Officine Ffs Bellinzona: un disastro annunciato

Le ripetute riduzioni di personale da parte di Ffs Cargo hanno trovato il loro apice con l'annuncio della soppressione di 401 posti di lavoro in Svizzera e la perdita di 126 posti alle Officine Ffs di Bellinzona. Lo smantellamento di un'azienda di grande competenza e tradizione non è accettabile poiché si tratta del risultato di un'impostazione squilibrata della liberalizzazione del traffico merci e della cattiva gestione di Ffs Cargo.
Consiglio federale e parlamento, sostenuti dal popolo, hanno fissato l'obiettivo di trasferire il traffico merci dalla strada alla rotaia. Però quando il traffico merci, all'inizio del secolo, è stato esposto al libero mercato, la Confederazione ha garantito un sostegno insufficiente al trasporto delle merci su ferrovia e a Ffs Cargo.
L'obiettivo di ridurre il numero di camion che attraversano le Alpi svizzere a 650 mila all'anno entro il 2009 è stato mancato di grosso, ma invece in applicare delle misure più efficaci il Consiglio federale ha spostato il traguardo al 2019.
Un contratto di prestazione della Confederazione con Ffs Cargo che fissasse obiettivi chiari e i finanziamenti necessari sarebbe stato indispensabile e lo è ancora per realizzare il trasferimento delle merci dalla strada alla rotaia senza perdite.
Con continue ristrutturazioni e cambiamenti di indirizzo la direzione di Ffs Cargo ha disorientato non solo il personale, ma anche i grandi clienti che non sempre sono stati trattati con la dovuta competenza. L'atteggiamento di inflessibile concorrente assunto di fronte al gigante Deutsche Bahn (Db, le ferrovie tedesche) è stato criticato dal socialista solettese Ernst Leuenberger, già presidente del sindacato dei ferrovieri.
Suggerì di cooperare con i tedeschi, ma i suoi consigli vennero respinti al mittente da tutti i responsabili. Il consigliere federale competente, Moritz Leuenberger, l'ex capo delle Ffs, Benedikt Weibel, e l'ex direttore di Cargo, Daniel Nordmann, sono tutti socialisti: i loro compagni in parlamento non se la sono quindi sentita di opporsi con decisione alle improvvisazioni nella gestione di Ffs Cargo.
Adesso, il consigliere federale Leuenberger critica aspramente l'ex dirigenza delle Ffs e il Consiglio d'Amministrazione. Ma Leuenberger non è coerente: accetta le ultime misure di risparmio benché non si possa intravedere una strategia per condurre Ffs Cargo al successo attraverso un cambio di mentalità.
Un altro paradosso: le due ferrovie transalpine, le Ffs con il Gottardo, e la Bls con il Lötschberg, si fanno spietatamente concorrenza, invece di riunire le loro forze. Sono di proprietà pubblica, le Ffs appartengono interamente alla Confederazione, la Bls solo al venti per cento; azionista di maggioranza è il Canton Berna.
Difficilmente la Bls potrà però respingere un invito a cooperare con Ffs Cargo, siccome la Confederazione ha pagato, anni fa, 600 milioni per il raddoppio della vecchia linea del Lötschberg e, negli ultimi tempi, oltre 4 miliardi per la galleria di base.
La Svizzera deve giocare la sua carta di avere due linee ferroviarie attraverso le Alpi con un'intelligente cooperazione. Urge quindi un'approfondita discussione su Ffs Cargo, poi si decida. Non viceversa.

Pubblicato il

14.03.2008 13:30
Beat Allenbach
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