Pelli presidente, e la sinistra?

Per dare nuova fiducia al Partito liberale-radicale svizzero (Plrs) che 150 anni fa costruì l’odierna Svizzera ci vuole un presidente svizzero tedesco, dicevano in parecchi. Poi è stato eletto Fulvio Pelli perché è apparso come un timoniere più sicuro e avveduto del suo concorrente lucernese. La stampa svizzera ha applaudito, a larga maggioranza, all’elezione di Pelli, perché più equilibrato, più concreto e più distanziato dall’Udc. I successi di quel partito avevano indotto molti liberali a sposare parecchie sue posizioni nella speranza di riguadagnare i voti persi negli ultimi anni, ma la sterzata a destra non ha portato l’effetto sperato. Quale direzione prenderà il Plrs con Pelli presidente? Nelle prime interviste Pelli ha detto che vorrebbe un patto borghese e che vedeva lo spazio per trovare degli accordi con l’Udc. Le ricette dei socialisti per riportare la Svizzera alla crescita sarebbero inadeguate, ha aggiunto, e non sarebbe possibile realizzare con loro le riforme necessarie. Il giudizio negativo di Pelli sorprende se pensiamo alle due prossime votazioni popolari, le più importanti di questi anni, cioè quelle sulla normativa Schengen/Dublino e sull’estensione della libera circolazione. In vista di questi due appuntamenti l’alleato preferenziale dei liberali-radicali rema contro a tutta forza; in quelle occasioni Pelli ha veramente bisogno dei socialisti. Anche per far convivere le due anime del suo partito, la libertà e la solidarietà, l’Udc non gli sarà di grande aiuto. Le belle parole sull’Udc sono state pronunciate forse piuttosto all’indirizzo dell’ala destra del suo partito? Se i liberali-radicali vogliono continuare la politica della concordanza, come afferma Pelli, non si potranno costruire dei progetti che superino l’esame popolare senza i socialisti. La ricerca di un’intesa richiede da tutti la disponibilità a fare un passo verso la controparte, ma ciò non funziona se si vuole fare, come l’Udc, la politica del tutto o del niente. I socialisti dovranno quindi saper giocare la carta del compromesso, non a tutti costi, ma nell’intento (e nella necessità) di costruire con buoni argomenti delle maggioranze. Oggi il clima non è favorevole ai costruttori di ponti: i partiti borghesi hanno perso votazioni importantissime (Avanti, sgravi fiscali, Avs), ma continuano come se niente fosse. Dopo anni di proposte e di discussioni il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati non erano riusciti a giungere ad una intesa su come utilizzare i miliardi ricavati dalla vendita dell’oro da parte della Banca nazionale svizzera. Il parlamento rischia di dimostrare una seconda volta la sua incapacità in occasione del programma darmamento. Così facendo si incrina la credibilità della politica presso le cittadine e i cittadini – un valore vitale in una democrazia diretta. È ora che i partiti, penso soprattutto a Pss, Plrs e Ppd, e Consiglio federale si diano una mossa. Il nostro sistema politico vuole che si trovino degli accordi.

Pubblicato il

18.03.2005 14:30
Beat Allenbach
Editore

Sindacato Unia

Direzione

Claudio Carrer

Redazione

Francesco Bonsaver

Raffaella Brignoni

Federico Franchini

Mattia Lento

Indirizzo
Redazione area
Via Canonica 3
CP 1344
CH-6901 Lugano
Contatto
info@areaonline.ch

Inserzioni pubblicitarie

Tariffe pubblicitarie

T. +4191 912 33 88
info@areaonline.ch

Abbonamenti

T. +4191 912 33 80
Formulario online

INFO

Impressum

Privacy Policy

Cookies Policy

 

 

© Copyright 2023