"Per cure infermieristiche forti", dalla teoria alla pratica

Nasce in Ticino il gruppo d'infermieri "Walk of care", affinché la vittoria alle urne si traduca in una rapida concretizzazione

La sera del 28 novembre 2021, infermiere e infermieri scoprono di godere di un vasto sostegno popolare in Svizzera. L’iniziativa «Per cure infermieristiche forti» votata nel fine settimana ha ottenuto il 61% di “Sì” in una delle votazioni più partecipate da quando esiste la democrazia diretta. Storicamente, è la prima iniziativa con carattere sindacale mai stata adottata nel Paese. La Costituzione elvetica si vedrà dunque arricchita di un nuovo articolo, il 117 per la precisione. «Confederazione e Cantoni assicurano che sia disponibile un numero di infermieri diplomati sufficiente per coprire il crescente fabbisogno e che gli operatori del settore delle cure infermieristiche siano impiegati conformemente alla loro formazione e alle loro competenze».

 

Il “crescente fabbisogno” da colmare entro i prossimi dieci anni, è stato stimato a 65mila infermiere. Una professione dalle condizioni logoranti, conoscendo uno dei più alti tassi di abbandono (quasi la metà lascia il mestiere dopo 15 anni).

 

Seppur soddisfatte, la vittoria alle urne non rassicura le infermiere. Non sarebbe il primo articolo Costituzionale non rispettato nella storia elvetica. L’assicurazione maternità si è concretizzata con sessant’anni di ritardo, per fare un esempio. Per accompagnare l’articolo costituzionale verso la sua realizzazione è nata Walk of care in Ticino, letteralmente traducibile in “camminata delle cure”. Un’iniziativa partita dal basso, nella fase embrionale composto da una ventina d’infermiere e infermieri attivi nel Cantone, che ricalca i gruppi “walk of care” sparsi nel Paese. Quando si trattò di far campagna per l’iniziativa popolare, il personale infermieristico era sceso compatto  nelle strade di varie città svizzere per incontrare e spiegare alla popolazione la posta in gioco. Ora lo faranno affinché quanto ottenuto sulla carta costituzionale diventi realtà.

 

Il gruppo ticinese, già attivo sui social (“walkofcareticino” su Instagram e Facebook), ha indetto una prima camminata nelle strade di Locarno il prossimo mercoledì 6 aprile, con partenza da Piazza San Francesco alle ore 16.30. L’iniziativa è sostenuta dalla sezione ticinese dell’Associazione svizzera infermieri (Asi) e dai sindacati Vpod, Unia e Ocst. Per approfondire i problemi della professione e del gruppo Walk of care ticinese, area ne ha parlato con Yvonne Willems, già responsabile dell’area infermieristica della Direzione Generale dell’Ente Ospedaliero Cantonale (Eoc) e tra le fondatrici del gruppo.

 

“Una corretta diagnosi è già una mezza guarigione della malattia”, si dice in ambito medico. Signora Willems, qual è il punto centrale d’affrontare per concretizzare l’iniziativa?

Un miglior riconoscimento finanziario delle prestazioni professionali del corpo infermieristico attualmente rimborsato alle strutture ed enti sanitari, consentirebbe a quest’ultime di assumere più personale. Questo è un punto centrale, poiché avere più personale equivale a una migliore qualità delle cure offerte ai pazienti. L’effetto benefico indotto sarebbe duplice, dal punto di vista sanitario ed economico. Ricevendo adeguate cure infermieristiche, i pazienti hanno maggiori possibilità di guarire. È un fatto assodato scientificamente, già dimostrato da una moltitudine di studi. L’ultimo condotto in Svizzera, pubblicato nel 2020 dal Dottor Michael Simon dell’Università di Basilea e dall’economista Prof. Michael Gerfin dell’Università di Berna, ha dimostrato che un numero adeguato di personale consentirebbe di evitare 243 decessi all’anno e diminuire i costi di circa 357 milioni. Gli autori sono pure arrivati alla conclusione che se dotati di personale ben qualificato, molte riammissioni negli ospedali potrebbero essere evitate, generando un risparmio che potrebbe arrivare sino a 1.5 miliardi di franchi all’anno.

 

Si tratta dunque concepire il potenziamento del corpo infermieristico non come una spesa ma un investimento?

Esattamente. In Australia, le autorità politica stavano discutendo sull’opportunità o meno di legiferare il numero minimo di personale infermieristico per reparti e turni. Per decidere con cognizione, hanno confrontato una trentina di strutture che lo rispettavano ad altre sottodotate. A esperimento concluso, si è osservato che dove vigeva il rispetto del numero minimo, i costi sono risultati inferiori di 258 milioni di dollari. La politica australiana ha dunque deciso di legiferare.

 

In Svizzera come siamo messi?

La carenza di personale nei reparti è cronica. Salvo la medicina intensiva, sono tutti sottodotati. Va detto che negli ultimi tempi si registrano dei segnali di riconoscimento dell’importanza del corpo infermieristico. A volte, seppur animati di buone intenzioni, rischiano di rivelarsi controproducenti. Faccio un esempio locale. L’ultimo rinnovo contrattuale dell’Eoc ha accresciuto di una settimana le vacanze, allungato i tempi dei congedi maternità o paternità e riconosciuto quale tempo di lavoro il cambio d’abito. Giusti riconoscimenti. Ma senza aumento di personale, le condizioni di lavoro si faranno ancor più stressanti. Quando qualcuno sarà in vacanza o in maternità, chi lavora dovrà coprire i compiti e i turni dell’assente. Nel caso del cambio abiti, il lavoro in reparto si concentra, aumentandone l’intensità.

 

Pare di capire che il tempo sia la questione centrale, più di un aumento salariale.

Sì. Avere più tempo da dedicare al singolo paziente per fornire una migliore presa a carico e più tempo libero per ricaricarsi da un lavoro impegnativo. Il concetto del tempo è fondamentale se si vogliono migliorare le condizioni di lavoro nelle cure infermieristiche, dove ricordo oltre la metà lascia la professione dopo appena 15 anni. Per questo è interessante l’esperimento avviato dall’Ospedale regionale di Wetzikon dove è stata ridotta la percentuale lavorativa al 90% a paga invariata. È una misura che va nella direzione delle risposte auspicate dalle infermiere, ma se non supportata da un aumento di personale, rischia di rivelarsi controproducente.

Pubblicato il

31.03.2022 10:57
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