Monte Carasso: "Dico la mia"

La notizia delle sue dimissioni è ormai nota. Nelle sue dichiarazioni al quotidiano laRegioneTicino Claudio Tettamanti, direttore dell’istituto scolastico di Monte Carasso, aveva affermato che anche i documenti più recenti prodotti dal Municipio a proposito della risoluzione dell’“affaire” dei ticket scolastici per ovviare all’istituzione della settima sezione non avevano fatto che confermargli che i suoi «modi di operare e proporre scelte in campo scolastico sono molto lontani da quelli messi in atto dal capo-dicastero e dalla maggioranza del Municipio di Monte Carasso». Ed in questo il direttore faceva riferimento ai documenti più recenti con cui il Municipio ha spiegato pubblicamente le sue scelte, in particolare a quello del 9 giugno e ora anche alla risposta del 20 giugno alla petizione dei genitori che chiedevano l’istituzione della settima sezione (ambedue documenti sono scaricabili dal sito www.montecarasso.ch). Di fronte ai toni velatamente tracotanti con cui l’esecutivo e il Consiglio comunale hanno stigmatizzato la “campagna denigratoria” condotta contro il capo dicastero scuola Sergio Morisoli, il direttore non commenta. A circa 15 giorni dalla rimessa del suo mandato, il direttore accetta comunque di parlare con area per dire la sua su alcuni aspetti puntuali della faccenda. Claudio Tettamanti, lei ha vissuto in prima persona la vicenda “ticket”. Sicuramente avrà avuto modo di potersi fare un quadro d’assieme: non crede sia arrivato il momento di aprire il suo “libro”? Sulla faccenda del “ticket” per il momento non mi esprimo, necessito di serenità per riflettere su tutta la vicenda. Posso però ribadire che, anche alla luce degli ultimi documenti prodotti dal Municipio di Monte Carasso, le mie perplessità su come tutta la vicenda è stata gestita sono pienamente confermate. Si spieghi meglio… In generale, c’è stato un continuo spostamento del problema da un ambito all’altro. Dapprima pareva che lo scoglio per l’istituzione di una settima sezione fosse di tipo logistico. In attesa della conclusione dei lavori di ampliamento del nuovo asilo, infatti, si era reso necessario trovare una soluzione provvisoria per la Scuola dell’infanzia (SI) frequentata da più di sessanta bambini. Oggi le cose sono cambiate e la soluzione verso la quale ci si è orientati – che prevede la sistemazione di una sezione della SI nella sede della banda musicale del paese e quella della seconda elementare di 26 allievi in due aule presso il palazzo del municipio – conferma che una soluzione logistica provvisoria parsimoniosa era possibile. L’idea di mettere a disposizione della terza sezione SI la “Casa della Musica”, per liberare una seconda aula nel palazzo municipale, il sottoscritto l’aveva suggerita al Municipio già il 27 aprile. Non credo sia ovvio solo per me capire che se sei sezioni di scuola elementare, di cui una molto numerosa, hanno a disposizione sette aule, ci sarebbe stato spazio, senza supplemento di spesa, per sette sezioni. Ma dove sta allora il problema? Qui subentra il tema della parsimonia giocato sul salario del docente in più. Vorrei ricordare che a questo proposito il capo dicastero scuola Morisoli ha dichiarato sul Giornale del popolo che spendendo 20 mila franchi per convincere le famiglie a non frequentare le scuole comunali a Monte Carasso, lo Stato (comune + cantone) avrebbe risparmiato 600 mila franchi. Questo dato è parzialmente e “felicemente” smentito già dal documento municipale del 9 giugno (pag. 12 cpv 3) che, pur considerando gli stessi parametri (che non condivido), fa i calcoli meglio di Morisoli e stima in “quasi mezzo milione di franchi, duecentocinquantamila dei quali a carico del comune”, il risparmio ipotizzato per 4 anni (la misura infatti si applica a una seconda elementare). Parliamo di una differenza di 120 mila franchi e non di bruscolini! Poi però, considerando il problema dell’aumento di una sezione solo per un anno, i calcoli del Municipio cambiano sorprendentemente i parametri. Sarebbe a dire? Sempre a proposito di parsimonia, il Municipio tiene a precisare che il docente d’appoggio verrebbe assunto tramite il Ppp [Periodo di pratica professionale, ndr], un programma d’occupazione temporanea, e costerebbe al comune solo 17mila franchi, in quanto finanziato per il resto dalla cassa federale di disoccupazione. Curioso modo di fare i calcoli: se i costi (sussidi) sono a carico del cantone vengono contabilizzati, se invece sono della confederazione no. Inoltre, non viene neanche specificato dal Municipio a quanto ammonterebbe il contributo della Confederazione all’assunzione di un Ppp. Il Municipio parla poi di un risparmio, rispetto all’assunzione di un docente in più, di 50 mila franchi: un risparmio secondo me tutto da dimostrare! Ormai siamo al paradosso. Da una parte si ha un docente “Ppp”– afferma il Municipio – formato ad hoc e si hanno le aule a disposizione ma, dall’altra, si nega l’istituzione di una settima sezione. Si “crea” un docente disoccupato e poi lo si riassume tramite i programmi di occupazione. Mi scuso, ma davvero non capisco. Lei fra le ragioni delle sue dimissioni ha messo in primo piano la mancanza di trasparenza, l’informazione lacunosa alle famiglie. Ora può esplicitare meglio queste sue critiche? Le faccio un paio d’esempi, recentissimi. Nelle due pagine di risposta alla petizione che chiedeva l’istituzione della settima sezione, il Municipio scrive che “Risultavano 24 allievi iscritti in prima classe e 26 nella seconda” (p.1 cpv 2). Ebbene, formulata così questa frase lascia intendere che la situazione sia ora molto diversa. In realtà risultano a tutt’oggi iscritti 23 allievi in prima e 26 in seconda, dal momento che nessuna famiglia ha comunicato in modo esplicito la rinuncia all’iscrizione del proprio figlio in prima elementare e che il direttore (ex direttore), cioè io, non è ancora stato informato sui nominativi degli allievi che a settembre non frequenteranno le scuole comunali di Monte Carasso. E cosa dice della frase “…dopo aver accertato – tramite la direzione scolastica – l’indisponibilità dei genitori della seconda classe di frequentare sedi fuori comune di scuola pubblica…”, contenuta in quello stesso documento? Non è vero! Il sottoscritto riferendo di quell’incontro (l’unico incontro informativo proposto alle famiglie e al quale non ha partecipato nessun municipale) ha comunicato al Municipio che i genitori non erano disposti ad iscrivere i propri figli in un’altra sede scolastica prima di essere debitamente informati sulle ragioni che avevano spinto il Municipio a rinunciare alla settima sezione. Quale genitore avrebbe potuto dare la propria disponibilità a scatola chiusa, senza quegli elementi necessari che lo avrebbero potuto aiutare a fare la scelta più idonea? Sono tutti elementi importanti, ma c’è un interrogativo che resta in sospeso: possibile che davvero tutti i media abbiano costruito un castello di carte sulla tortuosità dell’operazione che per una strana coincidenza avrebbe avvantaggiato la scuola “La Caravella” legata a Comunione e Liberazione di cui fa parte il vice sindaco Sergio Morisoli? È una questione sulla quale per il momento preferisco non esprimermi. Direttore, “affaire à suivre” allora... …ex direttore!

Pubblicato il

01.07.2005 02:00
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