Dal primo ottobre non è più in vigore il Contratto nazionale mantello dell'edilizia (Cnm). Il vuoto contrattuale riguarda anche i cantieri Alptransit. I vari consorzi di ditte che hanno vinto gli appalti per i diversi lotti, hanno assicurato che continueranno a rispettare le norme del "vecchio" Cnm. Una dichiarazione d'intenti che però non ha nessun obbligo legale e si basa unicamente sulla volontà delle ditte. Presupposta la loro buona fede, area con questa inchiesta ha cercato di capire di che pasta siano fatte le grandi imprese che partecipano ai lavori di scavo di Alptransit. Alcune di loro conoscono le aule dei tribunali almeno quanto i tunnel che scavano. C'è da fidarsi?

L'Impregilo è una delle imprese di costruzione più importanti a livello internazionale. Possiede 70 succursali sparse in tutto il mondo e 700 società controllate, associate e consorzi. Una di queste è la svizzera Csc impresa di costruzioni, attualmente impegnata sui cantieri di Alptransit di Faido, Bodio e del Monte Ceneri. Il presidente della Csc è Franz Steinegger, ex presidente del partito liberale svizzero (Fdp) dal 1989 al 2001.
L'Impregilo è nata da una fusione a cavallo tra fine anni 80 e inizio anni 90 tra le più importanti imprese italiane del settore (la Cogefar, la Girola e la Lodigiani). Attualmente le sue attività sono ripartite in queste percentuali: 36 per cento in Italia, un 5 per cento in Europa e il 59 per cento nei paesi in via di sviluppo. In questi paesi la Impregilo è impegnata soprattutto nella realizzazione di grandi opere quali dighe, gallerie e superstrade.
Nella fase iniziale d'Impregilo, il gruppo azionista di riferimento era la Fiat, tanto che Cesare Romiti ne era l'amministratore delegato. Attualmente invece l'azionista di maggioranza è Icli Spa, composto in parti uguali dalle società Argofin (gruppo Gavio), Autostrade (Famiglia Benetton) e Immobiliare Lombarda (gruppo Ligresti). Ed è proprio quest'ultimo gruppo ad aver annunciato ad inizio settembre l'intenzione di voler avere un peso maggiore nel gruppo. Per la cronaca, il gruppo Ligresti è nato dalle imprese di Salvatore Ligresti, il costruttore travolto dagli scandali ai tempi di "mani pulite". Ligresti è stato condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione per tangenti ed ha scontato la sua pena affidato ai servizi sociali.
Ma restiamo al gruppo Impregilo e la sua storia, fatta anche di guai giudiziari in diverse parti del mondo. Avendo il 59 per cento del portafoglio lavoro nei paesi in via di sviluppo, è inevitabile che le attività di Impregilo siano oggetto di critiche, spesso giustificate e altre volte meno. Di certo però l'Impregilo ha partecipato a grandi opere che spesso risultano essere grandi opere di devastazione più che di progresso sociale in quei paesi, stando alle numerose denunce di organizzazioni sindacali e sociali. Nel Lesotho ad esempio, l'Impregilo ed altre multinazionali hanno costruito la diga "Lesotho Highlands Water Project", il progetto di gestione delle acque più importante al mondo dopo la diga delle Tre Gole in Cina. La manodopera locale ha manifestato più volte contro le ingiuste condizioni di lavoro. La tensione è sfociata nel 1996 in una protesta pacifica per il pagamento di alcune mensilità arretrate, quando la polizia ha reagito aprendo il fuoco e uccidendo cinque persone. La Impregilo è stata condanna in via definitiva al pagamento di 1,5 milioni di euro per aver interferito nel corso della giustizia, impedendo l'acquisizione di una serie di documenti che avrebbero fatto luce sui pagamenti illeciti eseguiti negli anni novanta dall'intermediario della "vecchia" Impregilo.
Ma le accuse più pesanti arrivano dalla giustizia italiana. Prima fra tutte, poiché la più avanzata in fase procedurale, riguarda lo smaltimento dei rifiuti in Campania. I pubblici ministeri (Pm) napoletani hanno rinviato a giudizio a fine luglio di quest'anno, 28 persone per truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture. Secondo l'impianto accusatorio dei Pm, i 28 indagati hanno portato all'emergenza rifiuti in Campania per l'inadempimento del contratto di chi doveva gestire lo smaltimento dell'immondizia (il gruppo Impregilo e le sue controllate), sotto lo sguardo, per gli inquirenti compiacente, del Commissario straordinario Antonio Bassolino, governatore del centro sinistra della Campania, pure lui tra i 28 indagati. Nell'ambito della stessa inchiesta, il 27 giugno scorso il Giudice per le indagini preliminari (Gip) del Tribunale di Napoli Rosanna Saraceno, aveva disposto l'interdizione per contrattare con la Pubblica amministrazione per un anno, relativamente alle sole attività di smaltimento, trattamento e recupero energetico dei rifiuti, nei confronti di alcune società del Gruppo Impregilo che gestiscono i sette impianti di combustibile da rifiuti della Campania.

Chi si rivede: Carlo Pelanda

Altro caso che ha suscitato clamore è l'appalto vinto dalla Impregilo per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. Ciò su cui stanno indagando gli inquirenti italiani è turbativa d'asta e corruzione. La nuova istruttoria è una costola dell'inchiesta sui bilanci di Impregilo e nasce da un'intercettazione dell'estate 2004. L'allora presidente d'Impregilo, Paolo Savona, si sente preannunciare dall'economista Carlo Pelanda (autore del libro bianco che ha tracciato la politica economica dell'era di Marina Masoni in Ticino) che sarà Impregilo a vincere la gara d'appalto. La notifica ufficiale della vittoria dell'appalto sarà data solo alcuni mesi più tardi. Pelanda precisa di averlo saputo da Marcello Dell'Utri, il senatore siciliano di Forza Italia già braccio destro di Silvio Berlusconi in Publitalia. L'appalto per la costruzione del ponte è un affare da oltre sei miliardi di euro.

Lombardi-Grassi-Abate

Pizzarotti & C. è il terzo gruppo italiano attivo nella costruzione. Gestione familiare, non è quotata in borsa, fondata da Gino Pizzarotti ed ora gestita dal nipote Paolo Pizzarotti. Conta 60 dirigenti, 500 impiegati e un migliaio di operai. Fatturato di 850 milioni di euro.
La società controllata in Svizzera è la Pizzarotti Sa di Lugano, nel cui Consiglio di amministrazione siedono in qualità di membri il senatore Ppd Filippo Lombardi e Roberto Grassi, direttore della Fidinam Group Holding Sa di Lugano. Fino al 19 marzo 2004, ne faceva parte anche il consigliere nazionale liberale Fabio Abate, attualmente membro della Delegazione di vigilanza della Ntfa (Alptransit)
Paolo Pizzarotti ha patteggiato con i giudici della sesta sezione penale di Milano il 21 settembre del '94 e concordò coi magistrati una pena di un anno e un mese, oltre a 560 milioni di risarcimento (fonte Ansa). Il processo riguardava le tangenti pagate per l'aggiudicazione dei lavori di Malpensa 2000, andati a un'associazione di imprese comprendente la Pizzarotti.

Colosso dalle mani sporche

Con i suoi 60 mila dipendenti suddivisi in circa 500 sedi e una cifra d'affari annua di 11 miliardi di euro l'austriaca Strabag è uno dei più grossi consorzi edili d'Europa. Oltre a Strabag gli altri principali marchi del gruppo sono la Dywidag, la Heilit+Wörner e la Züblin. In Svizzera appartiene alla Strabag anche la Murer di Erstfeld. Ed è proprio come Strabag-Murer che il gruppo austriaco s'è aggiudicato il lotto 252 dei lavori della galleria di base del San Gottardo ad Amsteg: volume della commessa 675 milioni di franchi, lunghezza 11,3 chilometri in due tubi, consegna entro il 2011. Vi sono impiegati 300 operai.

Il boss del consorzio Strabag, Hans Peter Haselsteiner, è un personaggio molto contraddittorio. È stato uno dei leader e dei finanziatori del Forum liberale, partito nato nel 1993 da una scissione nella Fpö dell'ultranazionalista Jörg Haider. Haselsteiner ha seduto nel parlamento austriaco per il Forum liberale dal '94 al '98. D'altro canto Haselsteiner continua ad essere molto vicino ad Haider. Nel 2005, come presidente del governo regionale della Carinzia, Haider ha cercato in tutti i modi di far aggiudicare alla Strabag di Haselsteiner i lavori per il rifacimento dello stadio di Klagenfurt in vista degli europei di calcio del prossimo anno. Nell'ambito dell'inchiesta sullo scandalo dell'aggiudicazione di questo appalto la Strabag è stata sospettata di finanziamento illegale ai partiti. Un membro della giuria che decise la gara di appalto ha detto pubblicamente, rifacendosi ad un collaboratore della Strabag, che questa avrebbe a più riprese finanziato le campagne della Fpö: ma ha dovuto ritirare questa affermazione sotto il peso di una causa da 20 milioni di euro che Haselsteiner gli avrebbe minacciato, come ha scritto il settimanale "Profil" (21 febbraio 2005).
Dalla primavera di quest'anno anche il miliardario russo Oleg Deripaska (39 anni) detiene una partecipazione nella Strabag del 30 per cento. Haselsteiner ha convinto il self-made-man russo a mettere 1,2 miliardi di euro nel consorzio poco prima che la Strabag entrasse in borsa. A Deripaska appartiene il gruppo Basic Element, attivo nei settori dell'energia, dell'automobile, delle materie prime, della finanza, dell'edilizia e dell'immobiliare. Esso occupa circa 240 mila persone, ha una cifra d'affari di 18 miliardi di dollari ed è presente in 102 sedi, la maggior parte delle quali in Russia.
Non è raro che la Strabag faccia parlare di sé in maniera negativa. Nel settembre del 2005 ad esempio ha dovuto pagare in Ungheria una multa di 1,3 milioni di euro. L'autorità della concorrenza austriaca aveva denunciato un accordo illecito nell'aggiudicazione dei lavori di costruzione di una strada. Il valore complessivo degli appalti era di 55 milioni di euro. Questa è stata la terza condanna in 15 mesi in Ungheria. Già nel luglio e nell'ottobre del 2004 la Strabag fu multata per un totale di 9,3 milioni di euro, sempre per accordi cartellari illeciti.
In Germania la Strabag è protagonista di un grosso caso di corruzione a Chemnitz (ex Ddr). In aprile un ex capocantiere della Strabag è stato condannato a tre anni e due mesi di carcere, una sentenza mite perché l'uomo si è dimostrato cooperativo durante l'inchiesta. Ma l'inchiesta prosegue nei confronti di altre 65 persone: i reati ipotizzati sono tra gli altri amministrazione infedele, corruzione e truffa. A Chemnitz per la costruzione di un importante tratto autostradale la Strabag costituiva delle imprese che dopo alcuni mesi sistematicamente venivano fatte fallire. In questo modo la Strabag risparmiava sui salari e sugli oneri sociali. Ma ci hanno rimesso anche molti fornitori. Più tardi le stesse ditte facevano di nuovo capolino ma con un altro nome. Inoltre sarebbero state emesse fatture per lavori mai eseguiti. La direzione della Strabag tedesca a Colonia ha assicurato pieno sostegno all'inchiesta.
Anche in Svizzera però la Strabag si è già fatta notare. Nel maggio del 2003 il giornale economico "Cash" denunciò che Strabag, nei lavori di ristrutturazione del Parkhotel di St. Moritz per conto del gruppo Kempinski, avrebbe fatto lavorare degli operai polacchi e cechi fino ad oltre 70 ore alla settimana. Un anno dopo il segretario del Rheintal del sindacato Sei Alex Granato e la trasmissione "10 vor 10" della tv svizzera tedesca svelarono come la Strabag nella costruzione dei nuovi impianti del produttore di bevande Rauch a Widnau aveva violato il Contratto collettivo di lavoro (Ccl) e fatto dumping salariale.

Nobildonna in Leventina

L'impresa austriaca Alpine Mayreder appartiene al consorzio Tat, attivo sui cantieri della Ntfa di Bodio e Faido. Da un anno l'impresa appartiene ad Esther Koplowitz Romero de Jeseu, una delle imprenditrici più chiacchierate di Spagna, la cui fortuna è stimata da "Forbes" in 2,5 miliardi di euro e che porta a spasso due titoli nobiliari: marchesa di Casa Penalver e marchesa di Cuba. La nobildonna attraverso il gruppo edile Fomento de construcciones y contratas (Fcc) ha sborsato per la Alpine Mayreder 480 milioni di euro.

Pubblicato il 

12.10.07

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