’associazione di categoria Freiwillige Schulsynode Basel-Stadt ha sorpreso addetti ai lavori e media. |