Non sarà una passeggiata

È stato un parto travagliato, durato mesi. Ma ora eccolo qui il governo di coalizione progressista spagnolo. Il partito socialdemocratico Psoe e Podemos, formazione nata dai movimenti sociali, hanno raggiunto un compromesso. Dal punto di vista dei contenuti non era difficile perché hanno molto in comune. La piattaforma, riassunta in una cinquantina di pagine, è probabilmente il programma di governo più fortemente di sinistra in Europa da molto tempo a questa a parte: un buon lavoro per tutti, più sicurezza sociale, estensione dei diritti delle donne, delle regioni, conversione ecologica e politica industriale ed economica costituiscono un pacchetto coerente.
I sindacati hanno chiaramente aiutato alla riuscita del parto. Con atti concreti, il governo intende invertire rotta rispetto alla deregolamentazione del diritto del lavoro decisa 8 anni fa. La protezione dal licenziamento viene così rafforzata. E anche i peggioramenti nel sistema pensionistico vengono abrogati. Il governo intende poi aumentare a tappe il salario minimo legale dagli attuali 900 a 1.200 euro (pari al 60 per cento di quello mediano). Altri punti del programma di governo sono: più diritti per i sindacati nella contrattazione collettiva, lotta al dumping sociale, migliore conciliabilità tra lavoro e famiglia. Il volto di questa politica è Yolanda Díaz Pérez, la nuova ministra del lavoro, che proviene da una famiglia di sindacalisti della Galizia e che come avvocata ha difeso lavoratrici e lavoratori ed è stata rappresentante legale di donne maltrattate. Sin da bambina solidarizza con le lotte dei salariati. Adesso guiderà il ministero del lavoro e già ha scatenato paure negli ambienti padronali, che la considerano «troppo radicale».
I sindacati sono al contrario molto soddisfatti. Le rivendicazioni formulate negli ultimi 10 anni ora stanno scritte in un programma di governo. Ma attenzione, «sulla carta si può scrivere di tutto», rileva Unai Sordo, segretario generale delle Comisiones Obreras, la confederazione sindacale più importante di Spagna. Sa bene che vi sono grandi forze contrarie e che in Parlamento il governo si regge su una maggioranza risicata, traballante. L’associazione dei datori di lavoro è indignata: l’aumento del salario minimo sarebbe una «barbarie». L’opposizione di destra grida che il nuovo governo significherebbe «Caos e tradimento della patria». La Neue Zürcher Zeitung segnala dal canto suo «allarme» tra gli investitori e le agenzie di rating. Perché il governo, invece di risparmiare, sarebbe intenzionato a investire. Che orrore!
Per i sindacati e per la sinistra non sarà una passeggiata.

Pubblicato il

16.01.2020 10:17
Roland Erne
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