«Oggi come ieri per un’edilizia forte»

Il passato e il presente del sindacalismo migrante in un’intervista a ridosso della manifestazione nazionale degli edili

Duro attacco al pensionamento anticipato e alle condizioni di lavoro. Gli edili rispondono, in vista del rinnovo del loro Cnm, con una manifestazione nazionale (il 23 giugno a Zurigo) che conferma la loro combattività storica. Abbiamo intervistato Bruno Cannellotto, veterano delle battaglie dell’edilizia, e Pinuccia Rustico, sindacalista Unia della regione Zurigo-Sciaffusa. 

     

Bruno Cannellotto, può riassumere brevemente il suo percorso sindacale?

Sono arrivato a Zurigo nel 1957, a 19 anni, e ho trovato occupazione sui cantieri come manovale. Ho iniziato quasi subito l’attività sindacale, facendo propaganda nelle fabbriche, sui cantieri e nelle baracche. Poi è arrivata la proposta di lavoro da parte della sezione zurighese della Federazione svizzera dei lavoratori edili e del legno e così, nel 1970, è cominciata la mia carriera sindacale, terminata durante gli anni del processo di fusione sindacale che porterà alla nascita di Unia.  

 

Pinuccia Rustico, perché ha scelto di lavorare nel sindacato?

Sono arrivata a Zurigo 13 anni fa e ho lavorato per lungo tempo nel settore risorse umane di importanti multinazionali. Il mondo delle multinazionali non era il mio e così 3 anni fa ho detto basta. Sono sempre stata impegnata come attivista, soprattutto a favore dei migranti, e volevo fare della mia passione un lavoro. Non è stato facile reinserirsi in un nuovo settore, ma poi alla fine è arrivata la chiamata da parte di Unia, una realtà per me allora completamente nuova.

 

Quali sono le battaglie più importanti del settore costruzioni a cui ha preso parte?

BC: Ricordo in particolare le proteste e le lunghe discussioni su un cantiere molto grande, una commessa comunale. Si trattava del cantiere del depuratore di Werdhölzli, un’opera importante per cui si voleva spendere il meno possibile. Le azioni sindacali sui cantieri furono davvero tante in quegli anni ma non era affatto facile organizzare la lotta: la maggior parte dei lavoratori era stagionale e perennemente sotto ricatto.

 

Qual è la situazione attuale sui cantieri in vista della mobilitazione nazionale?

PR: Il mio team sindacale, diretto da Marudit Tagliaferri, incontra continuamente i lavoratori sui cantieri. La mobilitazione del 23 giugno è la tappa più importante di una serie di azioni di protesta organizzate sui luoghi di lavoro. I riscontri sono positivi anche se il ricatto ai lavoratori, di cui parlava Bruno, e la repressione sono presenti anche oggi.

 

Che ruolo hanno avuto i muratori nel sindacato del passato?

BC: I muratori nel sindacato edile sono stati, non solo numericamente forti, ma tradizionalmente anche i più decisi a contrattare Ccl e a difenderli con la lotta. Hanno tenuto in piedi il sindacato per molti anni e dall’Ottocento in avanti hanno sempre giocato un ruolo da protagonisti.     

 

Perché il Cnm del settore costruzione è così importante?

PR: Si tratta del contratto collettivo più importante in assoluto, vincolante per tutta la Svizzera, che ha una tradizione importante. Il settore costruzioni è trainante per tutto il movimento sindacale e il suo Cnm è un punto di riferimento anche per altre categorie. Per questo la lotta del settore delle costruzioni dovrebbe interessare tutti noi.

 

Cosa voleva dire quaranta anni fa essere un immigrato italiano e nello stesso tempo lavorare come sindacalista edile?

BC: Voleva dire avere a che fare fondamentalmente con i lavoratori stagionali, soprattutto italiani, che a volte restavano solo una o due stagioni. Era difficile creare gruppi di lavoro stabili, far crescere persone nel movimento. In generale, i funzionari con origini migratorie erano più che altro reclutatori e non strateghi, quel ruolo era riservato agli svizzeri, che avevano a che fare con il padronato e la politica. Io sono però riuscito, ad esempio, ad apporre la firma su un Ccl nel settore delle pulizie.

 

Quali sono le lingue parlate oggi sui cantieri della regione di Zurigo e Sciaffusa?

PR: L’italiano non è più la lingua franca dei cantieri. Il 70% dei lavoratori parla portoghese. Poi ci sono anche l’albanese, il polacco, il serbo-croato e, ovviamente, lo svizzero tedesco, soprattutto tra i quadri del cantiere. Oggi non ci sono più ufficialmente gli “stagionali”, i lavoratori baraccati per intenderci, ma c`è un aumento continuo dei contratti temporanei che spesso durano solo una stagione.

 

Quali consigli ti sentiresti di dare a una giovane sindacalista Unia impegnata nella lotta dei muratori?

BC: A lei dico di farsi valere come donna all’interno del sindacato e di portare avanti con convinzione le sue battaglie nei cantieri.

 

Perché è importante partecipare alla mobilitazione del 23 maggio a Zurigo?

PR: Per la pensione a 60 anni, per condizioni di lavoro dignitose e salari decenti. L’invito a partecipare lo rivolgo a tutte e tutti, non soltanto ai muratori, perché questo contratto è importante per l’intero mondo del lavoro.

Pubblicato il

14.06.2018 10:03
Mattia Lento
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