Ogni mestiere alla sua età

No a minori tutele per gli apprendisti

Berna ha bloccato il progetto della Segreteria di stato dell’economia di abbassare il limite d’età per i lavori pericolosi da 16 a 14 anni. Si tratta di un ennesimo "bastone tra le ruote" per gli apprendisti o di un tentativo di tutelare la loro sicurezza? È polemica in Ticino in seguito al congelamento del progetto della Segreteria di stato dell’economia (Seco) che prevedeva l’abbassamento del limite d’età per i lavori pericolosi da 16 a 14 anni. Progetto elaborato su richiesta di alcuni Cantoni, in primis il Ticino, che hanno un certo numero di ragazzi che finiscono la scuola dell’obbligo prima di aver compiuto 16 anni.

 

Dove sta il problema? La legge vieta ai minori di 16 anni (di 18 in generale, ma per motivi di formazione il limite scende a 16) di svolgere lavori ritenuti pericolosi, questo dal 2008, quando è entrata in vigore l’ordinanza 5 concernente la Legge sul lavoro (Oll). Ordinanza che si rifà alla Convenzione internazionale 138, firmata anche dalla Svizzera, che disciplina l’età minima di ammissione all’impiego (con lo scopo principale di combattere il lavoro minorile).


Come risolvere il problema? Le possibilità sono almeno due: la prima creare un periodo di formazione transitorio che permetta a questi ragazzi di arrivare ai 16 anni stabiliti dalla legge per effettuare lavori pericolosi, la seconda abbassare questo limite d’età a 14 anni e permettere a tutti i giovani che escono dalla scuola dell’obbligo di iniziare subito un apprendistato. Nel caso della prima soluzione i Cantoni sarebbero chiamati alla cassa, ma il Ticino assicura che non è per questa ragione che ha fatto pressione affinché si adottasse la seconda ipotesi, per il momento bloccata dall’intervento dei sindacati.


«Quando abbiamo saputo delle intenzioni della Seco – spiega Véronique Polito, segretaria centrale dell’Unione sindacale svizzera – siamo intervenuti: nessuno ci aveva interpellato su una questione così delicata». È infatti statisticamente provato che i giovani lavoratori sono più spesso vittime di infortuni, anche gravi, rispetto ai lavoratori adulti, l’incidenza è di una volta e mezzo in più. «Per noi è una questione seria – prosegue Polito – i giovani non devono assumersi dei rischi inutili, perciò non possiamo discutere di un abbassamento del limite d’età senza sapere innanzitutto se si tratta di una cosa necessaria e poi se sono previste delle misure d’accompagnamento che permettano ai ragazzi di essere realmente protetti sul posto di lavoro».


Ora la discussione è nuovamente aperta: dopo lo stop dei sindacati è stato creato un nuovo gruppo di lavoro che dovrà elaborare un progetto di modifica dell’ordinanza 5, che nell’attesa resta in vigore, quindi: i giovani sotto i 16 anni non potranno eseguire lavori pericolosi. Un male? Dipende dai punti di vista. Leggendo la lista dei lavori pericolosi, anche se non è precisa e lascia un margine d’interpretazione, ci si rende conto che si tratta di attività che mettono a rischio la salute e/o la vita del giovane. Riassumendo, sono ritenuti pericolosi i lavori che possono nuocere alla salute, alla sicurezza o allo sviluppo personale del ragazzo. Vietarli ai quattordicenni e ai quindicenni significa metter loro il bastone tra le ruote o tutelarne l’incolumità fisica e psicologica? «Come sindacato, riteniamo che il lavoro svolto da quattordicenni sia lavoro infantile, non entra quindi in linea di conto per noi di concedere a questa fascia d’età di eseguire lavori ritenuti pericolosi», spiega Polito, che lascia invece intravedere qualche possibilità di discussione per i quindicenni, a patto che siano attuate delle misure d’accompagnamento che permettano di svolgere questi lavori in sicurezza, e con la formazione adeguata.
«In Ticino il problema è stato ingrandito, facendone una questione nazionale – conclude la sindacalista – È una situazione difficile da risolvere: noi vogliamo misure efficaci d’accompagnamento, per qualsiasi età, per assicurare che i giovani non siano in pericolo sul lavoro. I padroni dicono che non vogliono più burocrazia e ricattano dicendo che allora non si assumeranno più la formazione dei giovani. I Cantoni dal canto loro vogliono posti di formazione nelle aziende per non pagare delle formazioni transitorie per chi ha meno di 16 anni, per questo hanno fatto molta pressione per ottenere un abbassamento. Come sindacato siamo in difficoltà perché non vogliamo né che i giovani perdano un anno, né che siano a rischio sul posto di lavoro. Per noi la sicurezza è prioritaria sulla formazione professionale».


La questione della sicurezza sul lavoro per gli apprendisti si pone infatti in ogni caso, sia che venga concesso l’abbassamento del limite d’età oppure no, in quanto l’Uss ha rilevato delle carenze gravi in questo ambito e intende muoversi per migliorare la situazione.
Pensando alla questione sicurezza degli apprendisti e alla lista dei lavori pericolosi, torna alla mente un infortunio di qualche anno fa: era il 2010 e un apprendista pittore sedicenne, al primo anno d’apprendistato, cadde da un ponteggio a sei metri d’altezza a Personico. In quel caso la tragedia fu solo sfiorata, venne aperta un’inchiesta per stabilire se il ponteggio fosse a norma e area tentò di scoprire se un apprendista sedicenne al primo anno potesse trovarsi su quel ponteggio. Nell’articolo di Francesco Bonsaver (area n. 3 del 5 marzo 2010, "Qualcuno volò giù dai ponteggi") si possono leggere le due risposte, una l’opposto dell’altra, date dall’ispettorato del lavoro e dall’Ufficio formazione professionale. I primi, dopo essersi consultati con l’Ufficio giuridico della Seco giungevano alla conclusione che in assenza di un’autorizzazione esplicita (la legge parla di altezze pericolose vietate per gli apprendisti, senza però definirle), salire sui ponteggi per un apprendista è vietato. Per i secondi invece, in assenza di un divieto specifico l’apprendista può salire sui ponteggi. La prassi, almeno fino ad allora, prevedeva in ogni caso che gli apprendisti pittori, anche al primo anno, salissero sui ponteggi.


Forse un ulteriore passo per migliorare la situazione sarebbe rivedere questa lista in modo da renderla meno generica e interpretabile, come consiglia anche Paolo Colombo, capo della divisione della formazione professionale del Canton Ticino, nell’intervista che segue.

 

Per saperne di più
• Ordinanza 5 concernente la legge sul lavoro: www4.ti.ch/?id=25151

Pubblicato il

03.07.2013 23:36
Veronica Galster
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