Meschine lamentele

La Commissione europea sta attualmente verificando gli strumenti di controllo dei salari negli Stati membri dell’Unione. Essa non è interessata a sapere come i paesi lottano contro il dumping salariale nell’ambito del lavoro distaccato, ma soprattutto a verificare il rispetto della Direttiva del 2014 sull’applicazione della direttiva sul distacco. Di conseguenza, 24 paesi hanno ricevuto lamentele da Bruxelles.

 

Nella stragrande maggioranza dei casi, la Commissione ha trovato le misure di protezione dei salari troppo rigide: in Germania come in Francia, la procedura di notifica dei lavoratori distaccati sarebbe troppo burocratica e onerosa. In Belgio, il prezzo di 20 euro per il badge di cantiere sarebbe troppo elevato. Inoltre, la responsabilità solidale nel settore delle costruzioni sarebbe irragionevole. In Austria, la sanzione massima prevista, cioè la messa al bando dell’azienda per diversi anni, sarebbe sproporzionatamente dura.


Si tratta di meschine lamentele che non sono nate nelle menti dei burocrati di Bruxelles, ma che fanno da specchio ai ben noti piagnistei delle aziende che distaccano personale all’estero: per questi padroni è qualcosa di inesigibile l’obbligo di trasmettere per iscritto e in anticipo alcuni dati sui lavoratori; e le sanzioni sono sproporzionate quando vengono colti in fallo.

 

Le reazioni di Bruxelles dimostrano come lo scopo della Direttiva di applicazione dell’Ue non sia tanto quello di definire strumenti contro il dumping salariale, quanto quello di mantenere bassa la protezione dei salari. Essa non indica infatti misure minime ma elenca quelle che sono consentite. In realtà una piccola porta per ulteriori misure la lascia aperta, ma quando l’Austria introduce come possibile sanzione l’esclusione dal mercato essa si chiude immediatamente.


I sindacati europei sono da sempre critici nei confronti della Direttiva: le confederazioni sindacali tedesche e austriache l’avrebbero cestinata nel 2014 e oggi ne stanno combattendo gli effetti negativi. E solidarizzano con noi sindacati svizzeri che non vogliamo sacrificare la tutela dei salari sull’altare di quella direttiva. Purtroppo, gli euroturbo nostrani non capiscono queste connessioni. Lodano non solo la migliorata direttiva Ue sul distacco dei lavoratori, ma anche la disastrosa direttiva d’applicazione, elaborata al tempo della commissione neoliberista di Manuel Barroso.

Pubblicato il

01.09.2022 11:03
Roland Erne
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